DeAndre Jordan, centro dei Clippers, 25 anni. Ap

Doc Rivers è stato chiaro fin da primo giorno che ha firmato per i Clippers: “DeAndre Jordan sarà la nostra chiave difensiva, può vincere il titolo di miglior difensore della lega. I Clippers, potenzialmente, sono un ottima squadra con un perfetto bilanciamento fra atletismo e tecnica”. Parole importanti, pronunciate lo scorso giugno, e ribadite in queste prime settimane di training camp, con il centro da Texas A&M accostato a Paul e Griffin per formare i “big 3” in versione Angelena. DeAndre Jordan, 25 anni, alla sesta stagione con la franchigia californiana, è il giocatore osservato speciale, sia per il suo contratto pesante (22 milioni nei prossimi 2 anni) sia perché, fino ad ora, è stato discontinuo nel rendimento. La prima partita di preseason a Portland (16 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate) ne ha rilanciato le sue quotazioni, dopo un estate passata a lavorare per migliorare le sue lacune. “Dopo i playoff dello scorso anno - racconta - ero molto deluso (3,7 punti a partita nella serie persa al primo turno contro Memphis ndr). Mi sono messo subito al lavoro, non voglio riviere sensazioni del genere”.

E’ un azzardo definire questa versione dei Clippers più forte rispetto a quella vista lo scorso anno? Quali sono le sensazioni dopo questo inizio di stagione?
“Difficile da dire adesso, è passata poco più di una settimana da quando abbiamo iniziato ad allenarci. C’è grande attesa, leggo giudizi positivi, ma abbiamo ancora tanto lavoro davanti a noi. In questo momento ci sono un paio di giocatori infortunati (Griffin e Reddick ndr), ma allo stesso tempo ci sentiamo maturi e pronti per fare il salto definitivo. Sappiamo che questo può essere il nostro momento Ma ripeto, è troppo presto adesso per fare un bilancio o dare giudizi”.

Cosa è cambiato a livello tecnico in campo? Griffin, per esempio, proverà a giocare più fronte a canestro…
“Non mi sento di dire che qualcosa è cambiato, è normale che l’estate aiuti perché hai possibilità di esercitarti singolarmente. Ognuno di noi ha lavorato intensamente, Paul si è allenato duramente, Blake ha migliorato il so tiro e lo utilizzerà di più, abbiamo aggiunto nuovi elementi al roster che innalzeranno il nostro livello. Adesso sta a noi trovare la giusta chimica, la perfetta amalgama, per diventare una squadra vincente”.

Torniamo alla tua estate, su cosa ti sei concentrato e su quali aspetti del gioco hai lavorato?
“Ho lavorato soprattutto per migliorare la mia condizione atletica e la mia forza fisica. A livello di pallacanestro abbiamo impostato il lavoro sul mio tiro e sui miei movimenti in post. Mentalmente devo crescere come leader. Molto importante, da questo punto di vista, è stata la possibilità che ho avuto di far parte della nazionale americana e allenarmi con altri grandi giocatori nel training camp tenutosi a luglio a Las Vegas”.

Quale è stato il tuo impatto con Doc Rivers. Cosa vi siete detti il primo giorno che ti ha incontrato?
“Coach Rivers mi ha subito manifestato la sua fiducia spendendo parole importanti sul mio conto. Vuole che io sia il collante difensivo, questa deve essere la mia prima, seconda e terza priorità. E’ un onore essere investito di questo compito”.

Ho letto che hai cambiato la tua dieta. E’ questo il piccolo segreto dietro il tuo inizio di stagione importante?
“A livello di cibo non ho cambiato niente, ho sempre curato l’alimentazione. Ho smesso di bere bibite, sono da sempre stato un grosso consumatore di Coca Cola. Ne andavo matto. Si dice che “siamo quello che mangiamo”. Per questo ho dato un taglio definitivo. Questa è stata la variazione”.

Doc Rivers ha detto che non vuole più sentire la parola “lob city”, con cui questa squadra era conosciuta. Avete coniato un nuovo soprannome per questa versione dei Clippers?
“Possiamo dire che scompare il nome ma questo gruppo, comunque, ha qualità atletiche superiori, con tanti giocatori capaci di andare sopra il ferro e schiacciare al volo. Giocheremo ancora nel modo che ci piace, che ci è più congeniale, correndo in contropiede. Chris Paul è un gradissimo passatore e ha intorno tanti giocatori che amano questa giocata. Il messaggio lanciato dal coach comunque è chiaro: dobbiamo lavorare molto di più e migliorare la nostra esecuzione a metà campo”.