Una proposta, 9 ore di consultazioni, poi il matrimonio che ha sconvolto la Association: quello tra i campioni in carica e Boogie. Ecco cosa ¨¨ successo il 2 luglio
"Giocheresti con lui se riuscissimo a prenderlo?". Il piccolo Canon Jack Curry ¨¨ nato da meno di 5 ore, il terzogenito di una famiglia che diventa sempre pi¨´ numerosa. E’ il 2 luglio e pap¨¤ Steph ¨¨ impegnato a rispondere ai messaggi di congratulazioni per la nascita del primo figlio maschio. Ce n’¨¨ uno, per¨°, che lo colpisce pi¨´ di tutti: la telefonata di Bob Myers, il general manager dei Warriors. Ha chiamato sul telefonino di nonno Dell, ma le felicitazioni per l’arrivo del piccolo Canon Jack non sono tutto quello che ha da dire al leader dello spogliatoio dei campioni in carica. Myers quella mattina ha ricevuto una telefonata inattesa: quella di Andrew Rogers, l’agente di DeMarcus Cousins. Il suo assistito ¨¨ senza contratto e 24 ore dentro la free agency non ha ancora ricevuto offerte significative, nonostante si aspettasse di firmare al massimo salariale. E adesso, ferito nell’orgoglio, vuole giocare con i campioni. “Steph, lo vorresti in squadra?” chiede Myers a Curry. “E me lo chiedi anche? Sarebbe fantastico”.
Curry, Thompson, Cousins, Durant e Green: i 5 All Star dei Warriors
la rabbia di boogie —
I Warriors non si aspettavano certo di mettere a segno il colpo che, dicono i critici, ha “rovinato” l’Nba. Perch¨¦ aggiungere Cousins, un All Star, al roster della squadra campione in carica, che ha gi¨¤ Curry, Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green come abbonati al weekend delle stelle, ¨¨ una mossa da scacco matto. “Nessuno di noi pensava a DeMarcus quando ¨¨ cominciata l’estate” rivela candidamente Curry a Usa Today. Nemmeno Cousins se lo aspettava. Il 26 gennaio si ¨¨ rotto il tendine d’Achille, tragico inatteso epilogo di un’ottima prima parte di stagione con i Pelicans. Stava viaggiando a 25,2 punti, 12,9 rimbalzi e 5,4 assist a partita e con Anthony Davis, co-star di una squadra finalmente lanciata verso i playoff, era anche nata una bella amicizia. AD e Boogie erano diventati lo spauracchio di tutte le difese che New Orleans incontrava sulla sua strada. Fino al momento dell’infortunio di DeMarcus nei secondi finali di una bella vittoria su Houston, la settima nelle ultime 8 partite. Cousins ha il contratto in scadenza, New Orleans qualche giorno dopo gli offre un biennale da 40 milioni. Boogie dice no: sente di valere il massimo, anche se alle prese con un infortunio per guarire dal quale potrebbe servire anche un anno. Quando scocca l’inizio della free agency, mezzanotte del primo luglio ora di New York, nessuno si fa avanti. Boogie nelle prime 24 ore di mercato osserva mentre le squadre promettono quasi un miliardo di dollari ai suoi colleghi. I dubbi lo dilaniano: perch¨¦ nessuno mi chiama? E il suo orgoglio, quello che pi¨´ di qualche volta l’ha portato ad andare oltre le righe, ¨¨ sempre pi¨´ ferito. Dopo che LeBron James decide di trasferirsi a Los Angeles, sponda Lakers, Cousins decide che ne ha abbastanza. “Andrew - dice al telefono al suo agente -, chiama Golden State e Boston”.
bada boom —
Il telefono di Myers suona alle 8 del mattino del 2 luglio. “Bob, sono Andrew Rogers, DeMarcus vuole giocare per voi”. Il g.m. dei Warriors non era nemmeno preparato ad una telefonata del genere. Cousins non era sul radar di Golden State, obiettivo fuori portata da un punto di vista finanziario. Quella telefonata cambia tutto. Perch¨¦ Boogie ¨¨ l’unico tipo di giocatore che manca all’incredibile arsenale dei campioni in carica. E’ un centro moderno, in grado di creare il gioco per i compagni, di fare male vicino al canestro e colpire anche da tre. Ma ¨¨ anche infortunato, e ha un carattere non facile. Myers comincia un inevitabile giro di telefonate. Prima Steve Kerr, il suo coach, poi i suoi campioni: Curry, Green, Thompson e Durant. L’idea stuzzica tutti. Kerr ¨¨ tra i primi a chiamare l’aspirante Warrior: “DeMarcus, non abbiamo mai avuto un centro come te. Ma ti metto in guardia, non so quanti tocchi riusciremo a darti: ¨¨ un sacrificio che sei disposto a fare?”. “Nessun problema, coach” risponde DeMarcus. Il centro riceve una telefonata da Green, in vacanza a Santorini, poi da Durant. Anche Curry si prende una pausa dagli abbracci al piccolo Canon Jack. Hanno giocato insieme al Mondiale 2014, con team Usa, quando Boogie si voleva prendere il nomignolo di terzo Splash Brother. “Stiamo ancora reclutando” scherzava Steph allora. Adesso ¨¨ diverso: “Abbiamo l’opportunit¨¤ di giocare come non abbiamo mai fatto prima, di avere un realizzatore vicino al canestro, un creatore di gioco come DeMarcus: la versatilit¨¤ in quintetto del genere sar¨¤ fantastica” racconter¨¤ Steph. L’unica offerta che i Warriors possono fare a Cousins ¨¨ la mid-level exception da 5,3 milioni. Per Boogie non ¨¨ questione di soldi, ma di orgoglio. E giocare con i campioni, dimostrare a tutti quelli che l’hanno snobbato che hanno fatto un errore mentre insegue il titolo, ¨¨ una tentazione troppo forte per l’orgoglio di Cousins. La trattativa si chiude in meno di 9 ore. Boogie riceve al telefono la notizia dal suo agente. E balla, balla di gioia. “Bada bing, bada Boom: sono un Warrior”.
la squadra perfetta —
La risposta dei Warriors all’arrivo di LeBron ai Lakers ¨¨ una mossa che sembra chiudere il discorso titolo con 11 mesi di anticipo. “Dicono che abbiamo rovinato l’Nba, ma penso che questa sia la frase pi¨´ stupida mai sentita” racconta Curry. “Non avevamo abbastanza All Star” scherza Kerr. Durant va gi¨´ pi¨´ pesante: “Certo, l’abbiamo rovinata noi l’Nba… Non quelli che hanno lasciato andare DeMarcus”. Cousins intanto ha gi¨¤ assaggiato il suo nuovo ambiente. “Le potenzialit¨¤ sono spaventose” ha raccontato nella prima apparizione da Warrior a Las Vegas. E’ stato solo un antipasto, ma che gli ha gi¨¤ fatto capire che adesso non ¨¨ pi¨´ solo. “Volevo fare di tutto per tornare dall’infortunio gi¨¤ al via del training camp, ma ho deciso che non ¨¨ il caso di forzare”. Ha un controllo medico a fine mese, ma Golden State ha tutta l’intenzione di aspettarlo senza fretta. “Vogliamo che sia pronto per i playoff, ma non significa che lo faremo giocare solo nella postseason – ha chiarito Myers -. Sar¨¤ un rientro graduale, anche perch¨¦ con un infortunio del genere non puoi mai capire come sta un giocatore fino a quando non rimette piede in campo”. Kerr intanto sta gi¨¤ studiando la sua nuova missione: coi consigli da Alvin Gentry, suo secondo nel titolo 2015 e coach di Cousins nell’ultima stagione e mezza a New Orleans, vuole preparare il tris dei Warriors e il riscatto di Boogie: “Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Vogliamo aiutarlo a ricreare il suo mercato in vista della prossima stagione mentre ci d¨¤ una mano a vincere un altro titolo. Sar¨¤ una buona unione”. Il matrimonio Cousins-Golden State durer¨¤ solamente una stagione, lo sanno tutti. E tutti sono contenti. Tranne le 29 squadre che proveranno a detronizzare i Warriors dei 5 All Star.
Davide Chinellato
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