Il tuttofare di Stevens ¨¨ restricted free agent ma scambia messaggi d'amore con la dirigenza. Il g.m. Ainge intanto prepara il draft: la squadra avrebbe bisogno di pochi ritocchi, ma le tentazioni e i jolly da giocarsi sul mercato non mancano
Nuova casa, vecchie abitudini. I Celtics nel nuovo centro di allenamento a downtown Boston e hanno portato anche Marcus Smart. O meglio, il suo armadietto. La targhetta con nome e numero 36 svetta in spogliatoio, nonostante il pitbull di casa Stevens sia free agent. Franchigia e giocatore si sono scambiati parole d’amore gi¨¤ dal post gara-7 di finali di Conference contro i Cavs. Questione Smart a parte, i Celtics non dovrebbero vivere un'estate travolgente, ingessati dal salary cap e sicuri di un gruppo che con i recuperi di Kyrie Irving e Gordon Hayward si preannuncia da corsa. Con Danny Ainge e tutti gli asset a sua disposizione (un arsenale di talenti in rampa di lancio e scelte al draft) non ci si annoia mai, soprattutto durante la notte del Draft…
Marcus Smart tende la mano a Jayson Tatum e Marcus Morris. Afp
stevens —
“Tutti, qui a Boston, vogliono che Smart torni con noi - dice chiaro coach Stevens -. Io e Ainge la pensiamo allo stesso modo. ? un vincente nato e riesce a contagiare con il suo atteggiamento e la sua voglia”. L'unico ostacolo tra Boston e la conferma del suo restricted free agent potrebbe essere l'ingaggio, soprattutto dopo le parole di Smart dopo la fine della serie con i Cavs (“Sono un giocatore da 12/14 milioni a stagione”). I Celtics possono tenerlo pareggiando qualsiasi offerta, ma che succederebbe se ci fosse qualche squadra pronta a fare follie per un giocatore che odi se ce l'hai contro ma ami se ¨¨ nella tua squadra? “L’unica parte del lavoro a cui non ho accesso e non conosco ¨¨ quella legata ai soldi. Ma so che tutti vogliono Marcus” dice Stevens.
smart —
La guardia lancia segnali d'affetto gi¨¤ da un mese. “Il mio cuore appartiene a Boston” aveva detto il giorno dopo il k.o. in gara-7 con i Cavs. Nel frattempo non ha cambiato idea: “Prossimo anno ai Celtics? Onestamente, s¨¬ - ha confermato mercoled¨¬ -. Boston mi ha dato cos¨¬ tanto affetto, sin dal primo giorno. Vorrei continuare a restituire il mio amore alla citt¨¤. ? cos¨¬ difficile persone cos¨¬. Boston ¨¨ un posto genuino. E poi ora pi¨´ che del mercato mi sto occupando della mia famiglia, in particolare di mia madre ( malata di cancro, ndr). Ci sono cose che vanno oltre il basket…".
baynes —
L'altro nodo importante gi¨¤ in casa Celtics ¨¨ Aron Baynes. Il lungo australiano, anche lui free agent, nei playoff (soprattutto grazie alla sua presenza difensiva, ben oltre ai 6 punti e 6.2 rimbalzi a uscita nell’ultima postseason) ¨¨ diventato uno delle pietre miliari per l’identit¨¤ della squadra di Stevens: “Baynes ¨¨ stato grandioso. ? parte di un gruppo molto coeso, per questo sarebbe ottimo riportarlo con noi”. La sua esperienza (ha vinto il titolo con gli Spurs nel 2014) e la fisicit¨¤ farebbero molto comodo a un roster giovane e che ha bisogno di rafforzare ulteriormente il reparto lunghi.
effetto ainge —
Questo a condizione che Ainge non tiri fuori qualche asso dalla manica. “Ovviamente ci stiamo preparando per pescare al meglio con la nostra scelta numero 27 - ha detto al Boston Herald -. Potremmo per¨° finire la serata pi¨´ in alto, potremmo finire ovunque...”. Perch¨¦ i Celtics, nonostante una situazione salariale ingessata (poco pi¨´ di 80 milioni da destinare al trio Hayward-Horford-Irving, con Smart che punta a monetizzare) hanno diversi jolly da giocarsi, con Terry Rozier considerato il pezzo pi¨´ pregiato sacrificabile. Le suggestioni si chiamano Kawhi Leonard (via trade) e LeBron James (meglio attraverso scambi che nella free agency), la realt¨¤ ¨¨ che questo roster senza infortuni sembra gi¨¤ attrezzato per fare grandi cose, soprattutto se la dirigenza sapr¨¤ ritoccarlo nei punti giusti, con un lungo versatile che sappia tirare da fuori in cima alla lista degli obiettivi. Jayson Tatum e Jaylen Brown rappresentano la meglio giovent¨´ da cui Boston si aspetta un salto di qualit¨¤. A meno che Ainge...
Andrea Grazioli
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