Nba, Memphis stupisce anche senza Gay. La chiave è nella difesa

Zach Randolph gioca uno contro uno contro Blake Griffin. Ansa

Non ci fosse stata Miami, Memphis sarebbe per distacco la squadra più calda della Nba. Dietro la serie da record di venti vittorie di fila dei campioni, i più in forma sono proprio i Grizzlies, che nelle ultime 15 partite – dall'8 febbraio a oggi – ne hanno persa solo una. A Miami. Ma limitando LeBron James alla peggior giornata di tiro della sua stagione, anche se poi è stata una sua tripla nell'ultimo minuto a decidere il match. Ma la difesa è il marchio di fabbrica. Stanotte Memphis ha tenuto i Clippers a soli 33 punti nel secondo tempo nello spareggio per il terzo posto a Ovest: pur avendo giocato tre partite (e vinta una) in meno, in classifica i Grizzlies hanno superato i californiani per percentuale di vittorie, .698 a .682.

STRISCIA POSITIVA — “La nostra chimica ha raggiunto un livello in cui i singoli non pensano più a sé stessi ma ognuno fa qualcosa in più per i compagni”, dice Mike Conley, guida in regia della squadra “blue collar” per eccellenza della Nba. La qualità nelle partite con Heat e Clippers, oltre al colpo a Brooklyn, dicono che dietro la striscia non c'è solo un positivo frangente di calendario. Metà delle 14 vittorie in 15 gare sono arrivate in trasferta, 4 senza la stella Randolph, tutte dopo la partenza per Toronto di Rudy Gay, il top scorer della squadra: non la più classica “addizione per sottrazione” ma la necessità di un mercato lungimirante guidato dai numeri, quelli dei conti del club e quelli delle statistiche sul campo dei giocatori in entrata e in uscita.

PARTENZE — Già a fine gennaio erano partiti Speights, Ellington e Selby per Cleveland in cambio di Leuer, per un risparmio di 6.4 milioni di ingaggi, evitando la tassa di lusso (la paga chi è sopra il salary cap) di circa 4 milioni. Poteva bastare così, invece con una decisione simile a quella fatta dai Thunder con Harden si è sacrificato Gay, facendo arrivare Prince, Daye e Ed Davis. Il rischio: rompere il giocattolo. La necessità: non tarparsi le ali sul mercato futuro, creando lo spazio salariale per poter trattenere tra un anno Tony Allen (altrimenti sarebbe stato impossibile) e poter ingaggiare anche qualcun altro.

CONTI A POSTO — Col poker Gay-Conley-Gasol-Randolph l'anno prossimo Memphis avrebbe pagato 58 milioni, sfiorando solo con loro il salary cap: per un mercato così piccolo, e senza l'obbligo di un titolo da vincere, evitare la tassa di lusso è cruciale, e dunque era impossibile tenerli tutti e quattro. Così si è piazzato altrove il contratto di Gay, 16.5 milioni quest'anno più 37.1 nei prossimi due. Tra entrate e uscite, Memphis ha risparmiato 12 milioni per quest'anno (spenderà 62.1 milioni invece che i 74.2 originali, che sarebbero diventati 78 con la tassa di lusso) e 37.2 milioni nei prossimi tre anni. Eppure ha continuato a vincere, più di prima.

NUOVA PROPRIETA' — Dietro le decisioni del club c'è anche il recente cambio di proprietà, avvenuto per una cifra intorno ai 350 milioni. Nuovo padrone da qualche mese è Robert Pera, ingegnere 35enne che si è messo in proprio dopo una carriera fenomenale in Apple, alla guida di una cordata con personaggi come Justin Timberlake, Penny Hardaway e la moglie di Peyton Manning. Al gm Chris Wallace ha affiancato come guida del club l'ex agente Jason Levien. E come vice presidente è stato scelto John Hollinger, già mago delle statistiche di Espn, il guru delle cifre che ha creato il PER, l'indice per misurare il rendimento dei giocatori: è arrivato a dicembre, ma nei due scambi di gennaio è evidente la sua mano nel far arrivare giocatori sottovalutati.

I NUOVI GRIZZLIES — Perché Memphis ha continuato a vincere pur perdendo l'uomo che prendeva più tiri e segnava più punti? Partendo dalla considerazione che nelle due stagioni precedenti Gay aveva fatto le cose migliori senza Randolph in campo e viceversa, dunque fare a meno di uno dei due poteva essere salutare, si è scelto di redistribuire su giocatori più “efficienti” i 16.4 tiri di media di Gay che, amando molto avere la palla in mano, enfatizzava i limiti offensivi di una squadra per scelta molto “anni '70”, con un attacco sicuramente stanziale. Dal mercato, poi, è arrivata gente che non cancella ma corregge uno dei limiti di questo attacco, la mancanza del tiro da tre.

PUNTI DI FORZA — Non è un mistero che i Grizzlies non abbiano un attacco da fuochi d'artificio, quintultimo in Nba per punti segnati (93.8). Gioco spalle a canestro e isolamenti tengono impegnate fino a un certo punto le difese avversarie. Si usa la taglia di lunghi (Randolph-Gasol è forse la miglior coppia Nba) dalla strepitosa tecnica individuale e con mani d'artista per i passaggi e testa da playmaker per leggere la difesa e capire dove c'è un vantaggio da sfruttare. Attirano raddoppi, scaricando non per le triple – come detto – ma per i tagli.

PARADISO — I nuovi arrivati si integrano alla perfezione in questo sistema. Gli spazi dell'attacco sono intasati, ma affollare l'area è importante perché Memphis è la migliore squadra Nba a rimbalzo d'attacco: così, e col saldo positivo tra palle perse e recuperate, aumenta il numero dei possessi per sopperire a un attacco non certo arioso e con percentuali conseguenti. Ma il marchio è nella propria metà campo: stazza, durezza, sudore e difesa. La classe operaia va in paradiso.