Rockets, c'è vita senza Howard
"Lotteremo per i playoff"

Jeremy Lin, speranza da playoff dei Rockets. Reuters

Proprio nel pieno del periodo morto della stagione di baseball, i Rockets hanno cercato di segnare un home run e di portare Dwight Howard a Houston. Per questo quando il centro All Star si è trasferito a Los Angeles insieme a Kobe Bryant, Pau Gasol e Steve Nash è stato abbastanza naturale pensare che in Texas non siano riusciti a colpire la palla: questo non significa che i Rockets non cercheranno di tornare in posizione di battuta per tentare di acquistare la stella di gran classe di cui hanno bisogno per tornare ad essere competitivi.

SFORZO INUTILE — "Le operazioni di mercato che abbiamo concluso sono quelle che avevamo in mente fin dall’inizio, a prescindere dal fatto che riuscissimo a definire una trade di una certa importanza - ha dichiarato il general manager dei Rockets Daryl Morey -. Vogliamo che ogni giocatore della squadra abbia l’opportunità di diventare un elemento da All Star o che sia in grado di assicurarci la flessibilità salariale necessaria ad acquistare giocatori di quel genere. La trade con Howard non ha funzionato: abbiamo fatto uno sforzo, ma non è andata come speravamo. Comunque il nostro progetto non cambia: l’obiettivo resta quello di lottare per un posto nei playoff, anche se nella prossima stagione sarà ancora più difficile. Ad Ovest ci sono molte squadre forti: se riusciremo a qualificarci per i playoff, sarà grazie ad alcune notizie positive, come ad esempio la crescita a un livello da All Star di Jeremy Lin, Omer Asik o di qualche loro compagno di squadra. Per adesso è un obiettivo ancora lontano, ma posso assicurarvi che daremo il massimo per raggiungerlo anche nella prossima stagione: se poi si presenterà l’opportunità di migliorare la squadra con qualche operazione di mercato, cercheremo di non farcela sfuggire". Per questo, è giusto dare ancora ai Rockets l’opportunità di colpire la palla fino alla scadenza del mercato, fissata per febbraio, o addirittura fino al draft e al mercato dei free agent della prossima estate: se non saranno riusciti a spedirla fuori dal campo, forse per qualcuno sarà arrivato il momento di andarsene.

DOV'ERANO I ROCKETS — Per la terza stagione consecutiva i Rockets sono stati i migliori tra i perdenti: in altre parole, Houston è stata l’ultima squadra ad arrendersi nella corsa a un posto nei playoff e quella con il miglior record tra i club in lotteria. È una situazione nella quale la franchigia è precipitata a causa della valanga di infortuni che ha segnato la fine, abbastanza improvvisa e sconvolgente, dell’era di Tracy McGrady e Yao Ming. Nel primo anno di Kevin McHale come allenatore, i Rockets hanno subito molti più infortuni di quanti ne meritassero, ma sono comunque riusciti ad essere competitivi e spesso anche spettacolari fino a quando un crollo nell’ultima parte della stagione, con un record di 2-7, li ha completamente estromessi dalla lotta per i playoff.

dove sono adesso — Houston ha rinunciato ai suoi due migliori playmaker, cedendo Kyle Lowry e scegliendo di non rinnovare il contratto di Goran Dragic: inoltre i Rockets hanno scaricato l’ala grande Luis Scola, esercitando l’amnesty clause per liberare spazio salariale nel roster. Adesso Houston è intrappolata nella monotonia, visto che la dirigenza non è riuscita durante l’estate ad assicurarsi un giocatore realmente in grado di cambiare le sorti della franchigia o, quantomeno, un elemento di prim’ordine. Dopo il fallimento dell’operazione Howard, i Rockets si presentano al via della stagione con un roster molto giovane e molti doppioni di talento nelle posizioni di ala. Come aveva dichiarato anche pubblicamente, Kevin McHale avrebbe fatto volentieri a meno di un’altra infornata di rookie, ma dopo l’arrivo di Jeremy Lamb, Royce White e Terrence Jones, oltre a Donatas Motiejunas che era stato scelto al primo giro nel draft dello scorso anno, servirà molto ottimismo. Tra i lati positivi ci sono gli acquisti del playmaker Jeremy Lin e del centro Omer Asik sul mercato dei free agent, che permetteranno ai Rockets di consolidarsi in quei ruoli.

l'ostacolo piu' duro — La gioventù. In questo momento, i Rockets si presenteranno al training camp con solo due giocatori nel roster che hanno più di 26 anni e con una squadra che è più instabile di un ponte che attraversa la Faglia di Sant’Andrea.

DOVE ANDRANNO — Dire che è impossibile pensare di vincere e di poter competere per un posto nei playoff senza uno o due giocatori da All Star nel roster è una pura e semplice verità. Fin quando Morey non troverà il modo di far fruttare al meglio i giovani talenti dei Rockets, qualche scelta del draft, il contratto in scadenza della guardia Kevin Martin e l’abbondante spazio salariale a disposizione per acquistare un elemento importante che possa essere il punto di riferimento della squadra, Houston continuerà a navigare nelle stesse acque. Il piano dei Rockets è quello di evitare la caduta intenzionale nelle ultime posizioni della lotteria, cercando di rimanere giovani, spettacolari e competitivi in attesa di riprendere il volo: in campo correranno e lotteranno, cercando poi il grande colpo prima della scadenza del mercato a febbraio. In ogni caso, la prospettiva è quella del quarto viaggio consecutivo in lotteria.