L’anno scorso ¨¨ stata la peggiore squadra della lega, viene da tre stagioni da 68 vittorie totali. La franchigia dell’Arizona riparte con un nuovo allenatore (Kokoskov), gli arrivi di Ariza e Anderson da Houston, la prima scelta assoluta del draft e una stella gi¨¤ affermata. Ma ancora con un buco in regia. Dove una mano potr¨¤ darla Devin, quando rientrer¨¤ dall’infortunio
Preview: NuggetsCleveland CavsAspettando il 2018-19Preview: JazzDetroit PistonsIndiana PacersNew Orleans PelicansAtlanta HawksSan AntonioSpursSacramento KingsCharlotte HornetsWashington WizardsToronto RaptorsMinnesota WolvesLA LakersMilwaukee BucksDallas MavericksGS Warriors Aprire la free agency spendendo 15 milioni per un anno di Ariza voleva essere un messaggio, per Phoenix: gli anni del tanking sono finiti. Ma non necessariamente quelli delle sconfitte. E’ tanta la strada che devono fare i Suns per risalire dalle tre peggiori stagioni nei loro ultimi 49 anni di storia: 68 vittorie in tutto, col minimo di 21 l’anno scorso, in una conference in cui nell’ultima stagione Denver con 46 non ha fatto i playoff. Per dire che in questo West perfino vincere 25 partite in pi¨´ non basterebbe. Comunque difficilmente succeder¨¤, nonostante lo sbarco della prima scelta assoluta Deandre Ayton. Con un paio di nodi, che poi forse sono uno solo: il regista e Devin Booker.
Si cerca dichiaratamente una point guard titolare entro l’inizio del training camp, perch¨¦ a oggi a roster ci sono il rookie francese Okobo, seconda scelta che piace, e i “reduci” Canaan e Harrison. Ma della scorsa stagione ¨¨ anche l’idea di Booker in versione Harden, prima opzione offensiva ma anche iniziatore del gioco palla in mano. Le incognite sono tecniche, per un buon giocatore di pick-and-roll che comunque l’anno scorso ha passato (fonte Basketball Reference) l’83% del suo minutaggio da guardia tiratrice. Ma sono diventate in parte anche fisiche: dopo aver firmato a 21 anni un’estensione quinquennale al massimo salariale (158 milioni), pietra miliare del futuro, si ¨¨ appena operato al quinto metacarpo della mano destra, quella con cui tira (divinamente), e salter¨¤ la preparazione e l’inizio di stagione. Un infortunio minore, ma nel momento sbagliato, al giocatore sbagliato.
PROBABILE QUINTETTO — Elie Okobo, Devin Booker, Trevor Ariza, Ryan Anderson, Deandre Ayton
RISERVE CHIAVE — Isaiah Canaan, Shaquille Harrison, Troy Daniels, Josh Jackson, Mikal Bridges, TJ Warren, Richaun Holmes, Tyson Chandler
COACH — Igor Kokoskov
COSA E’ CAMBIATO — Campione d’Europa 2017 con la Slovenia, Kokoskov debutta da head coach dopo 18 anni in Nba da assistente, 5 ai Suns (2008-13, compresa la finale di conference 2010). Per aprire una nuova era, Phoenix doveva chiudere con alcuni errori del passato. Chiuso l’equivoco Ulis, salutata la promessa mai mantenuta Chriss, addio a Brandon Knight su cui si ¨¨ puntato nel 2015 al posto di Dragic (sigh) e Thomas (doppio sigh) e che praticamente non c’¨¨ mai stato. Al posto degli ultimi due ecco Ryan Anderson, da Houston come il free agent Trevor Ariza, mentre dal draft oltre a Ayton ¨¨ arrivato anche il “3-and-D” Mikal Bridges. Ma cambier¨¤ ancora, in cerca del regista titolare. Sognati Damian Lillard e Kemba Walker, pi¨´ realistici gli obiettivi Beverley, Dinwiddie e Joseph. Con tante ali, pu¨° partire Warren. E se la stagione lo consiglier¨¤, occhio come possibile merce di scambio a Josh Jackson, se non avr¨¤ ancora convinto, o Ariza, per possibili asset futuri.
OBIETTIVO — I playoff, in teoria. Ma quest’anno no, non ¨¨ realistico. Misurarsi, misurare i giocatori per capire con chi andare avanti. E magari cominciare a ricreare una cultura.
PERCHE’ CREDERCI — Perch¨¦ il quintetto ¨¨ per due quinti quello della miglior squadra Nba dell’ultima regular season, i Rockets da 65 vittorie. E altri due quinti sono Devin Booker, 24.9 punti di media al terzo anno in Nba, e le stimmate del predestinato, e la prima scelta Deandre Ayton, peraltro con un mentore come Tyson Chandler. Pu¨° crederci perch¨¦ attorno a Booker ha tre scelte di lotteria degli ultimi due draft: Ayton appunto, poi Bridges e Jackson. Pi¨´ Bender del 2016. Pu¨° crederci perch¨¦ ¨¨ stata costruita per inseguire il modello Rockets anche per versatilit¨¤ difensiva, con giocatori come Jackson, Melton, Bridges e anche Ayton, che non sar¨¤ un difensore naturale ma ha caratteristiche fisiche da valorizzare. Anche perch¨¦ altrimenti (o la va o la spacca) diventa l’anello debole.
PERCHE’ DUBITARE — Perch¨¦ la giovinezza in Nba non paga per definizione, neanche quando di talento. E perch¨¦ una cultura vincente a Phoenix nel migliore dei casi ¨¨ quantomeno da ricostruire, persa da anni. Perch¨¦ l’affollamento in ala non ¨¨ solo una risorsa: se arrivasse a meritarselo, quanto spazio c’¨¨ per Bender dietro Anderson? Quanto per Jackson e Bridges, dietro Warren e Ariza? La point guard arriver¨¤, ma a oggi non c’¨¨: intanto ha le sue incognite sia puntare nel ruolo su Booker che sul resto del mondo (Okobo, Melton, Canaan e Harrison sono due rookie e due G-Leaguer). E soprattutto una cultura di lavoro non si improvvisa, non si rifonda in un giorno, posto che ci sia qualcuno (il coach? gli ex Rockets?) che si dimostri capace di portarla.
Si cerca dichiaratamente una point guard titolare entro l’inizio del training camp, perch¨¦ a oggi a roster ci sono il rookie francese Okobo, seconda scelta che piace, e i “reduci” Canaan e Harrison. Ma della scorsa stagione ¨¨ anche l’idea di Booker in versione Harden, prima opzione offensiva ma anche iniziatore del gioco palla in mano. Le incognite sono tecniche, per un buon giocatore di pick-and-roll che comunque l’anno scorso ha passato (fonte Basketball Reference) l’83% del suo minutaggio da guardia tiratrice. Ma sono diventate in parte anche fisiche: dopo aver firmato a 21 anni un’estensione quinquennale al massimo salariale (158 milioni), pietra miliare del futuro, si ¨¨ appena operato al quinto metacarpo della mano destra, quella con cui tira (divinamente), e salter¨¤ la preparazione e l’inizio di stagione. Un infortunio minore, ma nel momento sbagliato, al giocatore sbagliato.
PROBABILE QUINTETTO — Elie Okobo, Devin Booker, Trevor Ariza, Ryan Anderson, Deandre Ayton
RISERVE CHIAVE — Isaiah Canaan, Shaquille Harrison, Troy Daniels, Josh Jackson, Mikal Bridges, TJ Warren, Richaun Holmes, Tyson Chandler
COACH — Igor Kokoskov
COSA E’ CAMBIATO — Campione d’Europa 2017 con la Slovenia, Kokoskov debutta da head coach dopo 18 anni in Nba da assistente, 5 ai Suns (2008-13, compresa la finale di conference 2010). Per aprire una nuova era, Phoenix doveva chiudere con alcuni errori del passato. Chiuso l’equivoco Ulis, salutata la promessa mai mantenuta Chriss, addio a Brandon Knight su cui si ¨¨ puntato nel 2015 al posto di Dragic (sigh) e Thomas (doppio sigh) e che praticamente non c’¨¨ mai stato. Al posto degli ultimi due ecco Ryan Anderson, da Houston come il free agent Trevor Ariza, mentre dal draft oltre a Ayton ¨¨ arrivato anche il “3-and-D” Mikal Bridges. Ma cambier¨¤ ancora, in cerca del regista titolare. Sognati Damian Lillard e Kemba Walker, pi¨´ realistici gli obiettivi Beverley, Dinwiddie e Joseph. Con tante ali, pu¨° partire Warren. E se la stagione lo consiglier¨¤, occhio come possibile merce di scambio a Josh Jackson, se non avr¨¤ ancora convinto, o Ariza, per possibili asset futuri.
OBIETTIVO — I playoff, in teoria. Ma quest’anno no, non ¨¨ realistico. Misurarsi, misurare i giocatori per capire con chi andare avanti. E magari cominciare a ricreare una cultura.
PERCHE’ CREDERCI — Perch¨¦ il quintetto ¨¨ per due quinti quello della miglior squadra Nba dell’ultima regular season, i Rockets da 65 vittorie. E altri due quinti sono Devin Booker, 24.9 punti di media al terzo anno in Nba, e le stimmate del predestinato, e la prima scelta Deandre Ayton, peraltro con un mentore come Tyson Chandler. Pu¨° crederci perch¨¦ attorno a Booker ha tre scelte di lotteria degli ultimi due draft: Ayton appunto, poi Bridges e Jackson. Pi¨´ Bender del 2016. Pu¨° crederci perch¨¦ ¨¨ stata costruita per inseguire il modello Rockets anche per versatilit¨¤ difensiva, con giocatori come Jackson, Melton, Bridges e anche Ayton, che non sar¨¤ un difensore naturale ma ha caratteristiche fisiche da valorizzare. Anche perch¨¦ altrimenti (o la va o la spacca) diventa l’anello debole.
PERCHE’ DUBITARE — Perch¨¦ la giovinezza in Nba non paga per definizione, neanche quando di talento. E perch¨¦ una cultura vincente a Phoenix nel migliore dei casi ¨¨ quantomeno da ricostruire, persa da anni. Perch¨¦ l’affollamento in ala non ¨¨ solo una risorsa: se arrivasse a meritarselo, quanto spazio c’¨¨ per Bender dietro Anderson? Quanto per Jackson e Bridges, dietro Warren e Ariza? La point guard arriver¨¤, ma a oggi non c’¨¨: intanto ha le sue incognite sia puntare nel ruolo su Booker che sul resto del mondo (Okobo, Melton, Canaan e Harrison sono due rookie e due G-Leaguer). E soprattutto una cultura di lavoro non si improvvisa, non si rifonda in un giorno, posto che ci sia qualcuno (il coach? gli ex Rockets?) che si dimostri capace di portarla.
Giuseppe Nigro
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