Il centro tedesco, 40 anni, arriv¨° in Texas nel 1998: mai nessuno si ¨¨ legato a una franchigia Nba per cos¨¬ tanto tempo. Ricever¨¤ 5 milioni di dollari
Dirk Nowitzki rinnova il contratto con i Dallas Mavericks per un’altra stagione. Il 40enne lungo tedesco sar¨¤ pagato dai texani 5 milioni di dollari. Non c’¨¨ la notizia, direte. Era scontato. Forse, anzi, probabilmente. Per¨° provate a pensarci un attimo. Nowitzki anzitutto giocher¨¤ la 21ma stagione per Dallas: ¨¨ un record. Mai nessun atleta ne aveva disputate sinora pi¨´ di 20 con la maglia della stessa franchigia. E ancora: dopo le separazioni traumatiche di Leonard da San Antonio (e DeRozan da Toronto, contestualmente) o di Thomas da Boston, per non parlare delle decisioni di business di LeBron o Durant, persino di Tony Parker, in una situazione simile al biondo che fa canestro, quella di Dirk resta forse l’ultima bandiera che sventola orgogliosa in Nba. In attesa del (eventuale) ritorno di Ginobili, quantomeno…
LA STRANA COPPIA —
Dirk per background culturale, un tedesco nella terra del football, dei Dallas Cowboys, non pareva esattamente l’incastro pi¨´ naturale quando arriv¨° nel North Texas nel 1998. Scelto al numero 9 del Draft da Milwaukee e scambiato con Dallas, appunto. Per la cronaca – e per la dabbenaggine altrui - scelto dietro Olowokandi, chiamata numero 1 assoluta, ma pure dopo LaFrentz, Jamison e Robert Traylor, solo come lunghi. Eppure Nowitzki ha saputo piantare bandiera in Texas: dove everything is bigger – tutto ¨¨ pi¨´ grande -, persino la lealt¨¤, evidentemente. Business insider ha calcolato che il tedesco abbia rinunciato almeno a 194 milioni di dollari, per aiutare i Mavs a rafforzarsi. Facendo sconti costanti nel corso della carriera. Ha certo aiutato il rapporto con Mark Cuban, proprietario effervescente, spesso polemico, altrettanto spesso illuminato. E certo amico, prima ancora di datore di lavoro, del tedesco. Che nel 2011 gli ha regalato, da Mvp, il titolo, nelle Finals vittoriose contro Miami, contro pronostico e logica di talento. Ma Dirk, molto “duncaniano” come stella Nba - basso profilo, la squadra prima di tutto – sconfisse LeBron/Wade/Bosh giocando all’europea, da stella al servizio dei compagni prima ancora che da inarrestabile macchina da punti. E per la precisione, Dirk di punti, solo in stagione regolare, ne ha segnati addirittura 31.187, sesto ogni epoca. Davanti a James e in scia a Chamberlain, che sorpasser¨¤ nel corso della prossima stagione. Dirk, 13 volte All Star, 12 volte quintetto All Nba, non ¨¨ pi¨´ la forza di un tempo. Statico come un segnale stradale di una highway, in difficolt¨¤ soprattutto in difesa. I cambi sul perimetro per lui sono un incubo, adesso. Ma quel tiro in sospensione resta da fotografia. Da far studiare ai ragazzi. Finisce ancora col ciuff della retina. E Smith e Doncic, i suoi eredi da uomini franchigia, da lui non potranno che imparare, condividendo per altri 12 mesi il suo spogliatoio. Come dice Cuban: “Dirk ha cambiato il gioco, da lungo tiratore”. E nell’epoca delle stelle tutte uguali, soldi e carriera oltre i sentimenti, ribadisce che la strada meno transitata non ¨¨ per forza quella peggiore. Semmai ¨¨ unica.
Riccardo Pratesi
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