Il centro ha trascinato la franchigia della capitale a tre Finals in cinque anni vincendo il titolo nel 1978, il momento pi¨´ alto nella storia della squadra
Dopo le leggendarie battaglie tra Lakers e Celtics degli Anni Sessanta, l’arrivo della decade successiva port¨° un’aria di cambiamento in Nba. Gli Anni Settanta furono quelli dei Milwaukee Bucks di Kareem Abdul-Jabbar, dei Portland Trail Blazers di Bill Walton, dei Golden State Warriors di Rick Barry e i Golden State Warriors, lontani parenti dell’attuale macchina perfetta. Una delle squadre pi¨´ caratteristiche di quell’epoca per¨° sono sicuramente i Washington Bullets di Elvin Hayes (e Wes Unseld), uno dei lunghi pi¨´ forti non solamente del suo tempo ma della storia del gioco e simbolo del basket della capitale, avendo portato la franchigia a vette mai pi¨´ raggiunte.
Elvin Hayes, oggi 72 anni, ha giocato dal 1972 al 1981 nella franchigia oggi nota come Wizards. Archivio
l'inizio —
La leggenda di “The Big E” nasce di fatto in una sera del febbraio 1968. Nella prima gara in tv nazionale della regular season del college basket, i suoi Houston Cougars affrontano i leggendari UCLA Bruins dell’ancora Lew Alcindor, imbattuti da 47 gare. In quella che poi sarebbe stata definita la “Partita del Secolo”, Hayes mette a referto 39 punti e 15 rimbalzi, consacrandosi definitivamente come uno degli astri nascenti della pallacanestro mondiale. Pochi mesi dopo, i San Diego (oggi Houston) Rockets lo chiamano al Draft con la prima scelta assoluta e le sue quattro stagioni sono tutt’oggi oggetto di culto: chiude come miglior marcatore nell'anno da rookie e la parentesi in California con oltre i 27 punti e 16 rimbalzi di media.
momento top —
I Baltimore Bullets decidono di mettere la mani sul suo talento poco prima di trasferire la squadra a Washington. La coppia composta da lui e Wes Unseld ¨¨ perfetta e domina, in uno dei front-court pi¨´ forti di sempre: i successi non tardano ad arrivare. Nelle sue nove stagioni nella capitale, i Bullets (oggi Wizards) toccano il loro massimo di sempre, raggiungendo le Finals per tre volte in cinque anni e conquistanto il titolo del 1978 contro i Seattle Supersonics, con Hayes a dominare in area e soprattutto a rimbalzo offensivo.
l'addio —
Hayes non aveva mai fatto segreto di voler chiudere la propria carriera a Houston, citt¨¤ che lo aveva adottato quando era ancora un ragazzone sgraziato e che sarebbe poi divenuta la sua casa per sempre (vive l¨¬ ancora oggi). Nel 1981 viene ceduto nuovamente ai Rockets ma la squadra non ¨¨ granch¨¦ (soprattutto dopo la cessione di Moses Malone) e lui ormai ¨¨ troppo vecchio per caricarsi i compagni sulle spalle e guidarli al titolo. Vincere un anello in Texas avrebbe significato molto per lui, ma non ci riuscir¨¤ e si ritira nell’estate del 1984. ill suo testimone sar¨¤ raccolto da un altro centro fenomeno, anch’esso uscito dall’Universit¨¤ di Houston, Hakeem Olajuwon, che riuscir¨¤ a mettere finalmente i Rockets sulla mappa nella met¨¤ degli Anni Novanta.
i numeri —
Hayes ¨¨ il miglior realizzatore della storia della franchigia di Washington: capitolina, e nelle sue nove stagioni tra Baltimora e Washington ha totalizzato 17.548 punti (playoff compresi). Inoltre ha catturato 10.436 rimbalzi e guida la classifica delle stoppate con 1.770.
i trionfi —
Inserito nella Hall of Fame nel 1990, Hayes rimarr¨¤ nella storia di Washington per la grande cavalcata al titolo del 1978. A livello individuale la sua carriera ¨¨ costellata di successi, dalle sei volte in un quintetto All-NBA alle dodici convocazioni consecutive per l’All-Star Game, tra il 1969 al 1980.
Niccol¨° Scarpelli
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