Kent Bazemore in difesa su Deron Washington (Charlotte). Ap

Sarà tra Phoenix e Golden State la prima finale di sempre della Summer League di Las Vegas, che stanotte assegnerà il platonico titolo estivo della Nba tra le due squadre che meglio hanno approcciato la competizione. I Suns, vincenti sui Miami Heat 91-89 col canestro decisivo di Markieff Morris a 22” dalla fine, con almeno cinque giocatori di rotazione in stagione regolare; i Warriors, sempre in controllo sui Charlotte Bobcats nella seconda semifinale (75-67), con la miglior identità di squadra, fatta di difesa e contropiede.

PJ TUCKER (PHOENIX) — Veterano delle Summer League, a questa edizione ci arrivava dopo la sua miglior stagione in Nba, giocata alla soglia dei 28 anni dopo un lungo peregrinare europeo che l'ha visto anche brevemente in Italia, a Montegranaro. Mago del post up contro gli esterni più piccoli o meno fisici di lui, ha fatto impazzire quelli di Miami con 19 punti in soli 11 tiri, ricavandone quattro fondamentali prima del rimbalzo offensivo che ha dato a Markieff Morris il possesso decisivo. Avellino ha già bussato alla sua porta, ma i Suns prima di usare la team option e uscire dal contratto ci penseranno due volte.

DRAYMOND GREEN (GOLDEN STATE) — Seconda doppia doppia consecutiva per l'ex Michigan State, che in questa Summer League ha spesso litigato con le percentuali, ma a livello di impatto sul gioco ha sempre risposto presente, tra gli efficaci aiuti difensivi e la capacità di dare il via alla transizione da rimbalzo difensivo. 15 punti e 12 rimbalzi i suoi numeri contro i Bobcats orfani di mezza rotazione (out Taylor, Zeller, Biyombo e Kidd-Gilchrist); 11 nell'allungo del primo tempo attaccando l'uno contro uno di potenza.

James Ennis, scelto da Miami col numero 50. Ap

JAMES ENNIS (MIAMI) — A ieri, nella sua Summer League, mancava solo l'acuto vero e proprio: è arrivato nel primo tempo contro i Suns, dove si è preso la scena con 17 punti confermando grande facilità nel fare canestro. Ha tiro (4/8 contro Phoenix, 43% complessivo a Las Vegas), ma anche atletismo e braccia lunghe, che gli consentono di essere un fattore anche in uno contro uno. 25 con 9 rimbalzi, 6 dei quali in attacco, l'unico neo del suo match è la palla persa sull'ultimo possesso Heat. Ma con la scelta n°50, Miami non poteva sperare di pescar meglio.

JAMES NUNNALLY (MIAMI) — L'alter ego di Ennis, con 21 dei suoi 24 arrivati nella ripresa. Più precisamente, ne ha segnati 16 nel solo 3° periodo, quando ha ispirato la rimonta dal -20 che poi ha perfezionato lui stesso con la tripla dell'84-83 a meno di 4 minuti dalla fine. Come Ennis, l'ex California Santa Barbara che ha speso il suo anno da rookie a Bakersfield, è un tiratore (5/6 da tre contro i Suns) che può produrre punti istantanei uscendo dalla panchina, e che quando entra in ritmo sa fare canestro in diversi modi. Basterà per l'invito al training camp?

CAMERON JONES (GOLDEN STATE) — Accanto a Bazemore, è salito di tono gara dopo gara, fino ai 18 punti contro Dallas nei quarti ed ai 16 contro Charlotte con 3/3 nelle triple, compresa quella fondamentale quando i Bobcats sono rientrati a -2. Giocatore più migliorato dell'ultima stagione Nbdl, nel sistema di Warriors è entrato alla perfezione per la capacità di guidare la transizione con ordine e di colpire con l'arresto e tiro. Combo-guard abbastanza completa dal punto di vista tecnico, sempre in controllo (6 perse in 6 gare), pecca in atletismo: si merita un training camp ma pure l'Europa lo guarda con interesse.