Nash rinvia ancora il rientro
"Fuori almeno altri 15 giorni"

Steve Nash, 38 anni, ha giocato solo 2 gare coi Lakers. Afp

Se pensavate che Ricky Rubio e Derrick Rose avrebbero ricominciato ad allenarsi prima di Steve Nash, che deve ancora rientrare dopo l’infortunio al perone sinistro dell’1 novembre scorso, alzate la mano. Niente mani alzate? Non credo: c’è una spiegazione al fatto che due giocatori reduci da una lesione al legamento crociato anteriore nella scorsa stagione potrebbero riprendere ad allenarsi con le loro rispettive squadre (Minnesota per Rubio e Chicago per Rose) prima che i Los Angeles Lakers possano riabbracciare il giocatore ideale per innescare l’attacco di Mike D’Antoni. Secondo quanto riportato da Yahoo! Sports, il perone sinistro di Nash è guarito alla perfezione, ma è un’infiammazione a un nervo, emersa durante il processo di riabilitazione, che sta causando problemi al giocatore costringendolo a posticipare il suo rientro con i Lakers: se è vero che Nash sente dolore ogni volta che fa pressione sulla gamba sinistra, è proprio questo il motivo che lo ha costretto a saltare 19 delle prime 21 partite dei Lakers.

l'attesa — D’Antoni ha parlato in toni entusiastici del suo playmaker, e ha dichiarato scherzosamente che Nash potrebbe risolvere molti dei più evidenti problemi dei Lakers anche in meno di 90 minuti: una dimostrazione di fiducia smisurata, o semplicemente il folle orgoglio del coach di una squadra che al momento ha un record di 9-12 e che stanotte sfiderà Cleveland. Ma prima di preoccuparsi di aiutare i Lakers a trovare una cura per le loro attuali difficoltà, Nash vuole soprattutto recuperare uno stato di forma accettabile, come ha spiegato a USA Today: "Credo che serviranno almeno altre due settimane – ha dichiarato Nash -. Riesco a muovermi e a tirare, ma non a correre velocemente. Non sono in forma, e ci vorrà almeno una settimana di allenamento prima di riprendere a correre. Spero di fare la differenza anche se sono convinto che a questa squadra manchi poco per far bene anche senza di me. È una situazione complicata, è come se dovessimo partecipare nuovamente al training camp anche perché i miei compagni non avevano avuto molto tempo a disposizione per allenarsi con Mike Brown. Di fatto non abbiamo mai avuto l’opportunità di giocare insieme nel nuovo sistema, ma stiamo comunque cercando di venirne fuori". Secondo Nash, vedendo giocare i Lakers è evidente soprattutto il fatto che "la squadra ha trascorso poco tempo insieme, per adesso è una stagione difficile e piena di intoppi".

ripartenza — Ma dopo le numerose sconfitte dei Lakers nell’ultimo periodo (quattro nelle ultime cinque partite, compresi gli ultimi due impegni casalinghi contro Orlando e Utah) ci sarà ancora abbastanza tempo per svoltare quando tornerà Nash? "Non so, vedremo – ha spiegato il play -. Credo che tutto sia ancora possibile per questa squadra: se troveremo la giusta coesione e lavoreremo con intensità, penso che l’unico limite per i Lakers sia il cielo. Ma sappiamo che ci attende un compito molto difficile". Con i Lakers tutto è possibile: per adesso, contro ogni pronostico iniziale, hanno collezionato un record inferiore al 50% e se dovessero continuare così per altre due settimane chiuderebbero il primo trimestre della regular season molto in basso, come nessuno si sarebbe mai aspettato da una squadra considerata la più competitiva della Western Conference, e anche della Nba, dopo che gli acquisti di Nash e Dwight Howard avevano permesso di allestire un mix di stelle con Kobe Bryant e Pau Gasol. Ma questo è accaduto mesi fa, prima che ai Lakers si alternassero due allenatori e altri due playmaker (Steve Blake, che resterà ai box dalle sei alle otto settimane dopo l’intervento chirurgico a cui si è sottoposto per risolvere un problema a un muscolo addominale, e il giovane Darius Morris, che sta cercando di fare il possibile per tenere in piedi la situazione). I Lakers hanno a disposizione almeno due settimane per capire se saranno in grado di risolvere alcuni dei loro problemi senza Nash: ma tutti si chiedono dove potranno arrivare se ci riusciranno.