Chris Andersen, campione Nba con Miami. Ap

L'ala dei Miami Heat Chris Andersen è stato vittima di una truffa diffusa su Internet che ha portato alla perquisizione della sua casa nella zona di Denver, secondo quanto informa l'avvocato del giocatore. II procuratore distrettuale ha poi prosciolto Andersen da qualsiasi accusa in un caso che è stato definito "estremamente complesso". Lisa Pinto, portavoce della 18a procura giudiziaria distrettuale, ha dichiarato ad Associated Press che il suo ufficio sta revisionando un rapporto da oltre 4.000 pagine prima di intraprendere qualsiasi decisione anche se ha aggiunto che "in base alle informazioni raccolte e analizzate, Chris Andersen non è indagato per alcun capo d'accusa". Mark Bryant, avvocato e procuratore del giocatore, ha dichiarato che il suo cliente è stato truffato da una donna canadese alla ricerca di una relazione e di regali e che ha minacciato una conoscente di Andersen in California impersonando il tatuatissimo beniamino dei tifosi conosciuto come "Birdman". L'avv. Bryant ha detto che né il suo assistito né la sua conoscente si sono resi conto di non star parlando l'uno con l'altro online o via sms ma di comunicare con la donna in Canada che stava impersonando l'uno con l'altro. La donna canadese aveva inizialmente contattato Andersen tramite il profilo Facebook, adesso chiuso, del giocatore.

VITTIMA — "Chris è una vittima", dice il suo avvocato, il quale ha aggiunto che le indagini hanno portato alla luce almeno un'altra decina di casi in cui persone di vari stati sono stati truffati dalla stessa donna indagata in Canada. Nonostante sia stata arrestata a gennaio, la sua relazione con la situazione di Andersen si è chiarita solo in tempi recenti. La sergente Line Karpish, portavoce della Royal Canadian Mounted Police, ha dichiarato che le autorità della contea di Douglas in Colorado avevano chiesto assistenza sul caso nel maggio del 2012 e che le successive indagini hanno portato all'arresto a gennaio di Shelly Lynn Chartier, 29enne di Easterville Manitoba. La Chartier è accusata di possesso e diffusione di materiale pedopornografico, minacce ed estorsione. La prossima udienza del suo caso è fissata per il 22 ottobre prossimo. La donna però potrebbe anche essere indagata in Colorado. "Sarebbe prematuro per noi della 18a procura giudiziaria distrettuale parlare di questo caso prima di iscrivere dei nomi sul registro degli indagati - dice la Pinto -. Stiamo analizzando 4.000 pagine di informazioni relative a un'indagine estremamente complessa. L'Ufficio dello Sceriffo della Contea di Douglas ha portato avanti un'indagine altamente sofisticata che ha superato confini statali e nazionali per ottenere prove e scovare la verità. Annunceremo i risultati delle nostre ricerche nel prossimo futuro, non prima di aver analizzato attentamente tutte le prove". Nel maggio del 2012, gli investigatori dello Sceriffo della Contea di Douglas avevano perquisito la casa di Andersen a Larkspur nell'ambito delle indagini svolte dall'unità per la lotta ai crimini contro i minori su Internet.

GRAZIE HEAT — Nonostante Andersen non fosse stato né arrestato né indagato, i Denver Nuggets, nel bel mezzo di una serie dei playoff contro i Lakers, lo esonerarono da qualsiasi attività relativa alla squadra e, durante la offseason, lo tagliarono avvalendosi della clausola di amnistia. Il 35enne Andersen ha poi firmato con Miami lo scorso inverno, aiutando gli Heat a vincere il secondo titolo Nba consecutivo, rinnovando poi il suo impegno con la squadra per un altro anno ancora. "Vorrei ringraziare la dirigenza dei Miami Heat per essersi fatti avanti e per aver creduto in Chris più come persona che come giocatore di basket - ha detto l'avvocato Bryant -. Questo abbraccio gli ha dato forza durante questi tempi difficili e quindi ringrazio da più profondo questa squadra e tutti i tifosi che sono stati dalla sua parte". Gli Heat hanno rilasciato un comunicato che recita: "non siamo sorpresi che questo sia il risultato finale. Siamo felici per Chris e lieti del fatto che questa brutta faccenda sia ormai passata".

SENZA MACCHIA — Bryant ha dichiarato che Andersen continuerà a collaborare con gli investigatori e con i procuratori giudiziari "per fare giustizia per tutti quelli che sono stati coinvolti". L'avvocato ha detto di non credere che tra le altre probabili vittime ci siano delle celebrità o persone di sport. A causa di questa macchia sulla sua reputazione, Andersen ha dovuto interrompere le sue numerose apparizioni per enti benefici a favore dei bambini finché il suo nome non è uscito finalmente pulito. "E' difficile dire quanto Chris abbia sofferto per l'etichetta che gli era stata messa addosso e sui pregiudizi caduti su di lui in seguito a questa faccenda - dice Bryant -. Chris è prima di tutto un membro della nostra comunità che ha da sempre fatto del bene per i bambini, visitando spesso i camp d'allenamento, gli orfanotrofi locali e vestendosi da Babbo Natale per la nostra comunità".

Bryant ha poi detto che Andersen, che non ha rilasciato alcuna dichiarazione, gli ha rivelato di aver apprezzato molto coloro che non si sono buttati in giudizi affrettati e sono stati dalla sua parte credendo nella sua innocenza. Per quanto riguarda la conoscente di Andersen in California "anche lei è una vittima di questo caso", dice Bryant. L'avvocato ha raccontato che la giovane californiana aveva preso un volo per Denver per incontrarsi con Andersen, tuttavia "l'incontro era stato organizzato dalla canadese. La giovane californiana è venuta qua, hanno trascorso un po' di tempo insieme e se n'è andata. Crediamo che quello che ne è scaturito dopo siano state delle minacce da parte della donna Canadese che fingeva di essere Chris Andersen. Queste minacce hanno poi portato al mandato di perquisizione della casa di Andersen - anche se questi fatti erano del tutto estranei a Chris". All'epoca dei fatti, la giovane aveva 17 anni, età del consenso in Colorado. "In Colorado non è stato commesso alcun reato", dice Bryant.