Oramai la Nba assomiglia sempre di più al calcio europeo. Le panchine scottano al primo filotto negativo e al termine di ogni stagione l’ampio turnover degli head coach sembra assodato. Quest’anno però si è arrivati a livelli inaspettati. Ben 13 panchine hanno cambiato proprietario, un record per la storia della Lega, e non sono mancate le sorprese. Tra promozioni di assistenti oramai pronti per il grande salto, Mike Malone, che rimpiazza Keith Smart a Sacramento, Brian Shaw, a Denver al posto di George Karl e Steve Clifford, che va a Charlotte, su tutti, ritorni di fiamma (Mike Brown a Cleveland) e head coach navigati ai quali si affidano Milwaukee (Larry Drew) e Detroit (Maurice Cheeks), le due scommesse più azzardate sembrano quelle di Boston e Brooklyn.

Brad Stevens, giovane allenatore dei Celtics. Afp

esperimento celtics — I Celtics dopo il tira e molla con i Clippers conclusosi con la partenza di Doc Rivers alla volta di Los Angeles, hanno scelto la strada meno battuta e si sono affidati al 36enne Brad Stevens, il quale ha fatto diventare grande la Butler University, guidandola tra l’altro per due anni consecutivi alla finale Ncaa. Giovane, preparato e con un grande occhio per il talento, Stevens non sembra affatto l’opzione per un “tanking” che, peraltro molti tifosi di Boston non disdegnerebbero nella prossima stagione. “Brad è giovane - sottolinea il GM dei Celtics Danny Ainge - ma è un ottimo leader e un grande lavoratore”. Il progetto sembra quello di farlo crescere con una squadra che però per forza di cose dovrà superare un non facile periodo di transizione dopo aver puntato al ringiovanimento durante la offseason.

Jason Kidd, dai Knicks in campo ai Nets come allenatore. Reuters

affascinante jason — Se l’idea Stevens è sorprendente ma anche relativamente poco rischiosa, considerati le prospettive dei Celtics, lo stesso non si può dire per la scelta dei Nets. Brooklyn, infatti, ha voluto dare subito una chance da head coach a Jason Kidd, il quale fino a maggio indossava canotta e pantaloncini ed era in forza ai rivali metropolitani dei Knicks. Un’idea affascinante per un club senza grandi ambizioni ma Prokhorov ha subito messo pressione a Kidd, affidandogli una fuoriserie e dando indicazioni precise sugli obbiettivi ai quali puntare. Nessuna luna di miele dunque per Kidd che, con l’arrivo a Brooklyn di Pierce, Garnett, Terry e Kirilenko sa benissimo di non avere altre alternative a una stagione di vertice. “So come gestire i veterani - non ha paura a esporsi Jason - dobbiamo vincere durante la regular season ma soprattutto nei playoff e io ho ben chiaro quali siano i nostri obiettivi”.

phila non decide — Chi ancora, invece, non ha risolto il quesito legato al proprio allenatore è Philadelphia. I 76ers, infatti, dopo l’addio di Doug Collins lo scorso 18 aprile, hanno deciso di procedere e rilento, vagliando diverse opzioni, senza però decidersi. Michael Curry, assistente di Collins sembra il favorito ma nelle ultime ore un nome sta circolando con insistenza a Philadelphia, quello dell’ex giocatore di Avellino e Siena David Vanterpool. L’assistente dei Blazers avrebbe fatto una grande impressione al General Manager dei 76ers Sam Hinkie e potrebbe davvero superare Curry per riempire anche l’ultima casella rimasta vuota in questa grande girandola di panchine Nba.