All'ultima giornata e solo dopo il supplementare, i Lupi battono i Denver Nuggets e conquistano l'ultimo posto utile per la post season. Sfideranno i Rockets
Jimmy Butler, 28 anni, e Karl-Anthony Towns, 22, festeggiano la vittoria di Minnesota su Denver e l'accesso ai playoff. Ap
Naturalmente doveva andare cosi. Col drammone, il batticuore, la felicit¨¤ tramutata in sollievo. Spezzare la maledizione playoff per Minnesota sembrava banale a inizio stagione, fin troppo semplice, con un organico sontuoso, per talento. E invece i Lupi dopo 13 anni di digiuno conquistano l’ultimo posto buono solo all’ultima partita e solo al supplementare. Piegando Denver, in casa, davanti a un pubblico dubbioso, dopo una partita da inserire come tappa obbligata di una dieta dimagrante. Feroce per tensione, inimmaginabile per canovaccio, col lieto fine arrivato quasi inatteso. Per una franchigia sportiva abituata semmai a perdere. Alle beffe pi¨´ atroci.
da lupi a mici —
L’ennesima sembrava gravare nell’aria, al Target Center. Minny dopo gran parte della stagione regolare passata tra le prime 4 ad Ovest, nell’attico riservato all’aristocrazia della Western Conference, con l’infortunio di Butler, si era poi “sciolta” come la neve che da queste parti sembra proprio dover far parte del paesaggio, a prescindere da quel curioso procedere del calendario. Senza il suo capobranco i Lupi si erano scoperti mici, da 8-9 di record.
i miracoli e... la fortuna —
Il rientro di Jimmy Buckets, protagonista di una stagione che merita l’inclusione in uno dei primi tre quintetti Nba, aveva riportato la ferocia e la speranza. Ma la maledizione gravava sinistra qui al Nord, pi¨´ maligna che mai. I Lupi non hanno beneficiato di un risultato favorevole uno della concorrenza, negli ultimi giorni. E dire che di jolly da giocare ne avevano parecchi. Si trovavano d’improvviso, complice un calendario dispettoso, con nel salotto di casa, il Target Center, per una volta meno freddo del solito, neanche ospitasse una partita dei Vikings, un’avversaria sbarazzina e irriverente. Reduce da sei vittori di fila, incosciente e fiduciosa. Jokic lo chiamano Joker per uno motivo. E lo scherzetto da 35 punti l’ha puntualmente piazzato. Ci sono voluti i miracoli difensivi di un veterano, Gibson, e quelli offensivi del capobranco, Butler, e per una volta pure un inatteso pizzico di fortuna, che da troppo tempo si era scordata l’indirizzo di queste parti, per fare pace con la storia. E spezzare una maledizione da Calimero dello sport professionistico americano.
luci e ombre —
Servir¨¤ di pi¨´ per far pace con una tifoseria che ha fatto solo 16/41 nei tentativi di tutto esaurito al Target Center. L’ottavo posto ¨¨ un primo passo che ravviva solo in parte i troppi chiaroscuri stagionali. Coach Thibodeau da queste parti non lo pu¨° vedere quasi nessuno: col suo stile ruvido fuori dal campo, e antico, se non obsoleto, quando si siede in panchina. Qua sono orgogliosi di essere “nice”, gentili. E vorrebbero che i Wolves fossero divertenti, prima ancora che vincenti. Ecco, siamo lontani dall’obiettivo: Fox Sport North sulla rete “ammiraglia” ha trasmesso la partita playoff di hockey dei Wild della limitrofa St Paul, invece che la partita di pallacanestro pi¨´ importante degli ultimi 14 anni. La concomitanza ¨¨ stata risolta penalizzando i Timberwolves, dopo troppi “al lupo al lupo” stagionali, da squadra pi¨´ civetta che famelica che promette e poi non mantiene.
la promessa mantenuta —
Stavolta l’ha fatto. Stavolta niente beffa. Stavolta Butler ha “consegnato”. Stavolta Wiggins, che da lupo era stato gi¨¤ trasformato in capro espiatorio, troppo comodo e semplicistico, ha portato il suo 64% ai liberi in lunetta e con la gara in bilico ha piazzato il 2/2 che ha chiuso i conti. Stavolta il pubblico ha urlato per il suo Jimmy Buckets e per una volta, i cori non dicevano Skol, ma semmai MVP. Stavolta Paperino ha vinto. Inciampando, tentennando, ma tagliando il traguardo. Il futuro prossimo prevede la neve e il Barba Harden. Previsioni del tempo cupissime. Ma stanotte, per una notte, non si preoccupa nessuno. I Lupi hanno sconfitto la maledizione, le ombre del passato e quelle del futuro. Stanotte, per una notte, dopo tanto tempo, ¨¨ bello essere i Minnesota Timberwolves. E Minneapolis si coccola i suoi cuccioli…
Riccardo Pratesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA