Notte di stelle a riposo e classiche partite di fine stagione, ma anche di risultati che spostano alcuni equilibri. Succede a Ovest, dove con un super Curry Golden State batte gli Spurs privi praticamente di tutti i titolari e torna ad avere il destino nelle proprie mani nella corsa per il sesto posto, con una vittoria di vantaggio su Houston che cade inopinatamente sul campo di Phoenix fanalino di coda della conference. Poco più su, Denver blinda il terzo posto vincendo all'ultimo secondo sul campo di Milwaukee col canestro decisivo di Lawson, tenendo a distanza Memphis vincente a Dallas. Vincendo sul campo di Minneapolis, Utah tiene vive le speranze playoff. Come San Antonio, scendono in campo completamente spogliate dai titolari sia Miami, che vince a Cleveland con una rubata negli ultimi secondi di Norris Cole, sia New York, che però cade sul campo di Charlotte, sia Brooklyn, a segno in volata con Washington. Fuori da ogni obiettivo, successo di Detroit su Philadelphia.

Charlotte Bobcats – New York Knicks 106-95
Già certa del secondo posto a Est conquistato 15 delle 16 partite precedenti, New York (54-27) si presenta sul campo di Charlotte (20-61) peggior squadra Nba senza sei giocatori, priva degli infortunati Martin e Camby ma anche tenendo a riposo Anthony, Smith, Chandler e Felton. I Bobcats ne approfittano sulle spalle della coppia composta da Henderson (27 punti con 16 tiri, 10/13 da due) e Walker, 40 punti in due, con la doppia doppia di Biyombo e la gara totale di McRoberts. Charlotte, che aveva appena battuto Milwaukee dopo aver perso 56 delle ultime 67 partite, approfitta della giornata da difese ballerine (e 62 assist su 77 canestri totali) per chiudere con 36/56 da due, scappando presto dcon un 19-5 a cavallo dei primi due periodi per toccare il 34-17 a inizio secondo quarto. I Knicks tornano al massimo a -7 poi imbarcando un nuovo 13-3 scendono 84-64 nel terzo quarto, toccando poi anche il -23. Per New York, che tiene in campo almeno 41' tutti i titolari, Copeland chiude con 32 punti con 25 tiri, e 4 triple segnate: nelle 37 tirate di squadra, c'è anche il 5/7 di Novak. Ma la grande notizia della giornata in casa Knicks è il ritorno di Rasheed Wallace dopo quattro mesi di infortunio: è rimasto in campo quattro minuti, con 2 punti e 1/3 al tiro, pronto a contribuire per i playoff.
Charlotte: Henderson 27 (10/13, 1/3, 4/4 tl), Walker 23, Taylor 12, McRoberts e Biyombo 10. Rimbalzi: Biyombo 11. Assist: Walker 13.
New York: Copeland 32 (8/17, 4/8, 4/4 tl), Novak 16, White 15, Shumpert 14. Rimbalzi: Novak Copeland e White 7. Assist: Prigioni 8.

Cleveland Cavaliers – Miami Heat 95-96
Norris Cole gioca la partita totale, ed è sua la giocata che chiude il successo degli Heat (65-16, migliorando ulteriormente il record franchigia) sul campo di Cleveland (24-57) terzultima squadra della lega, alla sconfitta numero 15 nelle ultime 17 partite. Miami aveva l'ex LeBron James, Bosh e Chalmers in borghese, e neanche si era portata dietro Wade, Battier e Haslem. Orgogliosi, i Cavs erano rientrati dall'84-91 a 4'26'' dalla fine al 95-96 a 19'' dal termine con 9 punti di Irving per approfittare degli errori (due al tiro e una persa) di Ray Allen. Dopo due entrate della stellina di casa, Norris Cole a 14'' va in lunetta per i tiri liberi del potenziale +3 ma gli sbaglia entrambi. Decide così di vincerla in difesa, quando si attacca a Irving, che vuole prendere l'ultimo tiro di casa: quando il play Cavs si alza per tentare il tiro della vittoria, Cole gli strappa la palla dalle mani con una stoppata-recupero che vale la partita. Chiude così una serata da 18 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, ma anche 4 perse (tante quanto Allen, nelle 17 di squadra). Con Lewis top scorer, Miami vince la partita numero 36 delle ultime 38 giocate.
Cleveland: Thompson 16 (7/14, 2/4 tl), Irving 16 (8/14, 1/5, 1/2 tl), Waiters 16 (6/11, 1/3, 1/1 tl), Gee 13, Jones 10. Rimbalzi: Thompson 13. Assist: Irving 8.
Miami: Lewis 19 (2/6, 3/7, 6/9 tl), Cole 16, Jones 14, Anthony Miller e Allen 11. Rimbalzi: Cole 11. Assist: Cole 9.

Brooklyn Nets – Washington Wizards 106-101
Brooklyn (48-33) svuota la panchina, tiene in ghiaccio le stelle, ma vince ugualmente nel finale con l'ex Blatche top scorer, anche se ha bisogno di 21 tiri per fare 20 punti contro Washington (29-52) alla quinta sconfitta consecutiva. I Nets registrano il (breve) ritorno dopo due gare di assenza di Gerald Wallace (2 punti con 1/3 e 0/3 ai liberi in 22', ma nuovo infortunio!) ma erano senza i titolari Williams, Johnson, Evans e Lopez, più Bogans. Eppure mandano in doppia cifra sette dei nove giocatori impiegati, raccogliendo il quinto successo in sei gare nell'ultimo minuto. Scappati subito 13-30 e poi ripresi, dalla tripla del 101 pari a 1'43'' dalla fine di Cartier Martin (4/7 alla fine), i Wizards non segnano più, tra una persa di Seraphin e le triple sbagliate da Martin e Wall. Così un rimbalzo d'attacco di Blatche su un errore di Taylor nell'ultimo minuto dà il vantaggio ai padroni di casa e a 22'' dalla fine allunga sul 106-101 una tripla proprio di Taylor, che chiude con 14 punti e 3/3 da oltre l'arco. Da segnalare anche i 25' in campo di Shengelia, che ne aveva giocati 67' in tutto l'anno, che ha chiuso con 11 punti e 11 rimbalzi. Washington butta via una giornata di buone percentuali (37/66 da due) con 19 palle perse e lasciando 20 rimbalzi d'attacco, trovando cose buone per lo più da Booker (meglio) e Seraphin vicino a canestro. A onor del vero, oltre a Beal, mancavano Ariza, Webster e Nenè, e anche Okafor è durato 10 minuti.
Brooklyn: Humphries 20 (8/17, 4/4 tl), Blatche 20 (9/19, 0/2, 2/7 tl), Teletovic e Taylor 14, Brooks 12, Shengelia e Watson 11. Rimbalzi: Blatche 12. Assist: Taylor 3.
Washington: Wall 18 (5/17, 0/2, 8/12 tl), Seraphin 17, Booker 16, Martin e Temple 14. Rimbalzi: Booker 13. Assist: Wall 12.

Detroit Pistons – Philadelphia 76ers 109-101
La quarta vittoria di fila che chiude in crescendo la stagione di Detroit (29-52) è firmata dalla grande giornata di Monroe, che chiude con 27 punti, 10/14 al tiro e 16 rimbalzi, di cui 6 in attacco. Contro Philadelphia (33-48), che nelle ore precedente aveva appreso della volontà di coach Doug Collins di lasciare la panchina, decide il break di 10-0 dei padroni di casa sul finire del terzo quarto: lo aprono 5 punti di Singler e lo chiude una tripla di Bynum per l'82-71 a 52'' dall'inizio del quarto periodo. Oltre a loro due, anche Knight e Stuckey chiuderanno con due tripla a testa, senza Calderon infortunato, mentre i problemi di falli limitano Drummond a soli 5 punti, ma 8 rimbalzi. In casa dei Sixers, che nel finale preferiscono andare con le riserve, il migliore è un Wright da 22 punti, 8 rimbalzi e 6 assist con 4/10 da tre nel 6/22 di squadra. Jrue Holiday chiude con 5 perse, fa quasi meglio il fratello Justin che finisce con 11 punti.
Detroit: Monroe 27 (10/14, 7/7 tl), Bynum 22, Singler 16, Knight 12, Middleton 10. Rimbalzi: Monroe 16. Assist: Stuckey e Bynum 6.
Philadelphia: Wright 22 (1/2, 4/10, 8/9 tl), Jr.Holiday 14, Turner e Hawes 13, T.Young e Ju.Holiday 11. Rimbalzi: Hawes 9. Assist: Wright 6.

Milwaukee Bucks – Denver Nuggets 111-112
JJ Redick sbaglia all'ultimo secondo la tripla del successo, così a Milwaukee (37-44) il canestro decisivo di Lawson a 9'' dalla fine permette ai Nuggets (56-25) di blindare definitivamente il terzo posto a Ovest dagli attacchi di Grizzlies e Clippers. Ai Bucks non basta un super Ellis da sei triple e 38 punti, a -1 dal massimo stagionale, metà dei quali nel quarto periodo, per evitare il massimo stagionale di 5 sconfitte consecutive, 15 nelle ultime 20 partite. In una gara che finisce punto a punto, oltretutto ancora senza Sanders per i problemi alla schiena, pesa il 15/23 dalla lunetta ma soprattutto la pessima giornata di Jennings da 1/11 al tiro con 0/5 da tre in 29', a cui si aggiunge il 3/16 in coppia di Dunleavy e Mbah a Moute. Eppure Milwaukee aveva assaporato il successo con la gran giocata di Ellis, che a 14'' dal termine aveva infilato la tripla e subito da Fournier il fallo per segnare dalla lunetta il 111-110. Denver era andata a +10 sul finire di terzo quarto grazie a Chandler (21 punti con tre triple), Iguodala, Randolph e Lawson (questi ultimi 5 perse a testa), ripresa però a inizio quarto periodo per gli errori al tiro di McGee. La squadra dell'ex coach Karl è riuscita a ritagliarsi un nuovo vantaggio sul 107-110 nell'ultimo minuto tra un'entrata di Iguodala, un errore di Dunleavy in giornata no e due liberi di Miller, prima della prodezza di Ellis. Il controsorpasso però lo firma Ty Lawson, che a 9'' dalla fine attacca in palleggio, si arresta a centro area contro Ellis e infila il canestro che l'ultimo errore di Redick rende decisivo. Senza Danilo Gallinari fino al termine della stagione, Denver era anche senza Faried per una distorsione alla caviglia. Per i Nuggets è la settima vittoria nelle ultime otto gare, e la numero 32 nelle ultime 39 giocate.
Milwaukee: Ellis 38 (8/14, 6/11, 4/5 tl), Redick 20, Henson e Ilyasova 14, Udoh e Dunleavy 10. Rimbalzi: Henson 15. Assist: Smith 6.
Denver: Lawson 26 (6/12, 1/1, 11/13 tl), Chandler 21, Iguodala 13, Fournier e Miller 12, McGee 10. Rimbalzi: McGee 17. Assist: Lawson e Iguodala 7.

Dallas Mavericks – Memphis Grizzlies 97-103
Memphis (55-26) vince a Dallas (40-41) con le seconde linee l'ottava partita nelle ultime dieci, ma non basta per continuare a sperare nel terzo posto: il contemporaneo successo dei Nuggets condanna i Grizzlies alla certezza del primo turno contro i Clippers, resta da stabilire chi avrà il fattore campo; al momento sono Randolph e compagni ad avere mezza partita di vantaggio. I Mavs, alcuni dei quali sbarbati dopo aver riacciuffato il .500 di record con 4 vittorie nelle 5 gare precedenti, chiudono col 47.4% trascinati dal 4/5 di Carter, più un paio di triple di Nowitzki, i migliori dei texani zavorrati dal 2/12 in coppia di Mayo e Kaman. In un quarto periodo tutto giocato da Memphis senza i titolari (l'unico a chiudere in doppia cifra sarà Prince, nessuno sopra i 24'), decide un parziale di 9-0 in due minuti firmato da Dooling (arrivato due settimane fa, chiude con 4/5 da tre) e da Ed Davis (11 punti e 11 rimbalzi, 7 in attacco dei 16 di squadra). Dallas torna al massimo a -5 nell'ultimo minuto. Tra i Grizzlies, che chiudono con 64 punti dalla panchina e 35 solo nel quarto periodo, il top scorer è un Bayless da due triple e quattro recuperi. Memphis chiuderà mercoledì in casa contro Utah.
Dallas: Nowitzki 26 (6/14, 2/4, 8/9 tl), Carter 22, James 14. Rimbalzi: Marion 8. Assist: Collison e Carter 4.
Memphis: Bayless 19 (4/7, 2/6, 5/6 tl), Dooling 13, Prince 12, Davis 11. Rimbalzi: Davis 11. Assist: Gasol 6.

Oklahoma City Thunder – Sacramento Kings 104-95
Oklahoma City (60-21) stacca definitivamente San Antonio in testa a Ovest, ritagliandosi due gare di vantaggio con una da giocare, passeggiando su Sacramento (28-53). Durant chiude con 29 punti, 8 assist e 7 rimbalzi, Westbrook ne mette 21 con 8 assist prima di farsi espellere a 2'28'' dalla fine per un doppio fallo tecnico: senza il loro 5/10 però il resto della squadra fa 0/13 da oltre l'arco. Accanto a loro da segnalare comunque i 10 punti con 7 rimbalzi e 3 recuperi di Orton, con Perkins tenuto a riposo. In fuga con un 8-0 a inizio secondo quarto, i Thunder maturano la settima vittoria in otto gare, la numero 18 nelle ultime 23 giocate, rincarando la dose con un 11-0 nel terzo quarto per il 75-51: con un 12-2, i Kings torneranno 84-73 a 9'30'' dalla fine ma solo nel finale sotto la doppia cifra di margine. Messa sotto dai rimbalzi d'attacco casalingo e dalle proprie 15 perse (5 a testa di Thomas e Cousins, riabilitato dopo la cancellazione dell'ultimo fallo tecnico che gli sarebbe valsa la squalifica), Sacramento resta già nel primo quarto senza Evans, che in penetrazione si infortunia al ginocchio sinistro. Con Thomas unico in doppia cifra del quintetto di partenza e con il 6/25 complessivo al tiro della frontline titolare, il meglio della giornata californiana sono i massimi in carriera di 12 punti (6/6) e 13 rimbalzi di Aldrich.
Oklahoma City: Durant 29 (7/11, 3/5, 6/8 tl), Westbrook 21, Ibaka 14, Orton e Jackson 10. Rimbalzi: Brewer 13. Assist: Westbrook e Durant 8.
Sacramento: Thomas 16 (1/2, 4/8, 2/2 tl), Outlaw 15, Aldrich 12, Fredette 11. Rimbalzi: Aldrich 13. Assist: Thornton e Salmons 3.

Minnesota Timberwolves – Utah Jazz 80-96
Utah (43-38) tiene accesa la fiammella playoff raccogliendo la vittoria di cui aveva bisogno sul campo di Minnesota (30-51), alla quarta sconfitta in cinque partite. Adesso i Jazz, in uno sprint da 9 vittorie nelle ultime 11 gare, devono vincere l'ultima gara a Memphis e sperare nella contemporanea sconfitta dei Lakers con Houston per strappare ai gialloviola l'ottavo posto a Ovest che vale i playoff. I Wolves affondano per l'assenza di Pekovic, fuori per una contusione al polpaccio sinistro, in una giornata da 2/17 da tre (0/11 senza Barea) e di non particolare ispirazione per Rubio al di là del 2/9: i migliori sono Derrick Williams (18+6) e Cunningham. Dal 61-58 Utah scappa con un 12-2 per ritagliarsi la doppia cifra di vantaggio soprattutto con Jefferson (22 punti e 8 rimbalzi), Burks e i loro viaggi in lunetta, allungando fino al +22 finale. Favors contribuisce con 12 punti e 6 rimbalzi, Mo Williams chiude con 15 punti, 7 assist e 4 recuperi tra gli 11 di squadra.
Minnesota: Williams 18 (7/11, 0/2, 4/6 tl), Cunningham 12, Barea 11. Rimbalzi: Stiemsma 8. Assist: Barea 4.
Utah: Jefferson 22 (8/15), Mo Williams 15, Foye 14, Favors 12. Rimbalzi: Millsap e Jefferson 8. Assist: Mo Williams 7.

Phoenix Suns – Houston Rockets 119-112
Battuta martedì scorso da una tripla allo scadere convalidata con l'instant replay, Phoenix (25-56) si vendica su Houston (45-36) imponendole lo stop che toglie ai Rockets il sesto posto a Ovest: controsorpasso di Golden State, e adesso i texani devono vincere l'ultima gara in casa dei Lakers e sperare in una sconfitta Warriors a Portland per evitare San Antonio al primo turno e poter pescare Denver. I Suns avevano perso 15 delle 17 gare precedenti, ma non basta questo finale in crescendo per evitare di chiudere col secondo peggior record casalingo nella storia della franchigia (17-24). In una giornata da 40/72 da due, è la gara degli ex Scola (26 punti e 15 rimbalzi con 11/16 al tiro) e Dragic (21 punti, di cui 9 nel quarto periodo dopo un taglio all'occhio nel terzo, e 14 assist). Alla terza sconfitta in cinque gare, Houston deve inseguire per tutto il secondo tempo, torna al massimo sul 103-101 a 6'52'' dalla fine, ma qui su due errori di Delfino (il migliore, 23 punti e 8 rimbalzi con 6 triple dalla panchina) Phoenix costruisce il nuovo allungo con un rimbalzo d'attacco di Morris (super: ai 20 punti aggiunge 5 recuperi e 6 stoppate) e due entrate di Dragic e Marshall: da qui in poi i Rockets non tornano più sotto i due possessi di margine. A frenare gli ospiti è la giornata da 10.5 punti sotto media per James Harden, che chiude con 5/18 totale e 0/7 da tre, ma anche 6/11 ai liberi (15/23 di squadra): i Rockets vanno meglio nei minuti senza lui e Parsons (pure efficace con 24 punti e 7 assist).
Phoenix: Scola 26 (11/16, 4/5 tl), Dragic e Tucker 21, Mark.Morris 20, Johnson 12. Rimbalzi: Scola 15. Assist: Dragic 14.
Houston: Parsons 24 (6/9, 2/4, 6/7 tl), Delfino 23, Lin 20, Harden 16, Jones 12. Rimbalzi: Delfino 8. Assist: Parsons 7.

Golden State Warriors – San Antonio Spurs 116-106
Contro gli Spurs (58-23) senza titolari e già certi del secondo posto a Ovest, le triple di Stephen Curry e un parzialone nel quarto periodo permettono a Golden State (46-35) di piazzare il colpo forse decisivo per riprendere il sesto posto a Ovest. Significherebbe evitare un incrocio al primo turno dei playoff proprio contro San Antonio, che però nell'occasione tornerebbe ad avere tutti gli assenti di stanotte: sono rimasti a riposo i titolari Parker, Duncan e Leonard, oltre agli infortunati panchinari Ginobili e Diaw. Da più di due settimane i Warriors non battevano una squadra da playoff e, reduci dalle tre sconfitte in quattro partite che li avevano fatti sorpassare da Houston, nascondono le 21 perse sotto una giornata da 56.9% da due e 45% da tre. Naturalmente ancora senza Bogut, i californiani hanno un buon Thompson (9/13 da due) ma soprattutto ancora un gran Curry da 35 punti con 7 triple e 8 rimbalzi. Tre di queste triple arrivano nel giro di quattro azioni nel 19-0 in 5' nel cuore del quarto periodo, costruito sui 9 errori di fila al tiro di San Antonio, con 11 punti proprio di Curry per volare 107-87 a 5' dalla fine: la stella di Golden State, che ha il 45.3% in stagione, si porta così a una tripla di distanza dal record di tiri da tre punti segnati in un'annata, i 270 di Ray Allen nel 2005/06. In casa Spurs, 9 assist e 5 recuperi per De Colo, 8 assist per Joseph, mentre accanto ai 25 punti di Neal ci sono i 23 di Mills con 5 triple, tre delle quali nel giro di un minuto ma nel finale a gara ormai finita. Green, unico titolare insieme a Splitter, chiude con 0/5 in 20 minuti.
Golden State: Curry 35 (6/10, 7/13, 2/2 tl), Thompson 23, Landry 16, Lee 12, Barnes 11. Rimbalzi: Ezeli 11. Assist: Jack 12.
San Antonio: Neal 25 (9/12, 1/3, 4/5 tl), Mills 23, Blair 14, Bonner 13, Joseph 10. Rimbalzi: Splitter 7. Assist: De Colo 9.