James ci mette 33 punti e i gialloviola piegano New Orleans tornando a respirare dopo due sconfitte. Il 37enne all’ultima stagione stende i campioni all’ultimo tiro e Miami torna a vincere in casa dopo un mese e mezzo
LeBron James e Dwyane Wade re della notte. Non ¨¨ un viaggio nel tempo, ai quattro anni insieme a Miami, ma la coincidenza di una serata in cui i due immortali campioni mostrano ancora il loro talento. James, 34 anni, torna a far respirare i Lakers, ispirando con 33 punti la vittoria su New Orleans. Wade, 37 e pensione distante qualche mese, infila il canestro sulla sirena con cui gli Heat stendono i Warriors campioni in carica.
LeBron James, 34 anni. Afp
Los Angeles Lakers-New Orleans Pelicans 125-119
I Lakers non mollano. Contava vincere contro i Pelicans, senza preoccuparsi di una difesa sempre disastrosa e di una squadra spaccata. Ed ¨¨ arrivato il successo. Non risolve i problemi di LeBron James e compagni, decimi a Ovest con 30 vinte e 31 perse e la prospettiva di 16 delle ultime 21 partite contro squadre attualmente ai playoff, ma almeno rimette i Lakers sulla strada giusta nella loro disperata corsa alla postseason. C’¨¨ la mano di LeBron sulla vittoria, 33 punti compresa una difficilissima tripla a 31” dalla fine, quella del 123-117, che ha messo in ghiaccio una partita che i combattivi Pelicans proprio on volevano mollare. Ma ci sono anche buoni segnali di squadra: 6 giocatori in doppia cifra, Brandon Ingram (23 punti) e Kyle Kuzma (22 nonostante lo spostamento a centro titolare) ancora splendidi secondi violini, il massimo stagionale di punti in area (74) a compensare una serata poco produttiva da tre (8/25), una squadra che gira meglio con Rajon Rondo (11 punti, 7 rimbalzi, 16 assist) da subito in regia a creare il gioco assieme a LeBron (26 dei 37 assist Lakers arrivano da loro). Il bicchiere mezzo vuoto ¨¨ che la difesa ancora non funziona: non ¨¨ una questione di punti concessi, ma di intensit¨¤ e attenzione. Insomma, i Lakers non hanno magicamente risolto i loro problemi battendo una delle avversarie pi¨´ abbordabili da qui a fine stagione, ma avevano bisogno di farlo. New Orleans (27-36) ha il merito di non aver mai mollato, trascinata dalla notte monstre dell’ex Julius Randle (35 punti) e dal talento a tempo di Anthony Davis, 22 punti pur giocando solo i 7’ iniziali dei primi tre periodi e guardando nel quarto. Jrue Holiday (19 punti e 10 assist ma 8/19 al tiro) ha funzionato solo nella ripresa, e ai Pelicans sarebbe servito fare meglio di 7/35 dall’arco per rendere pi¨´ disperata la situazione dei Lakers.
I Lakers non mollano. Contava vincere contro i Pelicans, senza preoccuparsi di una difesa sempre disastrosa e di una squadra spaccata. Ed ¨¨ arrivato il successo. Non risolve i problemi di LeBron James e compagni, decimi a Ovest con 30 vinte e 31 perse e la prospettiva di 16 delle ultime 21 partite contro squadre attualmente ai playoff, ma almeno rimette i Lakers sulla strada giusta nella loro disperata corsa alla postseason. C’¨¨ la mano di LeBron sulla vittoria, 33 punti compresa una difficilissima tripla a 31” dalla fine, quella del 123-117, che ha messo in ghiaccio una partita che i combattivi Pelicans proprio on volevano mollare. Ma ci sono anche buoni segnali di squadra: 6 giocatori in doppia cifra, Brandon Ingram (23 punti) e Kyle Kuzma (22 nonostante lo spostamento a centro titolare) ancora splendidi secondi violini, il massimo stagionale di punti in area (74) a compensare una serata poco produttiva da tre (8/25), una squadra che gira meglio con Rajon Rondo (11 punti, 7 rimbalzi, 16 assist) da subito in regia a creare il gioco assieme a LeBron (26 dei 37 assist Lakers arrivano da loro). Il bicchiere mezzo vuoto ¨¨ che la difesa ancora non funziona: non ¨¨ una questione di punti concessi, ma di intensit¨¤ e attenzione. Insomma, i Lakers non hanno magicamente risolto i loro problemi battendo una delle avversarie pi¨´ abbordabili da qui a fine stagione, ma avevano bisogno di farlo. New Orleans (27-36) ha il merito di non aver mai mollato, trascinata dalla notte monstre dell’ex Julius Randle (35 punti) e dal talento a tempo di Anthony Davis, 22 punti pur giocando solo i 7’ iniziali dei primi tre periodi e guardando nel quarto. Jrue Holiday (19 punti e 10 assist ma 8/19 al tiro) ha funzionato solo nella ripresa, e ai Pelicans sarebbe servito fare meglio di 7/35 dall’arco per rendere pi¨´ disperata la situazione dei Lakers.
la partita —
Gara vintage, con tanti punti in area (142 complessivi), difese poco attente, break e contro break. I Lakers toccano il 37-28 con Stephenson in avvio di secondo quarto, i Pelicans rientrano ma i padroni di casa sono sul 63-57 al riposo grazie ad un parziale di 11-4. Rondo apre la ripresa col 68-59, poi sono montagne russe: 15-1 Pelicans, 16-5 Lakers, 8-1 Pelicans e Lakers avanti 95-92 alla sirena. Rondo allunga fino a 104-92 con 8’37” da giocare, ma New Orleans torna di nuovo sotto grazie a Darius Miller (11 punti nel periodo), che dall’arco accorcia sul -1 (118-117) a 1’38” dalla fine. Ingram rilancia subito i padroni di casa; poi, a 31” dalla fine, LeBron tira fuori una tripla magica dal suo cilindro e i Lakers tornano a vincere.
LA Lakers: James 33 (9/15 da due, 4/9 da tre, 3/8 tiri liberi), Ingram 23, Kuzma 22. Rimbalzi: Rondo 7. Assist: Rondo 16.
New Orleans: Randle 35 (9/15, 2/7, 11/12 tl), Davis 22, Holiday 19. Rimbalzi: Payton 11. Assist: Holiday 10.
LA Lakers: James 33 (9/15 da due, 4/9 da tre, 3/8 tiri liberi), Ingram 23, Kuzma 22. Rimbalzi: Rondo 7. Assist: Rondo 16.
New Orleans: Randle 35 (9/15, 2/7, 11/12 tl), Davis 22, Holiday 19. Rimbalzi: Payton 11. Assist: Holiday 10.
Dwyane Wade, 37 anni, festeggia il tiro decisivo contro i Warriors. Ap
Miami Heat-Golden State Warriors 126-125
Dwyane Wade si regala la giocata destinata a diventare la copertina della sua stagione d’addio alla Nba e con una tripla assolutamente pazzesca allo scadere trascina gli Heat al successo e manda ko i marziani di Golden State. Con i campioni in carica avanti di due lunghezze Miami non riesce a disegnare un buon tiro con il suo ultimo possesso e nella confusione generale il pallone finisce a Wade il quale tenta di vincere la gara dalla lunga distanza ma vede la sua conclusione stoppata da Bell. Gli Dei del basket per¨° stanno dalla parte del fenomeno di Miami e scelgono un finale diverso. Il pallone infatti dopo la stoppata di Bell torna nelle mani di Wade il quale, in equilibrio assolutamente precario riesce a far partire una conclusione forzatissima sulla sirena che sbatte sul tabellone per poi trovare la retina facendo esplodere cos¨¬ l’American Airlines Arena. Una giocata assolutamente surreale che verr¨¤ ricordata a lungo.
Dwyane Wade si regala la giocata destinata a diventare la copertina della sua stagione d’addio alla Nba e con una tripla assolutamente pazzesca allo scadere trascina gli Heat al successo e manda ko i marziani di Golden State. Con i campioni in carica avanti di due lunghezze Miami non riesce a disegnare un buon tiro con il suo ultimo possesso e nella confusione generale il pallone finisce a Wade il quale tenta di vincere la gara dalla lunga distanza ma vede la sua conclusione stoppata da Bell. Gli Dei del basket per¨° stanno dalla parte del fenomeno di Miami e scelgono un finale diverso. Il pallone infatti dopo la stoppata di Bell torna nelle mani di Wade il quale, in equilibrio assolutamente precario riesce a far partire una conclusione forzatissima sulla sirena che sbatte sul tabellone per poi trovare la retina facendo esplodere cos¨¬ l’American Airlines Arena. Una giocata assolutamente surreale che verr¨¤ ricordata a lungo.
la partita —
I Warriors, i quali tengono a riposo Cousins, sonnecchiano per buona parte della gara. Il primo tempo infatti lo domina in lungo e in largo Miami, con Golden State che sta a guardare e non fa nemmeno finta di difendere. La squadra di casa cambia marcia nel primo quarto con l’ingresso in campo di Wade, prende il possesso del match e nella seconda frazione si gode le giocate di un Dragic assolutamente immarcabile. Lo sloveno fa quello che vuole nel secondo periodo, firma 20 punti e permette cos¨¬ alla squadra della Florida di toccare il +24. I Warriors fanno una fatica incredibile dalla lunga distanza, provano a limitare i danni nel finale di un primo tempo decisamente sottotono ma arrivano comunque al riposo in ritardo 74-59. Golden State si rimette a giocare la sua pallacanestro nella ripresa. Green, limitato dai falli, non incide ma Klay Thompson inizia a prendere ritmo dalla lunga distanza e sono guai per Miami. Richardson e Wade provano a rispondere, la squadra californiana per¨° con un parziale di 12-3 riprende Miami a met¨¤ dell’ultima frazione. Si gioca punto a punto fino a quando KD, con uno splendido gioco da quattro, regala ai Warriors il +4 a 1’07’’ dalla sirena. Sembra poter bastare per i campioni in carica, gli Heat per¨° restano l¨¬ e con la tripla di Wade a 15’’ dalla fine riaprono i conti. Miami manda Kevin Durant in lunetta e il giocatore che quest’anno tira con l’89% ai liberi fa solo 1/2, lasciando cos¨¬ la porta aperta per il rocambolesco finale. Il resto lo fa Wade, gli Heat cos¨¬, reduci da sei sconfitte nelle ultime sette gare, riescono a portare a casa il pi¨´ insperato dei successi e, complice la sconfitta degli Hornets, ad avvicinare la zona playoff.
Miami: Dragic 27 (3/4, 4/7, 9/9 tl), Wade 25, Richardson 21. Rimbalzi: Adebayo 10. Assist: Richardson 5, Winslow 5.
Golden State: Thompson 36 (7/8, 7/15, 1/1 tl), Durant 29, Curry 24. Rimbalzi: Bell 6, Curry 6, Looney 6. Assist: Durant 5.
Miami: Dragic 27 (3/4, 4/7, 9/9 tl), Wade 25, Richardson 21. Rimbalzi: Adebayo 10. Assist: Richardson 5, Winslow 5.
Golden State: Thompson 36 (7/8, 7/15, 1/1 tl), Durant 29, Curry 24. Rimbalzi: Bell 6, Curry 6, Looney 6. Assist: Durant 5.
Chinellato-Sandri
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