Golden State chiude sul 4-1 i conti con San Antonio, ancora allenata da Ettore Messina. I Celtics ritrovano il loro motorino e si prendono gara-5 contro i Bucks
Golden State raggiunge New Orleans in semifinale a Ovest, chiudendo sul 4-1 i conti con San Antonio, allenata anche in gara-5 da Ettore Messina. A Est invece Boston si prende un preziosissimo vantaggio 3-2 su Milwaukee: per il successo di gara-5 fondamentale il rientro di Marcus Smart. Gara-6 ¨¨ in programma gioved¨¬ a casa Bucks.
Draymond Green e Kevin Durant festeggiano il passaggio del turno. Epa
Golden State Warriors-San Antonio Spurs 99-91 (I Warriors vincono la serie 4-1)
Ha vinto la squadra pi¨´ forte. Golden State chiude sul 4-1 i conti con San Antonio, conquistando gara-5 99-91 e guadagnandosi la semifinale contro New Orleans (primo atto sabato a Oakland). Nonostante l’orgoglio degli Spurs, di Ettore Messina anche nella quinta sfida in cui sono quasi stati capaci di un’incredibile rimonta, non c’¨¨ mai stata partita: troppo superiori i Warriors (irresistibili anche senza Steph Curry grazie al talento di Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green) ad una squadra che oltre al suo miglior giocatore (Kawhi Leonard, l’unico che avrebbe potuto riequilibrare questa serie) ha perso per strada anche il suo condottiero, Gregg Popovich, fermato prima di gara-3 dalla morte della moglie. Gli Spurs ci hanno provato, spaventando i Warriors con la loro aggressivit¨¤ in gara-2, prendendosi la quarta partita con l’orgoglio e la classe dei loro veterani e quasi firmando un’improbabile rimonta in gara-5: armi buone per vincere una sfida, non per battere 4 volte su 7 i campioni in carica, tornati quasi perfetti dopo il brutto finale di regular season. Golden State adesso pu¨° concentrarsi su New Orleans: coach Kerr ¨¨ gi¨¤ stato sfidato da Alvin Gentry, suo vice nella vittoriosa corsa al titolo 2015, ma dovr¨¤ preoccuparsi di come fermare lo scatenato Anthony Davis, sperando venerd¨¬ di avere buone notizie dal ginocchio sinistro diCurry. San Antonio, dopo la stagione pi¨´ strana dell’era Pop in cui ¨¨ “contenta anche solo di aver fatto i playoff” (parole di Messina prima di gara-4) invece dovr¨¤ concentrarsi su una offseason piena di incognite: il caso Leonard (solo 9 partite stagionali giocate per un infortunio al quadricipite destro che secondo i medici texani ¨¨ guarito da un pezzo), il futuro di Manu Ginobili (monumentale in gara-4, importante anche nell’ultima partita), Tony Parker (ma ha gi¨¤ detto di voler tornare, anche come riserva di Dejounte Murray) e anche di Ettore Messina, che Charlotte (ma potrebbe non essere l’unica pretendente) sembra determinata a trasformare nel primo europeo head coach di una squadra Nba.
Ha vinto la squadra pi¨´ forte. Golden State chiude sul 4-1 i conti con San Antonio, conquistando gara-5 99-91 e guadagnandosi la semifinale contro New Orleans (primo atto sabato a Oakland). Nonostante l’orgoglio degli Spurs, di Ettore Messina anche nella quinta sfida in cui sono quasi stati capaci di un’incredibile rimonta, non c’¨¨ mai stata partita: troppo superiori i Warriors (irresistibili anche senza Steph Curry grazie al talento di Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green) ad una squadra che oltre al suo miglior giocatore (Kawhi Leonard, l’unico che avrebbe potuto riequilibrare questa serie) ha perso per strada anche il suo condottiero, Gregg Popovich, fermato prima di gara-3 dalla morte della moglie. Gli Spurs ci hanno provato, spaventando i Warriors con la loro aggressivit¨¤ in gara-2, prendendosi la quarta partita con l’orgoglio e la classe dei loro veterani e quasi firmando un’improbabile rimonta in gara-5: armi buone per vincere una sfida, non per battere 4 volte su 7 i campioni in carica, tornati quasi perfetti dopo il brutto finale di regular season. Golden State adesso pu¨° concentrarsi su New Orleans: coach Kerr ¨¨ gi¨¤ stato sfidato da Alvin Gentry, suo vice nella vittoriosa corsa al titolo 2015, ma dovr¨¤ preoccuparsi di come fermare lo scatenato Anthony Davis, sperando venerd¨¬ di avere buone notizie dal ginocchio sinistro diCurry. San Antonio, dopo la stagione pi¨´ strana dell’era Pop in cui ¨¨ “contenta anche solo di aver fatto i playoff” (parole di Messina prima di gara-4) invece dovr¨¤ concentrarsi su una offseason piena di incognite: il caso Leonard (solo 9 partite stagionali giocate per un infortunio al quadricipite destro che secondo i medici texani ¨¨ guarito da un pezzo), il futuro di Manu Ginobili (monumentale in gara-4, importante anche nell’ultima partita), Tony Parker (ma ha gi¨¤ detto di voler tornare, anche come riserva di Dejounte Murray) e anche di Ettore Messina, che Charlotte (ma potrebbe non essere l’unica pretendente) sembra determinata a trasformare nel primo europeo head coach di una squadra Nba.
Tony Parker ascolta Ettore Messina, head coach degli Spurs nelle ultime 3 partite. Ap
l’ultimo atto —
L’orgoglio degli Spurs stava quasi per valere una sesta partita: sotto di 15 a 10’ dalla fine, con i Warriors in completo controllo grazie a Thompson (24 punti) e al solito battagliero Green (17 punti e 19 rimbalzi), San Antonio trascinata da Aldridge (13 dei suoi 30 punti nei 10’ conclusivi) ricuce fino al 93-91 che l’All Star firma a 57” dalla fine. Golden State, che stava gi¨¤ festeggiando, si salva dalla beffa grazie a Durant (10 degli ultimi 14 punti Warriors sono suoi), che con 4 punti di fila allontana la squadra di Messina. Bertans prima e due volte Gay poi mancano la tripla della speranza in un prolungato possesso offensivo Spurs, poi Green dalla lunetta porta ufficialmente i Warriors in semifinale. E sul 2017-18 degli Spurs scorrono i titoli di coda.
Golden State: Durant 25 (7/11 da due, 1/8 da tre, 8/8 tiri liberi), Thompson 24, Green 17. Rimbalzi: Green 19. Assist: Green 7.
San Antonio: Aldridge 30 (8/16, 0/2, 14/14 tl), Mills 18, Ginobili 10, Anderson 10. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Ginobili 7.
Golden State: Durant 25 (7/11 da due, 1/8 da tre, 8/8 tiri liberi), Thompson 24, Green 17. Rimbalzi: Green 19. Assist: Green 7.
San Antonio: Aldridge 30 (8/16, 0/2, 14/14 tl), Mills 18, Ginobili 10, Anderson 10. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Ginobili 7.
Boston Celtics-Milwaukee Bucks 92-87 (Celtics avanti 3-2 nella serie)
La prova di forza dei Celtics ¨¨ arrivata. Boston strappa il successo in gara 5 e torna in vantaggio per 3-2 nella serie con Milwaukee. Ad accendere il TD Garden ci ha pensato il rientro di Marcus Smart (9 punti, 5 rimbalzi, 6 assist e 3 stoppate in 25’), da subito il leader emotivo e tecnico di cui Boston aveva bisogno, soprattutto in una serata in cui i gioiellini Jaylen Brown e Jayson Tatum non hanno brillato. Proprio dalle mani di Smart nasce l’azione decisiva a 28” dalla fine, quando, da terra, ha inventato l’assist per il canestro di Horford (solita prova da totem, con 22 punti e 14 rimbalzi) che ha scritto +7 e fatto calare il sipario sui Bucks. Ma la mossa pi¨´ importante l’ha giocata Brad Stevens, schierando la versione “piccola” della sua Boston (con Ojeleye titolare al posto di Baynes) e costruendo una gabbia difensiva attorno ad Antetokounmpo. Il greco non ¨¨ riuscito a incidere (16 punti con soli 10 tiri presi), togliendo linfa vitale all’attacco di coach Prunty limitato al 36.8% e a soli 87 punti totali, per la peggior prova offensiva della serie. Inutili i 23 di Middleton e i 17 di Jabari Parker. Le due formazioni ora tornano nuovamente a Milwaukee, per gara 6 in programma gioved¨¬.
La prova di forza dei Celtics ¨¨ arrivata. Boston strappa il successo in gara 5 e torna in vantaggio per 3-2 nella serie con Milwaukee. Ad accendere il TD Garden ci ha pensato il rientro di Marcus Smart (9 punti, 5 rimbalzi, 6 assist e 3 stoppate in 25’), da subito il leader emotivo e tecnico di cui Boston aveva bisogno, soprattutto in una serata in cui i gioiellini Jaylen Brown e Jayson Tatum non hanno brillato. Proprio dalle mani di Smart nasce l’azione decisiva a 28” dalla fine, quando, da terra, ha inventato l’assist per il canestro di Horford (solita prova da totem, con 22 punti e 14 rimbalzi) che ha scritto +7 e fatto calare il sipario sui Bucks. Ma la mossa pi¨´ importante l’ha giocata Brad Stevens, schierando la versione “piccola” della sua Boston (con Ojeleye titolare al posto di Baynes) e costruendo una gabbia difensiva attorno ad Antetokounmpo. Il greco non ¨¨ riuscito a incidere (16 punti con soli 10 tiri presi), togliendo linfa vitale all’attacco di coach Prunty limitato al 36.8% e a soli 87 punti totali, per la peggior prova offensiva della serie. Inutili i 23 di Middleton e i 17 di Jabari Parker. Le due formazioni ora tornano nuovamente a Milwaukee, per gara 6 in programma gioved¨¬.
L'energia di Marcus Smart, al rientro, ¨¨ stata fondamentale per Boston. Epa
la partita —
L’avvio rispecchia quello che sar¨¤ l’intero andamento del match: freddo, fisico e a tratti nervoso. I Celtics sono i primi a mettere il naso avanti. Horford inizia aggressivo, mentre Rozier e Morris infilano i canestri che valgono il +8. I Bucks sono in difficolt¨¤: Antetokounmpo ¨¨ braccato a vista, Middleton fatica ad entrare in ritmo a causa del trattamento rivoltogli da Smart, che ringhia su ogni possesso. Il 28% dal campo nel 1¡ã periodo ¨¨ ben poca roba per la squadra di Prunty, che rischia di perdere terreno nella parte conclusiva del 2¡ã periodo, quando Horford e Ojeleye infilano il +16. I problemi offensivi dei Celtics, per¨°, tornano a galla e provocano un blackout lungo 1 minuto che regala agli avversari il mini break di 7-0 per il -9 alla sirena del riposo lungo. Nella ripresa Milwaukee sfiora l’impresa: l’impatto di Muhammad dalla panchina (11 punti in 4 minuti) tiene a galla nel 3¡ã quarto, i canestri di Parker e Middleton permettono invece di tornare fino al -5 a 1’49” dalla sirena finale. La giocata decisiva di Boston arriva da Marcus Smart, che pasticcia ma raccoglie da terra il pallone e lo regala ad Al Horford smarcato sotto canestro per il +7 con soli 28” rimasti. Il tempo per l’ultimo brivido, con la tripla di Middleton che vale il nuovo -4. A metter in ghiaccio ci pensano i liberi di Rozier e Horford.
Boston: Horford 22, Rozier 16, Brown 14; rimbalzi: Horford 14; assist: Rozier 5 .
Milwaukee: Middleton 23, Parker 17, Antetokounmpo, Bledsoe 16; rimbalzi: Antetokounmpo 10; assist: Antetokounmpo 9.
Boston: Horford 22, Rozier 16, Brown 14; rimbalzi: Horford 14; assist: Rozier 5 .
Milwaukee: Middleton 23, Parker 17, Antetokounmpo, Bledsoe 16; rimbalzi: Antetokounmpo 10; assist: Antetokounmpo 9.
Chinellato-Grazioli
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