Doc Rivers, nuovo coach dei Clippers. Afp

“One of the biggest moment in the Clippers history”. Uno dei più grandi momenti nella storia dei Clippers. Non si usano le mezze parole, nella sede di Playa Vista, per definire l’acquisizione di Doc Rivers e, per una volta, i riflettori di Los Angeles sono accesi verso i cugini dei Lakers, pronti per la definitiva consacrazione.

talento — E’ un Rivers sorridente e felice quello che si presenta davanti ai tanti giornalisti presenti e la sua energia è contagiosa “Spero di essere per l’ultima volta al centro dell’attenzione - sono le parole che usa per iniziare- dopo giorni di rumors essere qui è la cosa che conta. E’ stato tutto molto veloce, è una nuova sfida, ho avuto nove anni meravigliosi a Boston, un titolo indimenticabile e non posso che ringraziare tutti, dai fans ai giocatori a Ainge”. Esauriti gli accenni inevitabili al passato con i Celtics, sono tante invece le parole sulle aspettative future: “Una delle principali ragioni che mi ha spinto ad accettare la proposta dei Clippers è il livello di talento presente in questa squadra e la possibilità di migliorarla, portarla all’ultimo gradino è una sfida stimolante”.

garanzia — Il biglietto da visita di Rivers è impressionante, e, agli occhi di Chris Paul era il candidato numero uno. L’unico, con Spoelstra, Carlisle e Popovich ad aver vinto un titolo Nba fra gli allenatori in attività. Garanzia di successo. La dirigenza angelena cercava un salto di qualità rispetto a Del Negro, per portare questo gruppo giovane e talentuoso alla consacrazione, e dopo settimane di trattative è arrivato il sì. “Era semplicemente tempo di cambiare – dichiara il coach ex Celtics - non c’è una grande spiegazione sul perché ho lasciato Boston dopo così tanto. Conosco una sola cultura che è quella vincente, tutti lo vogliono fare a novembre, noi vogliamo dirlo a giugno”

CP3 — Il ritorno di Chis Paul, free agent, a questo punto sembra certo e gli accenni sono inevitabili. “Non ho ancora parlato con tutti i giocatori ma lo farò a breve, non conosco personalmente Paul, gli unici contatti che ho avuto con lui in passato è stato per dividerlo da Rondo, in un paio di risse in campo”. E’ logico che il paragone tecnico Paul-Rondo e le similitudini fra i due sono tante. A Boston il sistema di gioco era costruito su Rondo, qui lo sarà su Paul. “Io sono stato un playmaker – ricorda Rivers - non al loro livello, ma riesco a capire perfettamente il ruolo che il costruttore di gioco deve avere. Paul è un giocatore fantastico e sarà la chiave di tutto”.

DIFESA — Rivers porta in dote la capacità di convivere con grandi giocatori, un sistema difensivo eccellente e una grande duttilità tattica che lo porta a dire, quasi per depistare possibili voci di mercato “Credo che avere Griffin e DeAndre Jordan è un ottimo inizio, sono due ottimi difensori perfetti per il mio sistema, penso che saremo una delle migliori squadre difensive del campionato, questa squadra ha tutto”. C’è tempo anche per un po’ di amarcord quando l’ex allenatore di Boston ricorda la stagione 1991-92, che lo vide protagonista in campo con questa maglia “Questa franchigia è cresciuta in maniera impressionante anno dopo anno fino a diventare una solida pretendente al titolo con una splendido campo di allenamento all’avanguardia. Ai miei tempi , noi giocatori ci alzavamo alla mattina e chiamavamo il preparatore atletico per capire in quale palestra di Los Angeles ci saremmo allenati”. Il contratto “rilevato” da Boston per una prima scelta, parla di 21 milioni per prossimi 3 anni, una cifra che mai ai Clippers era stata pagata per un allenatore ma la sensazione è che sia arrivato il momento giusto. “Non abbiamo ancora vinto niente, il gruppo deve crescere insieme, non so ancora cosa faremo sul mercato ma tante volte il migliore movimento è quello che non fai”. Clippers-Rivers è un matrimonio che sembra vincente fin dal giorno delle nozze.