L’azzurro da domenica va a caccia di un contratto: “Vorrei rimanere a Philadelphia, sono una gran bella organizzazione che penso possa diventare una delle migliori della lega”
In tre mesi a Philadelphia, Marco Belinelli si ¨¨ ricordato di che pasta ¨¨ fatto. L’italiano da pi¨´ tempo in Nba ha capito che uno come lui, un ?giocatore di sistema che ha bisogno di giocare per qualcosa di importante?, deve far parte di una squadra con una struttura e tante ambizioni. E che abbia ben chiaro che il 32enne tornato da met¨¤ maggio nella sua San Giovanni in Persiceto (Bologna) non ¨¨ solo un tiratore o un veterano, ma un giocatore intelligente e completo. Belinelli alle 6 italiane di domenica comincia l’ennesima free agency della sua carriera: ¨¨ senza contratto, dopo la parentesi nella citt¨¤ dell’amore fraterno in cui ha giocato per sua stessa ammissione il miglior basket della sua carriera. Gli ¨¨ gi¨¤ capitato 5 volte in carriera di doversi cercare un contratto: l’ultima in estate, nel 2015, fin¨¬ per dire s¨¬ all’offerta dei Sacramento Kings: il contratto finora pi¨´ ricco della sua carriera (19 milioni di dollari per tre anni), ma troppe promesse non mantenute che l’hanno portato a proseguire il suo personale tour della Association a Charlotte, ad Atlanta e poi a Philadelphia. Le pretendenti, dopo l’ottimo finale di stagione con i Sixers (13,6 punti di media in 28 partite, tirando col 38,5% da tre) e gli ottimi playoff (soprattutto i 16,6 punti di media nelle 5 partite del primo turno contro Miami,), non dovrebbero mancare. A cominciare proprio dai suoi Sixers, innamoratisi a prima vista (sar¨¤ stato il debutto a San Valentino...) di quello che ¨¨ diventato il loro Rocky e pronti a riprenderselo, soprattutto se la caccia a LeBron James, il free agent pi¨´ ambito dell’estate, dovesse chiudersi con un nulla di fatto lasciando intatto lo spazio salariale da destinare a giocatori come Belinelli, JJ Redick o Amir Johnson.
Brett Brown, coach di Philadelphia, con Marco Belinelli. Afp
Marco, dove sar¨¤ alle 6 del mattino del primo luglio?
“A casa, a San Giovanni. Oppure in palestra ad allenarmi, ho gi¨¤ ripreso da tre settimane”.
“A casa, a San Giovanni. Oppure in palestra ad allenarmi, ho gi¨¤ ripreso da tre settimane”.
Niente ansia da free agency?
“No, non molta. E’ normale che ci sia un pochino di agitazione e la curiosit¨¤ di capire la tua nuova destinazione. Ma sono sempre stato abbastanza tranquillo in questo periodo”.
“No, non molta. E’ normale che ci sia un pochino di agitazione e la curiosit¨¤ di capire la tua nuova destinazione. Ma sono sempre stato abbastanza tranquillo in questo periodo”.
Non vive col telefonino sempre a portata di mano?
“Quello s¨¬, tengo sempre acceso sia quello italiano che quello americano, anche di notte. Ricordo l’anno scorso, quando Charlotte mi mand¨° ad Atlanta in cambio di Dwight Howard il giorno prima del draft. Ero in Italia, erano le 3 del mattino e ricordo ancora quanto fu strano cambiare squadra di notte, saperlo mentre ero a letto. In quella circostanza non avevo voce in capitolo, essendo sotto contratto. Stavolta sar¨¤ diverso perch¨¦ posso dire la mia”.
“Quello s¨¬, tengo sempre acceso sia quello italiano che quello americano, anche di notte. Ricordo l’anno scorso, quando Charlotte mi mand¨° ad Atlanta in cambio di Dwight Howard il giorno prima del draft. Ero in Italia, erano le 3 del mattino e ricordo ancora quanto fu strano cambiare squadra di notte, saperlo mentre ero a letto. In quella circostanza non avevo voce in capitolo, essendo sotto contratto. Stavolta sar¨¤ diverso perch¨¦ posso dire la mia”.
Dove vorrebbe giocare?
“Non ho mai nascosto che a Philadelphia mi sono trovato molto bene. Ma non voglio fare proclami e dire che torner¨° sicuramente l¨¬: so benissimo che pu¨° succedere di tutto durante la free agency. Spero di trovare un contratto importante in una squadra con tante ambizioni”.
“Non ho mai nascosto che a Philadelphia mi sono trovato molto bene. Ma non voglio fare proclami e dire che torner¨° sicuramente l¨¬: so benissimo che pu¨° succedere di tutto durante la free agency. Spero di trovare un contratto importante in una squadra con tante ambizioni”.
Quando pensa di trovare un contratto?
“So di avere davanti una lista abbastanza lunga, che prima che possa sistemarmi io deve piazzarsi gente come LeBron, Kevin Durant e Chris Paul. Penso comunque di avere un contratto entro le prime due settimane di luglio. Massimo le prime tre”.
“So di avere davanti una lista abbastanza lunga, che prima che possa sistemarmi io deve piazzarsi gente come LeBron, Kevin Durant e Chris Paul. Penso comunque di avere un contratto entro le prime due settimane di luglio. Massimo le prime tre”.
Come decider¨¤ dove andare?
“Le squadre contattano Sam, il mio agente. Lui e mio fratello Umberto, che lavora con lui a Los Angeles, di solito mi chiamano col vivavoce e ci confrontiamo: quale team mi ha cercato, che offerta ha fatto, che tipo di squadra si ¨¨ fatta avanti, quello che potrebbe essere il mio ruolo, cosa hanno detto il general manager o il coach durante la chiacchierata col mio agente. Poi ci riflettiamo su e aspettiamo, consapevoli di quanto sia importante non prendere decisioni affrettate”.
“Le squadre contattano Sam, il mio agente. Lui e mio fratello Umberto, che lavora con lui a Los Angeles, di solito mi chiamano col vivavoce e ci confrontiamo: quale team mi ha cercato, che offerta ha fatto, che tipo di squadra si ¨¨ fatta avanti, quello che potrebbe essere il mio ruolo, cosa hanno detto il general manager o il coach durante la chiacchierata col mio agente. Poi ci riflettiamo su e aspettiamo, consapevoli di quanto sia importante non prendere decisioni affrettate”.
Rifarebbe una scelta come quella di tre anni fa, quando and¨° in una squadra di secondo piano come Sacramento che per¨° metteva sul piatto un’offerta economica importante?
“Devo ammetterlo: non lo rifarei. In quelle situazioni per¨° non ¨¨ facile gestire le tante cose che ti succedono. E se arriva un’offerta economica importante, per un giocatore della mia et¨¤ diventa un fattore da tenere in considerazione. Quello che mi interessa pi¨´ di ogni cosa, quello che guider¨¤ la mia scelta, ¨¨ la voglia di giocare in una squadra che punta ai playoff o addirittura al titolo. Mi conosco, so che sono uno che ha bisogno di giocare in una squadra di sistema e con ambizioni importanti, perch¨¦ questo mi mette in condizioni di dare di pi¨´. Vincere mi piace troppo”.
“Devo ammetterlo: non lo rifarei. In quelle situazioni per¨° non ¨¨ facile gestire le tante cose che ti succedono. E se arriva un’offerta economica importante, per un giocatore della mia et¨¤ diventa un fattore da tenere in considerazione. Quello che mi interessa pi¨´ di ogni cosa, quello che guider¨¤ la mia scelta, ¨¨ la voglia di giocare in una squadra che punta ai playoff o addirittura al titolo. Mi conosco, so che sono uno che ha bisogno di giocare in una squadra di sistema e con ambizioni importanti, perch¨¦ questo mi mette in condizioni di dare di pi¨´. Vincere mi piace troppo”.
Torniamo a Philadelphia, quindi. Cosa hanno di speciale i Sixers?
“Sono una gran bella organizzazione che penso possa diventare una delle pi¨´ grandi squadre Nba. Mi sono trovato davvero bene l¨¬: per coach Brown (che si mosse in prima persona per convincerlo a dire s¨¬ ai Sixers, ndr), per i compagni di squadra, per il tifo caldo che c’era al palazzo, il Wells Fargo Center. E’ una squadra che ha voglia di vincere. Mi piacerebbe davvero rimanere l¨¬, soprattutto ora che come assistente ¨¨ arrivato Monty Williams, che ¨¨ stato mio coach a New Orleans. Vedremo per¨° quali squadre si faranno avanti e valuteremo cosa fare”.
“Sono una gran bella organizzazione che penso possa diventare una delle pi¨´ grandi squadre Nba. Mi sono trovato davvero bene l¨¬: per coach Brown (che si mosse in prima persona per convincerlo a dire s¨¬ ai Sixers, ndr), per i compagni di squadra, per il tifo caldo che c’era al palazzo, il Wells Fargo Center. E’ una squadra che ha voglia di vincere. Mi piacerebbe davvero rimanere l¨¬, soprattutto ora che come assistente ¨¨ arrivato Monty Williams, che ¨¨ stato mio coach a New Orleans. Vedremo per¨° quali squadre si faranno avanti e valuteremo cosa fare”.
Il suo ruolo in squadra sar¨¤ determinante nella sua scelta?
“No. Titolare o riserva a me non cambia molto: mi interessa avere un ruolo importante in una squadra forte, come ¨¨ stato nel finale di stagione a Philadelphia. In fondo, esclusi i due anni a New Orleans in cui ho giocato titolare, sono sempre stato usato dalla panchina come settimo o ottavo uomo”.
“No. Titolare o riserva a me non cambia molto: mi interessa avere un ruolo importante in una squadra forte, come ¨¨ stato nel finale di stagione a Philadelphia. In fondo, esclusi i due anni a New Orleans in cui ho giocato titolare, sono sempre stato usato dalla panchina come settimo o ottavo uomo”.
Davide Chinellato
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