I Sixers si godono il 4-1 su Miami e guardano con fiducia alla semifinale di conference. Coach Brown: "Possiamo crescere ancora". L'impatto di Belinelli, come il talento di Embiid e Simmons, tra le chiavi dell'impresa
I 76ers sono cresciuti in maniera esponenziale. Una squadra che guarda al futuro ha capito che il presente pu¨° gi¨¤ regalare grandi soddisfazioni come aveva detto, senza mezze misure come nel suo stile, Joel Embiid alla vigilia di gara-5 con Miami. “Il futuro? Il nostro momento ¨¨ adesso - aveva detto l’idolo di Philly -: abbiamo un gruppo speciale e possiamo competere per il titolo”. Parole rischiose soprattutto se pronunciate prima di un match cos¨¬ importante, ma questi 76ers adesso hanno acquisito una sicurezza, e perfino una maturit¨¤, davvero sorprendenti per una squadra cos¨¬ giovane. E in gara-5 nonostante la fisicit¨¤ di Miami, i problemi al tiro e il coraggio degli Heat le risposte ancora una vola sono arrivate. “Abbiamo tirato male nelle ultime quattro partite - conferma JJ Redick al termine della sfida che ha aperto le porte al secondo turno ai 76ers - in gara-5 abbiamo tirato con 7/28 da tre, eppure abbiamo vinto con un margine in doppia cifra”.
Joel Embiid, 24 anni, uno dei simboli di Philadelphia. Ap
maturit¨¤ —
La riprova di quanto questo gruppo sia cresciuto negli ultimi mesi arriva proprio da queste considerazioni. Anche quando il tiro non entra con regolarit¨¤ Philadelphia trova il modo di indirizzare il match a suo favore. Essere la miglior squadra al rimbalzo in questa postseason (peraltro con ben 13.2 rimbalzi offensivi di media) aiuta, poter contare finalmente su Embiid che anche quando fatica in attacco in difesa riesce sempre a intimidire gli avversari, anche. E poi c’¨¨ Ben Simmons. Il rookie delle meraviglie cresce partita dopo partita e nulla, nemmeno la crescente fisicit¨¤ degli avversari, sembra infastidirlo. “Sono incredibilmente orgoglioso di questo gruppo - commenta entusiasta Brett Brown al termine di gara-5 -: abbiamo fatto qualcosa di straordinario e abbiamo ancora grandi margini di miglioramento. Sono convinto che questa squadra possa continuare a crescere con l’andare delle partite in questa postseason”. Grandi meriti devono essere riconosciuti anche a coach Brown, capace di leggere con intelligenza tutti gli “adjustment” di Erik Spoelstra nella serie e di rispolverare nella rotazione giocatori come Anderson e McConnell (togliendo minuti d Fultz) che alla fine hanno dato un contributo importante.
playoff beli —
Capitolo a parte lo merita naturalmente Marco Belinelli. L’azzurro ha disputato la sua miglior serie di posteason in carriera e non solo per le cifre. 16.6 punti di media (miglior marcatore dalla panchina assoluto di questi playoff Nba) valgono tanto, e superano gli 11.7 a partita firmati nel 2013 nella sfida Bulls-Nets, ma spiegano solo in parte il contributo dell’azzurro che va in doppia cifra da ben 19 partite consecutive. In gara-5 Beli ha faticato al tiro, eppure ¨¨ risultato decisivo nel finale con le tre giocate, un canestro dal perimetro, uno da sotto e uno splendido assist a Redick, che hanno chiuso i discorsi, spedendo Philly al secondo turno. “Abbiamo giocato una grande serie, molto fisica, contro una squadra che produce una buonissima pallacanestro - chiude il bolognese - per quanto mi riguarda credo sia importante trovare il modo di dare sempre una mano alla squadra, anche nelle serate non facili al tiro”. Ora Philadelphia fa davvero paura a tutti a Est.
Simone Sandri
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