Chris Paul, 28 anni, 555 partite Nba in carriera. Afp

Per molti, Chris Paul è già riuscito a fare l'impossibile, trasformando una squadra in difficoltà come i Los Angeles Clippers in una potenza della Western Conference. Ma adesso si è preso carico di un'altra grande impresa: ridar vita all'agonizzante associazione dei giocatori dell'Nba. Paul è stato eletto presidente del sindacato giocatori mercoledì scorso, prendendo il posto di Derek Fisher e dando alla tribolata organizzazione una stella come leader, cosa di cui aveva estremo bisogno.

periodo difficile — Il voto dei rappresentanti dei giocatori Nba è arrivato sei mesi dopo il licenziamento di Billy Hunter dalla carica di direttore esecutivo, una posizione ancora vacante a seguito di 18 mesi di lotte interne e colpi di scena avvenuti durante le trattative per l'ultimo accordo collettivo. Hunter ha risposto lo scorso maggio intentando una causa per licenziamento senza giusta causa e accusando Fisher di essere stato in combutta con i dirigenti Nba durante il lockout del 2011.

12 anni dopo ewing — "Non importa che io sia presidente o primo vice presidente, quel che conta sono i giocatori", ha dichiarato Paul mercoledì sera. Una delle doti migliori del giocatore in campo e l'abilità di coinvolgere tutti e far giocare al meglio i propri compagni di squadra. Adesso proverà a fare lo stesso nel sindacato. In seguito al lockout e alle cause legali, molti giocatori e altri osservatori esterni hanno cominciato a ritenere che un grande nome al comando avrebbe ridato morale al gruppo e riacceso l'interesse delle stelle dell'Nba. Una volta questa era la routine, giocatori franchigia come Bob Cousy, Oscar Robertson, Alex English e Isiah Thomas sono stati presidenti del sindacato. tuttavia, Paul, sei volte All Star e ritenuto da molti il miglior playmaker dell'Nba, è la prima grande stella a ricoprire questo ruolo dopo la fine del mandato di Patrick Ewing nel 2001. Dopo di lui la carica è stata affidata a giocatori di ruolo come Michael Curry, Antonio Davis e Derek Fisher. "Non era un requisito fondamentale, ma credo che avere uno come lui che si prende la responsabilità di fare un passo avanti e assumere questa carica possa darci un po' più di morale - dice Anthony Tolliver, ala dei Charlotte Bobcats -. Vuol dire molto per noi".

carriera sindacale — Negli ultimi quattro anni Paul ha ricoperto la carica di vice presidente e quindi è ben al corrente delle dinamiche interne al sindacato e dei problemi che lo hanno affitto negli ultimi tempi. "Per me era come una sfida, qualcosa che sapevo di poter gestire - dice Paul -. E' un'opportunità incredibile, questa carica porta con sé anche molte responsabilità, ma sono davvero fortunato ad avere questi ragazzi nel comitato. Gli ultimi due giorni sono stati fantastici, anche il dialogo che abbiamo avuto col comitato esecutivo e con i giocatori che sono venuti in città è stato strabiliante". La decisione di assumere un nuovo direttore esecutivo che sostituisca il vuoto lasciato da Hunter verrà presa in un secondo momento. "Ne abbiamo parlato, ma non c'è fretta - dice Paul -. Prima di tutto dobbiamo ripristinare l'ordine interno e assicurarci che tutto vada per il verso giusto". Durante le riunioni al Venetian Hotel, Roger Mason Jr. è stato eletto primo vice presidente sostituendo Jerry Stackhouse, il quale ha rassegnato le proprie dimissioni anche se ci si aspetta che continuerà ad avere un ruolo nel sindacato. Sono molti i punti rimasti in sospeso che la lega vorrebbe discutere col sindacato, tra cui l'introduzione di test antidoping tesi all'individuazione dell'Hgh, l'ormone della crescita. Il commissioner David Stern, che andrà in pensione a Febbraio lasciando le redini del comando al suo vice Adam Silver, aveva dichiarato più volte durante l'estate che tali test per l'Hgh erano una priorità assoluta. "Chris è un All Star sia come giocatore che come persona e siamo ben lieti di lavorare con lui" ha detto Silver in un comunicato stampa.

ricostruzione — Tolliver, uno dei rappresentanti dei giocatori più impegnati, e Steve Blake sono stati eletti vice presidenti, sostituendosi a Paul e Mason. "Non stiamo parlando di un ruolo ricoperto da me o da qualcun altro - dice Paul -. Ma del gruppo e dei giocatori. Penso alla mia esperienza e credo che l'importante sia far crescere questo sport, espandere il nostro brand e continuare a far sì che i giocatori siano coinvolti in modo da far sentire la nostra voce. I ragazzi sanno bene che è il sindacato di tutti, nessuno è più grande del gruppo". Paul ha dichiarato che il sindacato ha bisogno di essere "ricostruito" e che non vede l'ora di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Tolliver si è dimostrato d'accordo, dichiarando che è arrivata l'ora di "ripartire da zero" dopo il recente periodo fatto di tribolazioni. "Vogliamo assicurarci che tutto ciò che è avvenuto negli ultimi 12 mesi all'interno del sindacato non avvenga mai più - dice Tolliver -. Dobbiamo lavorare molto, è una grande responsabilità e sono contento di farne parte". La nomina di Paul potrebbe spianare la strada a un maggior coinvolgimento da parte dei più grandi nomi di questo sport. Per esempio, anche LeBron James aveva preso in considerazione l'idea di candidarsi prima di decidere di non farlo, mentre Paul è un giocatore da All-Nba first team che ha stretti legami con James da anni. "Da quando sono in Nba le superstar sono venute ogni tanto alle riunioni, ma non così spesso - dice Tolliver -. Il fatto che LeBron James abbia addirittura preso in considerazione l'idea di candidarsi a presidente mi fa capire che sarà maggiormente coinvolto in futuro… Visto che lui è il volto del nostro sport ci piacerebbe molto che sia coinvolto il più possibile. Ma non solo lui, vogliamo che tutti i maggiori nomi dell'Nba facciano la loro parte".