La stella di Golden State fa un bilancio dopo la vittoria del titolo e il trofeo di MVP delle Finals: "Potrei lasciare il basket a 35 anni. I record? Posso ritirarmi sapendo di aver fatto tutto quello che desideravo fare, a modo mio"
Kevin Durant, stella di Golden State. EPA
L’abbiamo lasciato solo 4 giorni fa con il trofeo di campione Nba da una parte e quello di MVP delle Finals dall’altra, recitando parole di amore e riconoscenza per il basket, il gioco che ha cambiato la vita a lui e alla sua famiglia. Kevin Durant, dopo il dominio sui Cavs che gli ha permesso di guadagnare il 2¡ã titolo in 2 anni con i suoi Golden State Warriors, ¨¨ tornato a parlare ai microfoni di ESPN del suo presente e del suo futuro, anche quello relativo a un virtuale addio alla pallacanestro.
Traguardi —
Fresco del suo 2¡ã anello di campione Nba in 2 anni, impreziosito dalla seconda nomination consecutiva come miglior giocatore delle Finals, Kevin Durant ha gi¨¤ trovato il tempo per pensare al proprio futuro. Non in chiave mercato, anche se KD eserciter¨¤ la sua clausola di uscita dal contratto con Golden State e si dichiarer¨¤ free agent durante questa estate (coi Warriors, per¨°, gi¨¤ accordati col giocatore per continuare serenamente il loro rapporto), ma addirittura in chiave ritiro. “Potrei lasciare il basket a 35 anni”, ha affermato il fenomeno di coach Kerr, attualmente 30enne. “Questo gioco ¨¨ il mio mestiere, un mestiere che bisogna continuamente studiare. Non importa quanto ti piaccia, nessuno vuole rimanere uno studente per sempre. A un certo punto deve arrivare il momento in cui essere pronto per laurearsi. Trentacinque anni, questa ¨¨ l’et¨¤ che ho in testa”. Progetti per la sua carriera dopo il ritiro? Ancora nessuno, dice KD, “Non ne ho idea, ed ¨¨ proprio questa la cosa pi¨´ bella. Non so se sar¨° ancora innamorato di questo gioco tanto da voler rimanere nell’ambiente. Potrei diventare un coach, un general manager o proprietario di una franchigia. Oppure diventare come Kobe Bryant e raccontare storie sulla pallacanestro. Chi lo sa?”.
FANTASMI —
Kevin, nonostante la giovane et¨¤, sembra gi¨¤ un uomo in pace con se stesso, nonostante i tanti traguardi che ancora lo attendono. Uno su tutti: il 1¡ã posto nella classifica marcatori ogni epoca, con lui (a quota 20.193) e LeBron James (31.038) all’inseguimento del mostro sacro Kareem Abdul-Jabbar (38.387 totali). Un primato che non sembra preoccupare pi¨´ di tanto KD: “Non ¨¨ una questione di record. Posso ritirarmi sapendo di aver fatto tutto quello che desideravo fare, a modo mio. Se mi capiter¨¤ di raggiungere questi riconoscimenti sar¨¤ certamente fantastico. Altrimenti lo sar¨¤ lo stesso”. Fin ora, dopo 11 stagioni coronate da 7 convocazioni all’All Star Game, 4 titoli di miglior marcatore (nel 2010, 2011, 2012 e 2014) oltre al premio di MVP della Regular Season nel 2013/2014, Kevin sembra non aver nessun rimpianto: “soprattutto se continuer¨° ad approcciarmi al basket al massimo, come sto facendo e come ho sempre fatto…beh, s¨¬, posso andare oltre tranquillamente. Non importa quanti punti segno o la mia eredit¨¤ al gioco. Potrei chiedere a ogni persona che mi ha visto giocare la sua opinione e averle tutte diverse. Per questo ¨¨ impossibile andare in campo e giocare per questi motivi. Io sono concentrato sulle persone che pi¨´ mi sono vicine e mi amano, quelle che reputeranno la mia carriera perfetta sempre e comunque. Ecco in cosa consiste la mia eredit¨¤…”
Oakland festeggia i suoi Guerrieri
PARATA —
Oggi per¨° ¨¨ un giorno di festa per Kevin Durant, che potr¨¤, almeno per un giorno, mettere da parte tutti i pensieri relativi al proprio futuro e godersi i frutti del lavoro magistralmente fatto durante le Finals. I Warriors, infatti, a partire dalle ore 11 (le 20 italiane e in streaming sul sito ufficiale della squadra) attraverseranno la citt¨¤ di Oakland per la consueta parata dei campioni. KD, assieme a Stephen Curry, Klay Thompson e il resto della banda di Steve Kerr porteranno in trionfo il Larry O’Brien Trophy assieme a tutto il coaching staff e a diverse leggende della franchigia della Baia.
Andrea Grazioli
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