Memphis (5)-Oklahoma City (1) 87-81 (2-1 nella serie)

Si fa dura per i campioni in carica nella Western Conference. Memphis non gioca una grande partita, non detta legge al rimbalzo ma riesce comunque a trovare il successo soprattutto per i demeriti dei Thunder. L’assenza di Russell Westbrook sembra pesare ogni giorno di più e un Kevin Durant altalenante da solo non può fare i miracoli contro la solidissima difesa dei Grizzlies. Il solo Reggie Jackson, infatti, trova un minimo di ritmo in attacco ma Oklahoma City avrebbe bisogno anche di una produzione di tutto rispetto da parte di Serge Ibaka e Kevin Martin che invece non arriva. Entrambi, infatti, tirano con un brutto 6/17 dal campo e lo stesso KD per una volta fatica nell’ultimo quarto. Memphis vorrebbe prendere subito possesso della zona pitturata ma la coppia delle meraviglie dei Grizzlies, Randolph-Gasol, fatica a carburare. Oklahoma City non ne approfitta e nel primo quarto va a sbattere contro la difesa dei padroni di casa che così restano davanti. Dalla panchina arrivano i punti di Jerryd Bayless il quale con un personalissimo parziale di 8-0 a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto, regala a Memphis il vantaggio in doppia cifra. Kevin Durant risponde, gli ospiti tornano sotto e nel finale riprendono i Grizzlies, chiudendo un primo tempo con luci e ombra avanti 45-44. Il ritmo favorisce la squadra di casa che nel terzo quarto ritrova il vero Marc Gasol e per i Thunder si mette male. Lo spagnolo decide di fare la voce grossa sotto canestro (12 punti nel terzo periodo), Memphis così prende in mano le redini del match e scappa a +9. Gli ospiti provavo a tornare in carreggiata con i punti di Martin e Fisher all’inizio dell’ultimo periodo, i Grizzlies rispondono con le triple di Bayless e Pondexter e a quattro minuti dalla sirena sono avanti di quattro lunghezze. Chi si aspetta il “Durant time” rimane deluso. Il fenomeno di Oklahoma City, infatti, non riesce a fare male alla difesa di Memphis nell’ultimo quarto, c’e’ bisogno così di una tripla di Fisher per pareggiare i conti (81-81) a 1’58’’ dalla fine. Incoraggiante, ma la rimonta dei Thunder finisce qui. Gasol e compagni, infatti, segnano dalla lunetta gli ultimi sei punti della gara, Oklahoma City sceglie di prendere brutti tiri, in particolare Fisher che tenta un’assurda tripla da distanza siderale a 18’’ dalla fine, dando una mano ai padroni di casa che così passano a condurre in una serie sempre più complicata per i Thunder.

Memphis: Gasol 20 (6/14). Rimbalzi: Randolph 10. Assist: Conley 6. Oklahoma City: Durant 25 (7/13, 2/6), Jackson 16. Rimbalzi: Durant 11, Jackson, Ibaka 10. Assist: Durant 5.

Indiana (3)-New York (2) 82-71 (2-1)

Per i tifosi di New York gara-2 avrebbe dovuto rappresentare la svolta di una serie decisamente ostica per i Knicks. La vittoria favorita dal super parziale di 30-2 sembrava poter rimettere in carreggiata la compagine newyorchese, invece il terzo match della serie riporta a galla tutti i fantasmi della squadra che sembrava destinata a essere l’unico vero avversario da prendere con le molle per i Miami Heat nella Eastern Conference. Indiana gioca la sua partita, tiene basso il ritmo, difende alla grande, limita Carmelo Anthony e mette la museruola e un JR Smith ancora uno volta irriconoscibile rispetto all’attaccante affidabile della regular season. La squadra di casa così costruisce il suo comodo successo in gara-3 sulla produzione di un Roy Hibbert a tratti immarcabile e sui troppi rimbalzi in attacco concessi dai lunghi di New York. Nemmeno il ritorno al basket giocato di Amare Stoudemire stimola i Knicks che in attacco disputano una delle loro peggiori prestazione nella storia della franchigia e chiudono con un solo giocatore, Melo naturalmente, a referto in doppia cifra. Il primo tempo e’ davvero difficile da digerire per gli spettatori neutrali. La gara, infatti, non decolla visto che entrambe le squadre fanno una fatica incredibile a trovare il canestro. Hibbert da una parte e Anthony dall’altra provano a produrre ma il punteggio resta bassissimo e a fine primo tempo il tabellone dice 36-33 a favore dei padroni di casa. A Indiana va benissimo così, anche perché i Pacers pur tirando male riescono a ottenere diverse seconde opportunità grazie ai rimbalzi in attacco. Nel terzo quarto poi le cose cambiano, ma soltanto per i padroni di casa. New York, infatti, continua a fare una fatica pazzesca in attacco, i Pacers, invece, con i canestri di George, le triple di Stephenson e la produzione dalla zona pitturata di un eccellente Hibbert, scappano via. Indiana arriva al vantaggio in doppia cifra e tocca quota +14. Mike Woodson non trova risposte anche perché Smith continua a litigare con il canestro (4/12 al tiro) e Felton incappa in una serata da dimenticare (1/8). L’ultimo quarto non fa altro che sancire la dominanza dei Pacers. New York prova a tornare in partita ma riesce soltanto ad arrivare al -11, con i liberi di Felton a tre minuti dalla sirena, prima di gettare la spugna. La tripla di Hill a 2’15’’ dalla fine così riporta Indiana al +16 e chiude definitivamente i conti, facendo calare il sipario su una gara che i tifosi di New York vogliono provare a dimenticare in fretta.

Indiana: Hibbert 24 (9/18), Hill 17. Rimbalzi: West, Hibbert 12. Assist: George 8.
New York: Anthony 21 (5/15, 1/1). Rimbalzi: Shumpert 10. Assist: Prigioni 3.