Il lungo ¨¨ stato la stella pi¨´ luminosa di Sacramento nella sua era pi¨´ vincente. E senza qualche infortunio di troppo o qualche scherzo del destino...
Chris Webber ¨¨ stato uno dei talenti pi¨´ belli da guardare del basket moderno. Lungo elegante, atletico, duttile, capace di imperversare in attacco giocando dentro/fuori, passatore ispirato e rimbalzista autorevole. E’ la faccia della golden age dei Sacramento Kings, i tempi belli della altrimenti “paperinesca” franchigia della capitale californiana. Eppure, Webber nei discorsi sui pi¨´ grandi lunghi di sempre ¨¨ sempre in seconda fila. Perch¨¦ sempre, sul pi¨´ bello, un po’ per colpa sua, un po’ del destino di traverso, ¨¨ caduto. E le sue cadute sono state spettacolari quanto i suoi picchi.
Chris Webber con Sacramento nel 2002. Ap
l’inizio —
Non si pu¨° che partire dai Fab 5. Le cinque matricole – con Webber trascinatore – in quintetto nell’anno di grazia collegiale 1991-92, per Michigan University. Era un’altra epoca. Le matricole guardavano giocare i senior, allora. Tranne a Ann Arbour. Lui, Jalen Rose e Juwan Howard condussero i Wolverines a due finali nazionali di fila, rivoluzionando il concetto di studenti/atleti, quello dell’abbigliamento sportivo, e facendo schierare una nazione. A favore o contro i “ribelli” con pantaloncini e lingua lunga. Nel 1992 Michigan ¨¨ travolta dalla Duke di Laettner. Nel 1993 ¨¨ favorita, contro North Carolina. Quel che succede negli ultimi 20” di partita ¨¨ storia. Webber va a rimbalzo sul -2. Poi va nel panico. Prima commette infrazione di passi. L’arbitro lo grazia. Poi si fa tutto il campo e chiama time out. Ma Michigan non ne ha pi¨´. Un errore mentale che neppure JR Smith alle ultime Finals. Fallo tecnico, tiri liberi, palla e partita a Carolina. Si dichiara per il Draft. Con la chiamata numero 1 lo sceglie Orlando, ma lo scambia subito con Golden State, per Penny Hardaway e tre future prime scelte. Gioca nella Baia per una stagione, litigando con Coach Nelson, poi per 4 a Washington. Nel maggio 1998 inizia l’avventura a Sacramento. I Kings sacrificano Richmond e Thorpe pur di portarlo in California. Lui arriva di malavoglia. I tifosi mugugnano: Richmond era la faccia della franchigia. Eppure il matrimonio cestistico funzioner¨¤. Non da “vissero per sempre felici a contenti”, ma quasi. C’¨¨ sempre un quasi, con Webber…
momento top —
Gioca i playoff per 6 stagioni a Sacramento. I Kings giocano un basket celestiale e avveniristico, fatto di movimento palla all’europea, con Divac e Stojakovic, i dirigenti attuali, come perni, e prima White Chocolate Williams poi Bibby come registi illuminati. Ma la ciliegina sulla torta ¨¨ sempre Webber. Le Finals paiono conquistate, ai playoff 2002. Finale di Conference con i Lakers: Kings avanti 3-2 e ispirati in gara 6. Poi i Lakers tirano 27 tiri liberi (a 9) nel 4¡ã quarto. Vincendo, grazie a un paio di fischi dubbi, 106-102. L’ex arbitro Tim Donaghy, finito in galera per aver scommesso su partite arbitrate, ha fatto causa all’Nba rivendicando (pure) che quella gara 6 fosse combinata per far vincere LA, sfruttando due arbitri “aziendalisti”. Gara 6 ¨¨ il punto pi¨´ alto toccato di squadra da Webber. La boa oltre la quale non sa proseguire.
Webber ha giocato 6 stagioni e mezzo a Sacramento. Epa
l’addio —
Nel 2003 arriva l’infortunio che a 29 anni gli cambia il destino. Ai playoff, al 2¡ã turno contro Dallas, gli cede il ginocchio sinistro. Stagione finita per lui e Sactown. Un anno e mezzo dopo i Kings lo cedono a Philadelphia. Poi fa tappa a Detroit, dov’¨¨ nato, giocando un’altra finale di Conference, persa nel 2007, con la Cleveland di LeBron James. Webber non ¨¨ pi¨´ lo stesso: carriera segnata da un infortunio, proprio come quella di Hardaway, col cui scambio era iniziata.
i numeri —
Webber non ¨¨ tra i primi 10 realizzatori dei Kings. Ma Robertson e Twyman hanno giocato per gli antesignani di franchigia, a Cincinnati. E si fa preferire a Richmond e Cousins, eroi di casa veri, perch¨¦ con lui i Kings hanno vissuto i (rari) momenti di gloria. Dal suo addio mai vinta una serie playoff…E in 6 stagioni e mezza a Sactown, dal 1998 al 2005, C-Webb ¨¨ stato 4 volte All Star.
trionfi —
Il 6 febbraio del 2009 i Kings hanno ritirato la sua maglia numero 4. Webber ha segnato 8.843 punti per Sacramento, esibito uno show che meritava il lieto fine. E invece persino il ristorante aperto in citt¨¤ ¨¨ durato troppo poco...
Riccardo Pratesi
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