Il centro che ha vinto con Detroit gli anelli nel 1989 e 1990 allena le Las Vegas Aces e racconta: “Che ricordi della mia luna di miele italiana a Brescia. Golden State pi¨´ forte di sempre? Ogni generazione pensa di essere meglio della precedente”
L’ex cattivo ragazzo ¨¨ rimasto ruvido. Bill Laimbeer ha i capelli grigi adesso, e una pancetta importante. Ma occhio a farsi ingannare dalle apparenze: rimane sempre da prendere con le molle. Sbanca il Target Center di Minneapolis con le sue Las Vegas Aces di Wnba, che battono le Lynx campionesse in carica, la squadra di Cecilia Zandalasini. Vittoria con incluso qualche urlaccio agli arbitri, come ai vecchi tempi, anche se la maglietta di allora ¨¨ sostituita dalla giacca di adesso. Svetta gigantesco sulle sue giocatori, nei time out. Il pi¨´ alto, e il forse pi¨´ grosso, dell’intera Arena. Adrenalinico e urticante, proprio come lo ricordavamo dalla tv. A fine partita da’ la mano a Taylor, l’unico proprietario che gli ha dato una chance da coach a livello Nba, seppure da assistente ( e neanche principale, dal 2009 al 2011) e poi s’affretta verso lo spogliatoio per godersi l’impresa. Chi l’avrebbe detto, allora, che il cattivo ragazzo bianco dei Detroit Pistons versione Bad Boys, quella che ha fatto innamorare (o imbizzarrire) la generazione dei 40enni italiani d’adesso con la passione per il basket d’oltreoceano tatuata addosso, diventasse poi una grande allenatore a livello femminile...Lui, emblema del testosterone, gomiti cattivi, testa pensante, tiro dal perimetro e una mazzata sempre pronta, per gli avversari pi¨´ ostinati. Lui che ha vinto due anelli Nba (1989 e 1990) a Detroit, da compagno di squadra e guardia spalle di Thomas e Dumars, e da compagno di reparto di Rodman, Salley e Mahorn, ne ha poi addirittura conquistati tre, sempre a Motor City, da allenatore delle Detroit Shock. E ora cerca di legittimare la pallacanestro Wnba nella citt¨¤ del peccato statunitense. Gli abbiamo parlato seduti accanto in prima fila, al Target Center. D’Italia, di pallacanestro femminile dell’Nba di ieri e di oggi.
Bill Laimbeer, 61 anni, allena le Las Vegas Aces in Wnba. Afp
le parole —
“No che non mi sarei mai aspettato d’allenare a Las Vegas. Per tanto tempo ¨¨ stata tab¨´ per lo sport professionistico. Ma poi ¨¨ partita l’Nhl, e ora ci siamo noi. I Raiders di football americano arriveranno tra due anni. La franchigia ha speso tanto per l’Arena, abbiamo una buona tifoseria per essere il primo anno di Wnba. Le differenze tra allenare a livello maschile e femminile? Le donne giocano 5 contro 5, di squadra. I maschi a volte s’intestardiscono nell’uno contro uno, oppure due contro due, dal pick&roll. E poi le ragazze vogliono essere allenate, imparare. Ascoltano di pi¨´ rispetto ai colleghi uomini”.
Bill Laimbeer ha giocato a Brescia nel 1979-80. Archivio
luna di miele a brescia —
La prendiamo alla larga, prima di provare a parlare di Nba. Per evitare il suo insidiosissimo tagliafuori. Quindi c’¨¨ tempo per sfogliare l’album dei ricordi italiani. Stagione 1979-80: Laimbeer, appena uscito dal college, da Notre Dame, gioca un anno a Brescia, per la Leonessa. Rammenta: “M’ero sposato da poco, ¨¨ stato come fare la luna di miele in Italia. Bella citt¨¤, tifosi appassionati, buona esperienza. Ma poi l’Nba ha chiamato, e allora sono tornato subito a casa. Come dici? No, non parlavo italiano…”.
l’nba di ieri e di oggi —
Speravamo di aver fatto breccia nella sua difesa, e di poter dunque ora andare a ruota libera in chiave Nba, ma Laimbeer ¨¨ sempre lui. Difende forte. Anche cattivo, se l’avversario di turno non s’arrende subito. “Ora i giocatori Nba sono pi¨´ grandi, forti e veloci di quelli dei miei tempi. Ma allora si giocava in maniera pi¨´ corale”. Fin qui tutto bene. Ma sulle comparazioni affila i gomiti. “I Warriors d’adesso la dinastia pi¨´ forte di sempre? Ogni generazione pensa di essere migliore della precedente. Il tempo ci dir¨¤ quanto ¨¨ forte Golden State”. E poi: “Vuoi sapere cosa avrebbe fatto Curry contro Thomas nell’Nba dei miei tempi, fisica e intimidatoria? Lo potresti scoprire solo mettendoli uno contro l’altro su un campo da basket. Chi potrebbe essere il Laimbeer d’adesso, in chi mi rivedo? Green, Olynyk? Non so comparare. Mica la guardo tanto l’Nba. Ehi, io alleno in Wnba. E poi non m’avevi detto che quella precedente era l’ultima domanda?”. Si mette male. Ma c’¨¨ ancora il tempo per carpirgli qualcosa: “Sono ancora in contatto con gli altri Bad Boys. Con Thomas e Mahorn, soprattutto”. Ai saluti ci prendiamo la rivincita. Quella sognata sin da adolescenti. Dopo la stretta di mano di commiato azzardiamo la pacca vigorosa sulla spalla, di saluto. Non se l’aspettava. Il Bad Boy fa una smorfia e incassa. E ci lascia vincere.
Riccardo Pratesi
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