Dall’improbabile ritorno ai Cavs alla suggestione Lakers: tutte le date e le possibilit¨¤ del giocatore pi¨´ ambito dell’estate
L’uomo di cui tutta l’Nba aspetta di conoscere il destino per ora si gode le giocate del figlio Bronnie, che se buon sangue non mente molto presto potrebbe trovarsi nella stessa situazione. LeBron James per¨° sa bene che ¨¨ vicino il momento di decidere, di capire con che maglia e in quale situazione il pi¨´ forte giocatore in circolazione continuer¨¤ a regalare magie. Ogni opzione ¨¨ ancora sul tavolo, da un’improbabile permanenza nella sua Cleveland, che stavolta gli perdonerebbe l’addio, a un trasloco sotto l’insegna di Hollywood per raccogliere l’eredit¨¤ delle leggende Lakers.
LeBron James, 33 anni, in Nba dal 2003. Afp
le scadenze —
La prima data da cerchiare in rosso sul calendario ¨¨ il 29 giugno, quando LeBron dovr¨¤ decidere se esercitare l’opzione da 35,6 milioni di dollari per il 2018-19. Farlo non vorrebbe dire rimanere certamente a Cleveland almeno per un’altra stagione: i Cavs hanno il cap ingessato da contrattoni fuori mercato come quelli di George Hill (19 milioni nel 2018-19), Tristan Thompson (17,5), JR Smith (14,7), Jordan Clarkson (12,5) e Kyle Korver (7,6), che rendono praticamente impossibile per il GM Koby Altman scambiarli per rinforzare la squadra. Se LeBron esercitasse l’opzione sarebbe probabilmente per una soluzione alla Chris Paul, passato un anno fa dai Clippers ai Rockets via trade dopo aver esercitato la propria player option. L’opt-in terrebbe viva la suggestione Boston (che non ha spazio salariale e potrebbe permettersi King James solo via trade) rinviando di un anno la free agency di LeBron. Decidesse di uscire dal contratto e mettersi sul mercato, LeBron potrebbe iniziare a parlare con le squadre interessate a lui a partire dalle 6 del mattino ora italiana del primo luglio.
los angeles —
I Lakers sono i favoriti per convincere il free agent pi¨´ desiderato dell’estate. Perch¨¦ Magic Johnson e Rob Pelinka hanno creato a LA una situazione simile a quella in cui si trovava Miami nel 2010: possono cio¨¨ offrire a LeBron la chance di scegliere con quali altri All Star giocare. I Lakers hanno spazio per due giocatori al massimo salariale, possono arrivare ad un terzo fenomeno o via trade (i primi tentativi con gli Spurs per Kawhi Leonard sono andati decisamente male) o trovando il modo di liberarsi di Luol Deng (a libro paga per 18 milioni nel 2018-19). Los Angeles ¨¨ anche la citt¨¤ dove il LeBron business man ha gi¨¤ da tempo la sua base: un suo sbarco permanente a Hollywood sarebbe l’assist perfetto per la crescita di quello che ¨¨ gi¨¤ un impero. Il gioco per i Lakers per¨° non ¨¨ fatto: nonostante il pacchetto di giovani in rosa (possibile per¨° che almeno uno tra Lonzo Ball, Brandon Ingram e Kyle Kuzma finisca sacrificato via trade per arrivare ad una star o liberarsi di Deng), i gialloviola per King James sono appetibili solo formando dei nuovi Big Three. E LA si trover¨¤ nella situazione di dover convincere qualcuno (preferibilmente Paul George, che per¨° si ¨¨ trovato bene a Oklahoma City) ad accettare i Lakers prima di poter corteggiare veramente LeBron.
philadelphia e houston —
I Sixers a Est sono un’opzione pi¨´ credibile di Cleveland. Joel Embiid e Ben Simmons sono fenomeni gi¨¤ in rosa, coach Brett Brown la garanzia di un’ottima mente in panchina e della stabilit¨¤ della franchigia. Phila deve ancora liberare spazio per potersi permettere LeBron, ma cedere Bayless e rinunciare a riprendersi Redick, Johnson, Belinelli e Ilyasova non sarebbe un problema se King James dovesse davvero strizzare l’occhio alla citt¨¤ dell’amore fraterno. Houston, dando per scontata la conferma di Chris Paul, dovrebbe lasciar andare Clint Capela e Trevor Ariza per permettersi LeBron, a meno che Daryl Morey non riesca a trovare qualcuno disposto ad accollarsi i 42 milioni di dollari per cui Ryan Anderson ¨¨ a libro paga nelle prossime due stagioni.
outsider —
Difficile immaginare altro. Il ritorno a Cleveland ¨¨ complicato dalla situazione di un roster difficilmente migliorabile e da un rapporto complesso con patron Dan Gilbert. LeBron aveva promesso un titolo al suo ritorno in Ohio nel 2014: aver mantenuto la parola gli ha fatto guadagnare il diritto di decidere cosa fare senza le scene di isteria collettiva che accompagnarono la Decision 2010. La suggestione Spurs ¨¨ tramontata dopo la rottura tra Leonard e Gregg Popovich. L’ipotesi Celtics ¨¨ complicata e quasi impercorribile. Dal destino di LeBron dipende quello di molti altri giocatori e di almeno 4 squadre. L’Nba aspetta il suo fenomeno.
Davide Chinellato
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