Nba-Londra, missione compiuta
"Grandi opportunità in Europa"

Tyson Chandler schiaccia contro Detroit a Londra. Reuters

Missione compiuta. L’NBA è tornata a Londra con l’intento di conquistare nuovi tifosi per la globalizzazione del suo marchio e la sua crescita fuori dal Nord America. E lo scopo è stato raggiunto, con l’entusiasmo della O2 Arena (l’unico impianto europeo ad aver ospitato partite di regular season, ben tre dal marzo 2011) alle stelle per la sfida sul parquet tra New York e Detroit (qui il pezzo sulla partita). E se il pubblico - compresi diversi fan italiani affamati di basket Usa (vedi il video) e un po’ scoraggiati dalle parole del commisioner Stern, che ha bocciato il nostro paese per “mancanza di impianti adatti alla Nba, nonostante i fans siano fantastici” (leggi articolo) - ha apprezzato la visita e ha risposto bruciando i 18689 biglietti disponibili, il viaggio oltre oceano ha fatto felici anche gli addetti ai lavori.

L’ESPERIENZA — “E’ stata un’esperienza fenomenale - ha raccontato Amar’e Stoudemire, autore di 17 punti, il suo massimo stagionale -. Abbiamo avuto tempo per rilassarci, siamo anche riusciti ad andare a vedere una partita del Chelsea. Tornare qui sempre per giocare contro una squadra Nba di base a Londra sarebbe fantastico. E’ importante che il nostro prodotto cresca a livello mondiale. Solo che non so se sarò ancora in grado di venirci da giocatore”. “Il pubblico è stato fantastico, sembrava quasi di giocare al Garden e ci ha dato tanta energia all’inizio - gli ha fatto eco Melo Anthony (qui video) alla 25ª gara di fila sopra quota 20 punti -. Mi sono tornati alla mente un sacco di ricordi della mia esperienza londinese all'Olimpiade. È stato davvero fantastico tornare”. Il coach dei Knicks Mike Woodson è talmente un fan delle partite internazionali che pensa, come il commissioner Stern ha più volte detto, che una division europea sarebbe un bene per l’Nba: “Credo a quello che dice il commissioner, che ha fatto un lavoro fantastico per la crescita di questo sport. I tifosi ci hanno supportato a tal punto che sembrava di giocare in casa. Stiamo diventando uno sport globale e sono certo che l’Nba continuerà ad andare in quella direzione”.

TIMIDE APERTURE — L’esperienza di Londra della Nba resta comunque un’eccezione. La lega Usa è mossa prima di tutto da motivazioni finanziarie e vuole capire bene quanto potrebbe guadagnare da un’espansione europea prima di metterla in piedi. “Penso che le opportunità al di fuori dei nostri confini siano tantissime - ha detto Adam Silver, che diventerà commissioner Nba il primo febbraio 2014 -. Il nostro gioco continua a crescere e penso che ci saranno opportunità incredibili in Europa. Quello che abbiamo visto in questo viaggio ci è piaciuto. Qui in Europa c’è il potenziale. Sarà difficile capire come sfruttarlo, se trasferire franchigie Nba soprattutto perché non siamo sicuri al 100% di quanto i tifosi ci supporterebbero. Ma il commisioner Stern ha parlato di squadre da queste parti in 20 anni, quindi è un obiettivo su cui continueremo a lavorare”. La conquista di Londra è comunque riuscita, offrendo ai tifosi un'esperienza Nba a 360 gradi. E' stato il terzo tutto esaurito in tre partite. E l'atmosfera che si respirava alla O2 non aveva nulla da invidiare a quelle che si vivono nelle arene statunitensi. Dove porterà la Nba resta da vedere.