Tra le nevi di ?stersund (Svezia) si sono svolti i Mondiali di sci nordico paralimpico. Il tricolore ha sventolato sul pennone pi¨´ alto grazie alle eccezionali prove di Giuseppe Romele che ha conquistato ben due ori nella rassegna iridata. Nato a Pisogne e residente a Pianboro, nel bresciano, trentuno anni fra qualche giorno, Beppe ha tenacia da vendere e di mollare non ne vuol sentir parlare. Ce l’ha messa tutta, ha spinto fino alla fine ed ¨¨ riuscito a trionfare sia nella long distance (18 chilometri) che nella middle (10 chilometri) di fondo, categoria sitting. “Tanto sudore, tanto allenamento, tanti sacrifici. Ma ne ¨¨ valsa la pena -racconta Giuseppe -. Mi sono allenato bene, il lavoro ha pagato e sono arrivato al Mondiale in gran forma. Le gare sono state molto dure, ma sono riuscito a combattere e a gestirle. Ero cosciente di quello che stavo facendo e sono riuscito a controllare il tutto dall’inizio alla fine, senza improvvisare nulla”.
Sci nordico
Paralimpici, Romele doppietta d’oro ai Mondiali: “Mi piace la fatica”
Il bresciano ha ottenuto due vittorie iridate in Svezia, “risarcimento” per quello che aveva perso ai Giochi di Pechino
Controllo
¡ªLa gioia ¨¨ incontenibile: “Credo che il risultato sia stato quello di scrivere la storia della FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici) in quanto due ori ai campionati Mondiali non credo li abbia mai ottenuti nessuno”. Se l’oro nella long fosse pi¨´ nei pensieri di Beppe, quello nella middle ¨¨ stato pi¨´ una sorpresa: “Puntavo sicuramente all’oro nella prima gara poich¨¦ la sento mia. Purtroppo lo scorso anno a Lillehammer (campionato del mondo, ndr) c’¨¨ stato un errore di calcolo di giri da parte mia e dello staff che mi ha portato a chiudere in dodicesima posizione nella 18 km, mentre ho conquistato l’argento nella 10. Quest’anno ¨¨ andato tutto alla grande. Desideravo l’oro a tutti i costi e cos¨¬ ¨¨ stato. Nella middle sapevo che avrei potuto far bene. La difficolt¨¤ era pi¨´ che altro mentale, perch¨¦ partire da campione del mondo nella long e dover riconfermare la prestazione nella 10 non ¨¨ facile, ma ¨¨ andato tutto nel migliore dei modi. Poi ragazzi, l’inno d’Italia ¨¨ l’inno d’Italia, ascoltarlo due volte ¨¨ un’emozione indescrivibile”.
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Stagione
¡ª"La stagione, per¨°, non ¨¨ ancora finita: tra circa un mese avremo l’ultima tappa di Coppa del Mondo negli Stati Uniti dove cercher¨° di dare tutto e ripetere la stessa prestazione”. Poi un ringraziamento alla squadra:” Spero di riuscire a continuare su questa strada, con queste persone e con questo gruppo perch¨¦ c’¨¨ un bellissimo clima. Bisogna sempre arrivare alla perfezione cercando innanzitutto di migliorare s¨¦ stessi ed il gruppo”. Giuseppe ¨¨ nato con una rara malattia congenita chiamata Ipoplasia Femorale Bilaterale, una patologia genetica che previene lo sviluppo degli arti inferiori. In parole pi¨´ semplici non fa crescere adeguatamente i femori. Ha nel palmares anche un bronzo ai Giochi Paralimpici di Pechino 2022: “Pechino ¨¨ stata un’esperienza indimenticabile perch¨¦ ormai avevamo perso le speranze visto che dovevamo ottenere una medaglia nella lunga distanza al primo giorno. Inoltre sapevamo che la sprint non era proprio la nostra gara. La middle era l’ultima a disposizione ed abbiamo provato il tutto per tutto -confessa -. Il risultato ¨¨ stato quello di andare a podio con un terzo posto, ma avevamo perso le speranze. L¨¬ ¨¨ avvenuto un miracolo, perch¨¦ quel giorno la pista era disastrata, sembrava un giorno di primavera e gli sci hanno fatto quello che potevano, il mio skiman ha fatto un gran lavoro e siamo riusciti a portare a casa quello che era che merito nostro, soprattutto mio per la determinazione e la costanza per riuscire ad arrivare pronto a Pechino”.
Ripartenza
¡ªUna Paralimpiade non si improvvisa: ”C’¨¨ stato dietro un lavoro enorme, grazie anche alla FISIP che ha mi ha sostenuto e mi ha dato la possibilit¨¤ di allenarmi costantemente e alla polisportiva Valcamonica”. Come hobby ha da sempre l’automobilismo, “Quando ho un po’ di tempo libero mi piace montare e smontare auto”, passione che l’ha portato anche ad ottenere la qualifica di operatore meccanico d’auto dopo tre anni di studi. Di giorno lavorava per una ditta di manutenzione ordinaria di furgoni, il pomeriggio si allenava in vasca. Proprio in piscina comincia il percorso agonistico di Beppe, che nel 2006 conquista l’Oro ai campionati Italiani di Lignano Sabbiadoro nei 50m stile libero classificandosi sesto nei ranking mondiali. “Non mi sono mai arreso ed ho sempre cercato di superare le difficolt¨¤, talvolta spingendomi oltre i limiti”. Grazie alla polisportiva disabili Valcamonica prosegue l’attivit¨¤ agonistica: ”Ho continuato a dedicare tutto me stesso a questa disciplina mancando per un soffio la convocazione a Rio De Janeiro 2016”. Nonostante la delusione continua ad allenarsi, scoprendo e rimanendo affascinato nel 2017 dallo sci nordico anche grazie all’amico e compagno Cristian Toninelli: “Mi ha fatto provare questa disciplina e ho subito sentito dentro di me una grande sensazione di libert¨¤”. Alla domanda sul perch¨¦ abbia scelto lo sci nordico e non lo sci alpino risponde con orgoglio: “Perch¨¦ mi piace faticare”. Lo sport ¨¨ sempre stato un punto fermo nella sua vita: ”Ho conosciuto lo sport paralimpico in terza media, con il lancio del vortex, poi da l¨¬ ¨¨ venuto il resto. Mi ha aiutato tantissimo, soprattutto nei momenti pi¨´ difficili anche dal punto di vista mentale, perch¨¦ ti aiuta ad affrontare anche la vita quotidiana”. Ha anche all’attivo due maratone di Berlino fra cui un ventesimo posto nel 2019: “Allo sci nordico ho anche affiancato la carrozzina olimpica. Ho chiuso in top 20, un ottimo risultato”. Lo sci nordico restava per¨° la priorit¨¤: “La preparazione della maratona in carrozzina e del nuoto mi ha dato la possibilit¨¤ di sviluppare forza fisica e resistenza, caratteristiche che servono anche sulla neve”. A supportarlo gli amici di sempre, la famiglia e la sua compagna: ”In particolare ringrazio Nonna Carla e Nadia, la mia compagna di vita”. Il sogno nel cassetto resta sempre uno, trionfare nella Paralimpiade in casa: “Sogno di fare un grande risultato, soprattutto perch¨¦ saremo in Italia, ci sar¨¤ il pubblico, la famiglia, gli affetti. Partecipare ad una Paralimpiade ¨¨ un’esperienza unica, disputarla in casa ¨¨ un qualcosa di magico”.
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