Soprannominato “The Human Highlight Film”, port¨° Atlanta a rivaleggiare con le big dell’Est negli Anni ‘80, prima di passare anche da Grecia e Italia in maglia Fortitudo
Quando come soprannome ti affibbiano The Human Highilight Film, diventa automatico aspettarsi da te solo spettacolo puro. Eppure Dominique Wilkins era molto di pi¨´. Era un competitor, uno di quelli che in campo metteva sempre la squadra davanti ai numeri individuali. Non ha avuto la fortuna di giocare in grandissime squadre, anche se gli Atlanta Hawks hanno spesso dato filo da torcere alle padrone dell’Est di quegli anni, Boston Celtics su tutte. Ma ha lasciato il segno come pochi altri. Anche in Italia, dove purtroppo per¨° il suo ricordo ¨¨ legato a quel fallo fantasma (ancora oggi giura su quanto ha di pi¨´ caro di non aver toccato il gomito di Sasha Danilovic) che di fatto tolse lo scudetto ‘98 alla Fortitudo Bologna.
L’INIZIo —
Nasce a Parigi nel 1960, suo padre era di stanza l¨¬ in quanto aviere dell’Air Force, fa la vita del classico “Military brat” ovvero il figlio di un militare, sbalzato da una citt¨¤ all’altra, seguendo i vari spostamenti del padre. Trova finalmente fissa dimora nel North Carolina ma ¨¨ ad Athens, con la University of Georgia, dove si fa una reputazione come giocatore altamente spettacolare ma al tempo stesso molto redditizio. Nel draft ‘82 venne chiamato con la scelta numero tre, dietro James Worthy e Terry Cummings, dagli Utah Jazz, che per¨° dopo qualche mese, vista la riluttanza di Nique nel giocare a Salt Lake City, si videro costretti a cederlo agli Hawks per 1 milioni di dollari cash, Freeman Williams e John Drew, in quello che pu¨° essere considerata una delle peggiori trade di sempre. “Volevano farmi giocare da ala pivot - ha raccontato Wilkins qualche tempo fa - ma ero un’ala piccola. Certo, ripensandoci, con Stockton e Malone avrei potuto vincere qualche anello. Anzi, ne sono certo: ne avremmo vinti parecchi”. Ad Atlanta e poi con Clippers, Celtics, Spurs e Magic, con le sole eccezioni del suo anno da rookie e delle ultime 3, non and¨° mai sotto i 20 punti di media.
momento top —
Nel 1986 vinse il titolo di capocannoniere a oltre 30 punti di media (30.3) e con lui gli Hawks arrivarono a vincere 50 partite in una stagione per 4 anni di fila. Ma il singolo momento che pi¨´ di ogni altro ¨¨ rimasto scolpito nelle menti dei tifosi ¨¨ sicuramente quella incredibile sfida a colpi di canestri con Larry Bird in gara-7 di semifinale Est 1988. Era il 22 maggio, la serie sul 3-3, il parquet incrociato del Garden a far da teatro al duello rusticano. Un botta e risposta mozzafiato, che fin¨¬ con Nique a quota 47 e Larry a 34, 20 dei quali per¨° nell’ultimo quarto. Il 118-116 finale spezz¨° il cuore a Wilkins. “Il canestro era come un pozzo - ricorda lui - Io non sbagliavo mai, lui non sbagliava mai. Si decise solo all’ultimo tiro. E’ la pi¨´ grande gara che abbia mai giocato o a cui abbia mai assistito. Eravamo due che non proprio non volevano sapere di perdere”.
l’addio —
Wilkins gioc¨° sino a 39 anni, inframezzando la sua carriera Nba con due stagioni in Europa, prima col Panathinaikos Atene di Vrankovic, Giannakis e Alvertis, con cui vinse l’Eurolega 1996 alle Final Four disputate nella sua citt¨¤ natale, al Palais des Sports de Bercy, poi (dopo un campionato pro’ con gli Spurs) con la Fortitudo Bologna. Chiuse infine rientrando in Nba, ma senza lasciar traccia nella manciata di gare giocate con Orlando accanto al fratello Gerald. La sua maglia numero 21 ¨¨ stata ritirata dagli Hawks che gli hanno anche dedicato una statua che campeggia dinanzi all’ingresso della Phillips Arena di Atlanta. Wilkins ¨¨ ancora oggi il miglior realizzatore nella storia della franchigia.
i numeri —
In 1074 partite con i pro’ ha realizzato 24.8 punti a gara, conditi da 6.7 rimbalzi e 2.5 assist. La sua miglior stagione fu quella ‘85-86, a 30.3 di media (capocannoniere). Ha partecipato a 9 All Star Game. Vanta un massimo in carriera di 57 punti, realizzato due volte.
i TRIONFI —
Oro ai Mondiali del ‘94 con la maglia degli Usa. Due vittorie alla gara delle schiacciate dell’All Star Weekend. Campione Eurolega (da mvp) ‘96 col Pana, con cui ha vinto anche campionato e coppa di Grecia, sempre da mvp. Giocatore dell’anno nella Southeastern Conference nel 1981. Eletto nella Hall of Fame nel 2006.
Massimo Oriani
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