I Rockets hanno dovuto rinunciare solo in gara-7 al tentativo di detronizzare Golden State, penalizzati dall'infortunio di Chris Paul. Ci riproveranno, anche se CP3 sar¨¤ free agent con ogni intenzione di tornare. L'incognita ¨¨ Capela, ma per battere i Warriors il g.m. Morey potrebbe andare a caccia di LeBron James
E’ mancato pochissimo. Harden l’ha raccontato: “Due secondi tempi, quelli di gara-6 e gara-7”. Houston non ce l’ha fatta. Ha sfiorato le Finals, l’impresa contro Golden State. Ma non ¨¨ riuscita a eliminare i campioni in carica. Le ragioni sono state molteplici, perch¨¦ quando sei avanti di 17 punti in gara-6 e poi di 15 punti in casa in gara-7 i rimpianti sono inevitabilmente tanti, e la differenza sottile, al di l¨¤ delle vittorie poi nette dei Warriors. Ecco, dopo una doverosa premessa, cos’e andato storto per i texani.
James Harden, 28 anni, e Chris Paul, 33: sono le colonne di Houston. Ap
stagione da 10 —
E’ mancata la lode, ma la stagione di Houston ¨¨ stata superlativa. La stagione regolare da 65 vittorie e 17 sconfitte ¨¨ stata la migliore nella storia di franchigia. Miglior record Nba. I successi playoff contro Minnesota e Utah sono stati netti, entrambi per 4-1, e arrivati contro avversarie di talento, i Wolves, e di coralit¨¤, i Jazz. Aver portato Golden State a gara-7 era qualcosa di inimmaginabile, a inizio stagione. La coesistenza Paul-Harden ha funzionato, giocatori di ruolo come Tucker (soprattutto) e Mbah a Moute si sono dimostrati acquisti favolosi, rinforzando la difesa. Il Barba ha giocato su livelli da mvp, Capela ¨¨ esploso in maniera fragorosa. D’Antoni ha dimostrato che il premio di Coach dell’anno 2016-17 non era casuale. I Rockets hanno cambiato il gioco in Nba: i loro record di triple fanno scuola, il quintetto con Tucker centro, 195 cm trattabili (con le scarpe) ¨¨ stato tanto efficace quanto rivoluzionario. Insomma, il General Manager Morey ha di che essere soddisfatto. I Rockets sono la seconda miglior squadra della lega, e la distanza con Golden State in 12 mesi si ¨¨ ridotta. Parecchio.
la sottile linea... da 3 punti —
Ma non ¨¨ bastato. La linea che separa vincenti da perdenti - in America un canyon, per formazione culturale - ¨¨ tanto sottile quanto feroce. Quella da 3 punti. Croce e delizia dei Rockets. Che hanno affondato tanti avversari una tripla dopo l’altra, e sono affondati sul pi¨´ bello spadellando dal perimetro in maniera tanto clamorosa quanto sconsiderata. In gara-7 hanno chiuso 7/44 dal perimetro, sbagliando 27 triple consecutive. E’ l’unico rimpianto tecnico. Essere stati incapaci d’uscire dallo spartito, schiavi delle catene di sistema, senza le letture offensive di Paul. In una serata poi, in cui Houston dominava a rimbalzo offensivo e finiva al ferro senza troppi problemi. L’infortunio di Paul ¨¨ da catalogare, oltre che come implacabile/cattivo scherzo del destino, nella casella “imponderabile”. Anche se la point guard ha una storia personale d’infortuni che va oltre il concetto di sfortuna. Il suo gioco dalla media distanza, avrebbe fatto comodo quando l’unico rimedio contro la mareggiata Warriors del 3¡ã quarto ¨¨ parso scagliare triple da ogni dove. Gordon l’ha detto chiaro e tondo: “Con Paul disponibile avremmo vinto noi”. Verosimile, ma non ci sono riprove. Ai Warriors mancava Iguodala, che non ¨¨ CP3, ma resta fondamentale per difesa, movimento palla e leadership nel sistema di Golden State. Per il resto Houston ha poco di cui rammaricarsi. Harden non ha giocato ai playoff sul livello della stagione regolare, ma il suo gioco dipende dai fischi arbitrali pi¨´ di quello di qualunque altra stella. E in post season i fischietti fanno giocare di pi¨´, preferendo far decidere le partite ai giocatori. Se gara 5 aveva sinistramente ricordato il collasso mentale di fine serie 2017 contro San Antonio, in gara 6 e 7 Harden ha lottato, persino in difesa, il suo tallone d’Achille. Certo, le percentuali sono crollate: 41% nei playoff rispetto al 45% di regular season, e da 3 punti contro i Warriors ha tirato col 24%. Ma se la continuit¨¤ gli ¨¨ mancata, le folate d’onnipotenza offensiva sono arrivate. Perdere contro i Warriors, senza Paul di fianco, non ¨¨ una vergogna…Fatica a recitare da trascinatore, ma non ¨¨ nel suo carattere. Vale anche per Durant, dall’altra parte…
Clint Capela ¨¨ una delle incognite del futuro di Houston. Ap
il futuro —
Paul e Ariza sono free agent. D’Antoni ha parlato di Paul e della prossima stagione nella stessa frase, dopo gara 7. Difficile non resti. Semmai potrebbe fare uno sconto ai texani, se vuole ulteriori rinforzi. Ariza, al di l¨¤ dei mattoni da lavori in corso lanciati in gara 7 (0/12 al tiro, 9 triple) ¨¨ perfetto per il sistema Rockets: difensore di livello, non ha bisogno della palla in mano per essere efficace in attacco, dove pu¨° ricevere sugli scarichi provocati da raddoppi. Se non chiede la luna….Capela ¨¨ il caso pi¨´ complicato. E’ restricted free agent: Houston pu¨° dunque pareggiare qualunque offerta. Ma lo svizzero ha 24 anni e un mercato che gli pu¨° garantire cifre clamorose. Giocatore di sistema fantastico, ¨¨ tutto da dimostrare che cifre e rendimento resterebbero invariate in un contesto diverso. E che da primo attore possa valerle. Houston prover¨¤ a rinnovarlo, ma a quale prezzo? Poi c’¨¨, all’orizzonte, la suggestione LeBron. Che imporrebbe la rinuncia a Capela e la cessione con espedienti (e lauta mancia) del contratto albatross di Anderson, da 20 milioni di dollari. Per LBJ in caso d’addio a Cleveland sono favoriti Lakers e Philly. Ma Morey non s’¨¨ mai tirato indietro di fronte a una sfida. Portare il Re in Texas sarebbe bella grossa…
Riccardo Pratesi
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