Carlotta Gilli ha 17 anni, di Moncalieri, vede un decimo dai due occhi. E ha vinto la finale juniores dei 100 farfalla dei Primaverili. Nuota con normodotati, disabili e salvamento. “Convivo da 6 anni con questo problema, non se ne accorgono in tanti. E ho la spinta di nuotare con campioni come Federica Pellegrini e Ilaria Bianchi”
Una storia formidabile di normalit¨¤ difficile e possibile. Una ragazza coraggiosa, che vede appena un decimo dai due occhi, che nuota in 3 categorie: normodotati, disabili e salvamento. Carlotta Gilli ha 17 anni, ¨¨ torinese di Moncalieri, e ieri ha vinto per la Rari Nantes la finale juniores dei 100 farfalla dei Primaverili, selezioni europee, in 1’02”21. Prima di presentarsi a Riccione aveva vinto ori ai Mondiali disabili di Citt¨¤ del Messico. Ora ¨¨ qui e racconta la sua storia.
Il racconto —
“Sono ipovedente, sindrome di Stargardt, che ¨¨ una malattia su base genetica. E’ da 6 anni che convivo con questo problema: essendo degenerativa, la vista si ¨¨ progressivamente abbassata anche se da qualche anno sono in una fase stabile. Nuoto fin da piccola, un po’ come tutte abbiamo per riferimento le corsie, la linea sotto l’acqua: le vasche sono bene o male tutte simili. Chi mi aiuta? Nuoto in un gruppo di ragazzi che fanno tutti il circuito della Fin e non quello paralimpico, ho sempre nuotato con loro; da quest’anno ho cambiato allenatore perch¨¦ sono andata a nuotare con i pi¨´ grandi, infatti tutti i miei compagni hanno fatto solo gli Assoluti. Eravamo due-tre che abbiamo preparato i categoria. Io faccio esattamente le cose che fanno gli altri”.
Le altre categorie — “Quando gareggio con gli ipovedenti sono avvantaggiata certo - prosegue Carlotta -, infatti tante mi dicono che la mia fortuna ¨¨ allenarmi con il gruppo Fin, con gli altri gli allenamenti sono decisamente diversi, con gente che ha diverse problematiche si fa davvero fatica a nuotare, alcune non nuotano neanche tutti i giorni, e quindi la mia fortuna ¨¨ di essere in questo gruppo dove riusciamo a nuotare tanto, dove siamo seguiti, non siamo tantissimi. Poi nuoto anche nel salvamento, perch¨¦ la mia societ¨¤ ha anche la squadra di salvamento e il loro allenatore mi aveva chiesto di provare qualche gara, ho partecipato ai campionati di categoria di febbraio a Riccione e sono arrivata seconda nei 200 ostacoli. Poi ho fatto anche dei campionati italiani, arrivando sul podio con le staffette. Nuoto a stile libero e a farfalla, in questi giorni mi sono tuffata nei 50,100, 200 farfalla, 50 sl e nella 4x100 mista.
Le altre categorie — “Quando gareggio con gli ipovedenti sono avvantaggiata certo - prosegue Carlotta -, infatti tante mi dicono che la mia fortuna ¨¨ allenarmi con il gruppo Fin, con gli altri gli allenamenti sono decisamente diversi, con gente che ha diverse problematiche si fa davvero fatica a nuotare, alcune non nuotano neanche tutti i giorni, e quindi la mia fortuna ¨¨ di essere in questo gruppo dove riusciamo a nuotare tanto, dove siamo seguiti, non siamo tantissimi. Poi nuoto anche nel salvamento, perch¨¦ la mia societ¨¤ ha anche la squadra di salvamento e il loro allenatore mi aveva chiesto di provare qualche gara, ho partecipato ai campionati di categoria di febbraio a Riccione e sono arrivata seconda nei 200 ostacoli. Poi ho fatto anche dei campionati italiani, arrivando sul podio con le staffette. Nuoto a stile libero e a farfalla, in questi giorni mi sono tuffata nei 50,100, 200 farfalla, 50 sl e nella 4x100 mista.
Difficolt¨¤ —
“A me piace tanto nuotare e la prima gara che ho fatto l’anno scorso con il mondo paralimpico ¨¨ stata in una tappa di Coppa del Mondo a luglio a Berlino e quindi sono sempre cresciuta, ho sempre gareggiato nell’ambito Fin, dove mi trovavo bene”, ¨¨ il racconto di Carlotta. “Gi¨¤ dagli inizi con i corsi di acquaticit¨¤ avevo questi problemi di vista, perch¨¦ avevo iniziato fin da piccola, facendo acquaticit¨¤. I miei genitori mi dissero da bambina che il nuoto era uno sport completo, faceva bene per la crescita, e cos¨¬ via. Io all’inizio non ero troppo dell’idea, preferivo fare qualcos’altro, ma poi dai corsi sono passata al professionismo. S¨¬, mi sono entusiasmata. Mi ¨¨ piaciuto”.
Quotidianit¨¤ —
“Nuoto 6 km al giorno, ma a volte vario. Vado al quarto anno di liceo scientifico istituto Salesiano Valsalice, opzione scienze applicate, dovrei fare la terza ma sono andata a scuola un anno prima: l’anno scorso ho avuto una media finale di 8.4. Sanno tutti del mio problema? No, diciamo che non se ne accorgono in tanti. Pi¨´ che altro perch¨¦ se mi vedono nel mondo del nuoto non tanto. Non mi appoggio a qualcuno, ¨¨ qualcosa di normale, ormai ho fatto l’abitudine visto che da quando ero piccola sono cresciuta e quindi ¨¨ tutto normale per me. S¨¬, mentalmente mi pesa in certe occasioni. La vista la vedo come un ostacolo da superare ma non ci faccio pi¨´ caso. Spesso non ci faccio caso. Il rischio di diventare totalmente cieca? C’¨¨, ma vorrei una vita normalissima lo stesso”.
alti e bassi —
“Interiormente quale ¨¨ lo sforzo maggiore? Magari all’inizio ci pensavo un po’ di pi¨´, adesso ¨¨ diventata qualcosa di normale, non mi immagino neanche la realt¨¤ in un modo diverso - conclude Carlotta -. I miei miti? Sicuramente Federica Pellegrini e Ilaria Bianchi, con cui ho avuto l’onore di gareggiare a fianco a novembre nei 100 farfalla al trofeo Nico Sapio di Genova. E’ stata una grande spinta, avere dei campioni come loro che nuotano con me ¨¨ bellissimo. Conciliare tutto non ¨¨ facile, perch¨¦ il tempo non ¨¨ tanto, le ore passate in piscina sono tante, a volte alcuni giorni vado a nuotare anche prima di andare a scuola, e poi di nuovo dopo. Momenti di crisi? Di pianto? S¨¬, ogni tanto s¨¬. Certo. I momenti difficili ci sono, gli alti e bassi ci sono, ovviamente se fosse tutto perfetto sarebbe tutto bello, non sarebbe una vita reale. I momenti difficili ci sono sia a scuola, sia a nuoto. Per¨° comunque bisogna rialzarsi e ricominciare daccapo. Sempre”.
Stefano Arcobelli
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