Thunder, Westbrook sotto accusa
"Continuerò a giocare come so"

Russell Westbrook a canestro in gara-2. Afp

Russell Westbrook non ci sta. Nonostante le cifre a prima vista sembrino dargli ragione (27 punti, 8 rimbalzi, 7 assist ma con 10/26 al tiro), il play dei Thunder è stato additato da tutti come principale responsabile della prima sconfitta casalinga di Oklahoma City in questi playoff. Una gestione in effetti scriteriata della partita, non da playmaker, lo ha catapultato sul banco degli imputati. Troppe volte ha ignorato Kevin Durant, finendo col prendere 4 tiri in più del tre volte migliore realizzatore della Nba. Inevitabile quindi che l’argomento caldo della vigilia di gara-3 sia proprio questo: come cambierà Westbrook? “Nessun aggiustamento – freddava i cronisti l’ex regista di Ucla alla conferenza stampa di sabato – Non mi interessa quello che dice la gente o voi dei media. Continuerò ad essere me stesso e a giocare come so, dando il 110% e cercando di trovare un modo per vincere la partita, indipendentemente da quello che accadrà. E’ ovvio che cercherò un modo per migliorare, per crescere, quello è naturale, lo faccio ogni volta che scendo in campo. Ma il mio stile rimane lo stesso”.

prendere o lasciare — Il fatto che abbia tirato 50 volte in due partite, 8 in più di Durant, lascia perplessi. Ma in effetti Westbrook è questo, prendere o lasciare. Non è forse stato lui a guidare la rimonta di OKC in gara-1 con un fantastico terzo periodo? Nel bene o nel male, Russell è un play tutt’altro che convenzionale. “C’è chi vorrebbe che giocasse come John Stockton – sottolineava ieri Durant – Ma lui è Russell e ci sono tanti giocatori che non sono in grado di fare le cose che fa lui”. Anche Derek Fisher, uno che di finali ne ha vissute tante e che di quel ruolo qualcosa capisce, lo difende: “Deve continuare ad essere se stesso, ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarlo. Ho giocato per tanti anni accanto a Kobe, penso sia il miglior esempio di una persona che non riuscirà mai ad accontentare tutti, a mettere tutti d’accordo. Russell non deve perdere fiducia in se stesso e in quello che fa in campo e le cose si sistemeranno da sole”.

Westbrook in conferenza stampa. Afp

inizio difficile — “Derek è una grande persona – spiegava Westbrook – E’ stato in situazioni come questa, anche peggiori, sotto 0-2 in finale, sa come gestire questi momenti. A volte mi piace parlargli per capire tante cose che io ancora devo imparare e che lui invece ha già vissuto e quindi conosce alla perfezione. E’ stato di grande aiuto per me”. Anche coach Scott Brooks difende a spada tratta il suo play: “Abbiamo bisogno che Russell segni se vogliamo vincere. So che magari a qualcuno questa cosa non piace. Ha avuto un inizio di partita difficile in gara-2, ma poi si è ripreso. Sia lui che Kevin devono segnare parecchio perché noi si vinca. Non mi interessa chi fa più punti, basta che arrivino da buoni tiri. Sicuramente Westbrook avrebbe potuto prenderne due o tre migliori in gara-2, ma sono certo che rimedierà in gara-3”. Per il bene dei Thunder e dello spettacolo.