Bill ha regalato ai Blazers l’unico titolo Nba, nel 1977, ma la sua carriera avrebbe potuto esser ben pi¨´ luminosa se non fosse stato martoriato dai tantissimi infortuni
Quanti se e quanti ma... Oggi i pi¨´ giovani ricordano Bill Walton pi¨´ per le sue pittoresche telecronache, nelle quali ¨¨ solito paragonare, con iperboli tutte sue, un ragazzino di 17 anni alla sua prima uscita a Bill Russell, mentre indossa la classica camicia hawaiana. La realt¨¤ ¨¨ che questo gigante buono di 2.11, oggi 65enne, avrebbe potuto passare alla storia come il pi¨´ grande centro di sempre, o quantomeno entrare sul podio dei big men pi¨´ dominanti. Non fosse stato per quei piedi di cristallo che fecero della sua carriera una triste incompiuta, illuminata per¨° dal titolo regalato a Portland nel 1977. E’ quell’anello che lo rende la stella pi¨´ importante della storia dei Blazers.
l’ INIZIo —
E’ leggenda gi¨¤ a 18 anni, quando fa parte della mitica UCLA di coach John Wooden, quella capace di vincere 88 partite consecutive, striscia che si apre il 30 gennaio 1971 contro UC Santa Barbara e si chiude il 19 gennaio 1974 contro Notre Dame. Nel mezzo, due titoli Ncaa (nel primo era freshman, all’epoca non eleggibile per giocare), storico quello del 1973. Nella finale contro Memphis State, Walton chiuse con 44 punti (pi¨´ della met¨¤ del totale dei Bruins nell’87-66 conclusivo) con un pazzesco 21/22 su azione, primato che probabilmente non verr¨¤ mai neppure sfiorato. Viene scelto col numero uno assoluto da Portland nel draft Nba del 1974 e immediatamente ascende al ruolo di salvatore della patria. Ma le prime due stagioni sono un amaro assaggio di quello che accadr¨¤ pi¨´ avanti: rottura di naso, polso, piede e gamba lo vedono pi¨´ spesso in borghese che sul parquet (solo 86 partite disputate in due anni), con i Blazers che falliscono i playoff entrambi gli anni.
momento top —
Il 1976-77 diventa cos¨¬ il campionato della redenzione. Bill riesce a giocare 65 partite, e trascina Portland al suo tuttora unico titolo Nba, conquistando anche il premio di mvp delle Finals, vinte 4-2 (in rimonta da 0-2) sui Sixers. Nel ‘78 ¨¨ mvp della regular season pur essendo costretto a fermarsi dopo 60 partite per l’ennesima frattura a un piede. Rientra nei playoff ma in gara-2 contro i Sonics si fa nuovamente male all’arto. Non metter¨¤ mai pi¨´ piede in campo con la maglia di Portland. Sembrava che la storia di Bill fosse finita l¨¬. Invece ci fu ancora un canto del cigno, uno splendido acuto, di quelli che mettono la pelle d’oca. Nell’estate 1985 firma con i Boston Celtics da sesto uomo, a rinforzare quella che era gi¨¤ la frontline pi¨´ dominante nella storia della lega, formata da Larry Bird, Kevin McHale e Robert Parish. Debutta il 4 ottobre ‘85 al Garden in una sfida di preseason vinta 111-109 contro i Sixers di Doctor J e Moses Malone. E’ l’inizio di una cavalcata trionfale, con una stagione regolare che vede i biancoverdi perdere in casa una sola volta (primato Nba ancora oggi), contro Portland guarda caso... e si chiude con la vittoria dell’anello nelle Finals su Houston. L’anno successivo saranno per¨° ancora i tanti infortuni a limitarlo e nel 1990 arriva l’inevitabile ritiro.
L’ADDIO —
Avrebbe voluto lasciare in altro modo, invece furono ancora quelle ossa fragili a costringerlo a dire addio alla palla a spicchi. Con tanti rimpianti, ma con quell’eterno sorriso stampato sulle labbra che ancora oggi lo caratterizza. Bigger than life, ¨¨ il termine che in inglese rende meglio di qualunque altro la sua personalit¨¤. Eppure ne ha passate. I dolori insopportabili alla schiena lo hanno persino spinto a prendere in considerazione l’ipotesi del suicidio, prima di trovare finalmente pace grazie a un intervento chirurgico (XLIF, eXtreme Lateral Interbody Fusion). Il 3 novembre 1989 i Blazers hanno ritirato la maglia numero 32 di “Big Red”. Le prime parole di Bill alla cerimonia, da grandissimo appassionato di musica le rub¨° ai Rolling Stones e al suo gruppo preferito, i Grateful Dead: “Start me up, Don’t ever stop. It’s been a long, strange trip for me.”
I NUMERI —
Ha giocato 488 partite nella Nba, saltandone per¨° per infortunio 680, triste primato che detiene tuttora. I suoi 13.3 punti e 10.5 rimbalzi di media in carriera non gli rendono giustizia, in quanto diluiti nelle partite giocate da panchinaro o comunque nelle quali non poteva essere dominante quanto il talento gli avrebbe permesso per i guai fisici.
I TRIONFI —
Due volte campione Nba, con Portland nel ‘77 e Boston ‘86. Due volte mvp (Finals 1977 e regular season 1978) e sesto uomo dell’anno nel 1986. Due volte All Star, e votato tra i 50 pi¨´ grandi giocatori Nba di tutti i tempi. Eletto nella Hall of Fame nel 2006. La sua maglia numero 32 ¨¨ stata ritirata da UCLA.
Massimo Oriani
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