LeBron James, 28 anni, è sbarcato in Nba nel 2003. Afp

Due cose interessanti emergono dalla lunga intervista che LeBron James, Mvp della regular season e delle finali per la seconda volta consecutiva e due anelli e una finale nelle ultime tre stagioni, ha rilasciato a Espn Magazine in uscita venerdì: il suo amore per Michael Jordan, ma anche per Allen Iverson, e la sua paura di fallire. In certi momenti, affiora un LeBron molto umano, persino fanciullesco, soprattutto quando parla di MJ, che considera il più grande.

il mito — Dice: "Senza MJ non ci sarebbe LeBron James. Mi ha dato speranza, mi ha ispirato da ragazzino. Ancora oggi guardo i suoi video, ne ho visti un paio pure quest’estate. Cerco sempre d’imparare qualcosa. Però non è l’unico che stimo. Ho sempre ammirato Allen Iverson. Il mio gioco non ha niente a che vedere con il suo, ma non puoi mettere in dubbio la sua tenacia e la classe per uno che non arrivava al metro e ottanta e pesava meno di settanta chili. Ha dato sempre tutto. Ecco ho cercato copiarlo nella sua incredibile capacità di lottare sul campo". Ma venera Jordan soprattutto per il fatto che non avesse mai paura: "Perché MJ non era perfetto, sbagliava qualche partita, perdeva palloni, ma non aveva mai timore di sbagliare. E questo è il motivo a cui deve il suo successo: MJ non ha mai avuto paura".

la paura di fallire — Sottolinea più volte proprio questo fatto, perché, lui, invece, ammette di non essere completamente tranquillo. "E’ l’ostacolo più grosso che devo ancora superare: temo il fallimento. Voglio vincere con tutte le mie forze e a volte questo mi fa entrare il timore di non riuscirci". Ecco, forse, come si spiegano certi suoi passaggi a vuoto. Come nelle finali contro Dallas del 2011. Per rimanere sempre concentrato, racconta che da due anni ha deciso di spegnere i cellulari durante tutti i playoff e leggere, invece, dei libri. Ma la sua testa sembra non liberarsi mai dall’ansia di essere giudicato. Soprattutto da uno come Jordan: "Mi piacerebbe sapere cosa pensa di me e del mio gioco e di come potrei migliorarmi. So che pensa di potermi ancora battere nell’uno contro uno (lo dice ridendo). So che lo pensa. Sono sicuro che lo pensa". Ma è lui che vorrebbe intervistare MJ, con cui non ha mai avuto modo di avere un colloquio personale: "Per questione di tempo: siamo entrambi molto occupati. Mi piacerebbe domandargli che cosa gli passava per la testa nei momenti in cui era all’apice o perché decise di ritirarsi e poi di ritornare".

il più grande — Ripete ciò che spesso aveva già detto: "Voglio diventare uno dei più grandi del basket. Ma non penso a raggiungere MJ o Kobe. So che posso migliorare. Nel tiro, nel portare la palla, nel gioco in post. Quest’anno mi vedrete ancora di più sotto canestro". E ha una ricetta speciale per farsi passare paure e incertezze: "Semplice, devo solo continuare a vincere".