Avrebbero potuto chiamarlo Rose Media Day. Derrick ha rapito ogni istante, ogni pensiero del tradizionale incontro di inizio stagione tra la squadra e la stampa di Chicago. Sin da molto prima che i microfoni venissero accesi, quando è stato visto attraverso il vetro dell’ufficio del GM John Paxson. "Ora saluta la folla come il Papa" ha detto qualcuno. Pochi minuti dopo, si sarebbe presentato davanti alle telecamere, mangiato dagli occhi dei presenti. Sedici mesi dopo l'infortunio al legamento crociato che lo ha tenuto forzatamente ai margini fino a oggi.

fiducia — "Cambierò il mio stile? L'unica cosa che è cambiata è la fiducia nei miei mezzi. Ora ne ho molta di più” ha esordito Rose. Che ha parlato della sua estate, del suo lavoro, della sua attesa forzata. "La cosa che mi mancava di più la scorsa stagione era essere dentro le partite. Parlare con i compagni all’intervallo, o dopo la sirena". Dopo il tira e molla degli scorsi playoff, quando la sua ripresa degli allenamenti aveva illuso circa un suo ritorno, si è preso un estate di riposo, fisico e mentale. "Sono andato a Los Angeles ad allenarmi. Ho lavorato individualmente, ma soprattutto nelle partitelle con altri giocatori professionisti. Mi è piaciuto viaggiare, ma ora sono felice di essere a casa, nella mia città. Pronto a ricominciare" ha detto.

critiche — Inevitabilmente, si è parlato anche di critiche. Divenute fitte – da parte dei tifosi - quando ci si è resi conto che Rose non sarebbe mai tornato lo scorso anno. "Bisogna considerare entrambi i punti di vista. Io so di aver fatto le cose giuste. Prima non mi sentivo pronto, ora decisamente sì. Ma anche i tifosi vanno capiti. E’ normale che volessero che tornassi già allora, volevano vincere subito" spiega Derrick. Meno morbido coach Thibodeau. "Le critiche erano ingiustificate. Chi ha fatto insinuazioni, ha mostrato di non capire nulla della situazione".

Derrick Rose, 24 anni, mvp nel 2010-11. Ap

rientro — L'attenzione, ora, si sposta sulle prossime partite e sulla maniera in cui verrà impiegato. "Sarà un processo continuo, controlleremo la situazione giorno per giorno. Non c’è un tetto sui minuti” ha detto il GM Gar Forman. Thibodeau, come di consueto, non si sbilancia. "Sono contento della preparazione che ha fatto. Ma ora si tratta solo di sensazioni. Per capirne di più dobbiamo vederlo in campo, aspettare che giochi" spiega il coach. Rose, sotto la sua faccia impassibile, fa capire di avere una gran voglia. "Quello che mi aveva spinto a rimandare il rientro è il fatto che non riuscissi a battere i raddoppi. Ora mi sento in grado di farlo, tutto qui. Sarà il coach a decidere come utilizzarmi, di sicuro voglio essere un giocatore normale, non uno con delle restrizioni".

squadra — Poi ci sono i Bulls, e una stagione con ambizioni impoirtanti. "Abbiamo la miglior squadra degli ultimi anni. Merito di un nucleo che è cresciuto insieme” ha commentato Forman. La novità che suscita più attenzione è la promozione in quintetto di Jimmy Butler. Un fatto nemmeno nuovo, visto che già negli scorsi playoff l'ex Marquette partiva titolare. "E' un grande difensore, un giocatore versatile. Ci divertiremo” dice Luol Deng. Che a sua volta sarà un tema ricorrente, visto il contratto in scadenza. "Non credo che per noi sia possibile vincere un titolo senza un giocatore come Deng" ha invece detto Thiboideau, il cui apprezzamento per l’ala piccola è cosa nota. A chi gli ha chiesto di eventuali ambizioni di titolo, il coach ha risposto alla sua maniera: “In metà dei training camp si proclamano ambizioni di titolo. Quello che conta davvero però è essere pronti a svolegere il lavoro necessario. Il resto sono chiacchiere". L'esordio in preseason sarà in trasferta contro i Pacers, il 5 ottobre. Quello allo United Center il 16 ottobre con i Pistons di Datome. Aspettando l'opener di regular season a Miami, il 29 ottobre. Dopo mesi di astinenza, sembra già una partita di playoff.