LeBron James in versione giocatore di football. Reuters

Non c'è motivo di pensare che il Boys and Grils Club of Greenwich sia già stato prenotato per una determinata serata di luglio 2014. O che Jim Gray sarà in attesa di rifarsi il trucco. Ci sono invece molti motivi per pensare che The Decision, Parte Seconda sarà meno hollywoodiana - anche se comunque ad alto tasso di nervosismo - rispetto alla versione originale. Quando LeBron James disse che avrebbe portato il suo talento a South Beach lo scorso 8 luglio 2010 era ancora, per molti versi, un giovane uomo pieno di dubbi e domande. Adesso è un due volte campione Nba e quegli anelli al dito sono le risposte che cercava e la conferma del fatto che è in grado di zittire tutti i chiacchericci esterni.

FREE AGENT? — James è ovviamente la stella più grande che potrebbe diventare free agent durante la prossima estate insieme a Kobe Bryant, Carmelo Anthony e i suoi compagni di squadra negli Heat: Dwyane Wade e Chris Bosh. E se il quattro vole Mvp dichiara che la sua prima sensazione è quella di voler continuare a lottare per i titoli a Miami, James ha ammesso con Chris Broussard di Espn che nulla è certo. "Non ne ho assolutamente idea - aveva detto recentemente James a Espn.com -. Mi piacerebbe trascorrere il resto della mia carriera a Miami con questa grande squadra e lottare per vincere altri titoli Nba. Sarebbe l'ideale per me. Tuttavia, non so cosa possa succedere da oggi fino alla fine della stagione. Ma il basket è così, non sai mai cosa avverrà il giorno dopo. Voglio dire, quando ero un ragazzino, non avrei mai immaginato che le strade dei giocatori dei Bulls si dividessero. Quando ero bambino, se mi avreste detto che Michael Jordan e Scottie Pippen non avrebbero più giocato insieme per il resto delle loro vite, vi avrei considerato dei pazzi. E che Phil Jackson non sarebbe più stato il loro coach? Per me era follia pura. Ma a volte la natura di questo sport fa sì che le cose non vadano come desiderato. Vedremo".

TORMENTONE? — La domanda ora è se la LeBronmania 2 può diventare un tormentone ai livelli del Melodrama e del Dwightmare, scenari che hanno finito per consumare gli stessi Anthony e Dwight Howard e anche James stesso nel primo capitolo. Ad un'analisi superficiale, la differenza rispetto al passato la fanno l'età e la maturità. Ma la verità è che sono quei titoli ad averlo fatto crescere. Prima del suo approdo negli Heat, è stata l'insicurezza a portare James ad alimentare le brutte voci sul suo conto. Nonostante avesse i numeri e i riconoscimenti individuali, non poteva essere sicuro di essere un campione finché non aveva vinto un titolo Nba. Nelle ultime due stagioni il giocatore è riuscito a gettare se stesso e i suoi compagni oltre l'ostacolo dei propri dubbi su di sé.

E adesso che James guarda avanti verso il prossimo capitolo della sua epopea, c'è da stare sicuri che penserà soltanto a raggiungere traguardi sempre più alti e a dove vorrà farlo. Miami: se Wade riuscirà a sostenere un'altra stagione rimanendo in salute, gli Heat potranno dare per quasi certa la riconferma di James. Wade rimarrebbe comunque un'ottima seconda scelta. Considerando che Bosh non voglia rinunciare ai 42 milioni di dollari sul suo contratto per diventare un free agent, potrebbe essere arrivata l'ora per il presidente Pat Riley di fare quel tipo di scambio che possa infondere nel roster del talento più giovane e più profondo per alleviare le fatiche di James. Cleveland:se Kyrie Irving dovesse continuare nel suo percorso per diventare un playmaker da All Star fisso, se la prima scelta assoluta del draft Anthony Bennett rispetta le promesse e se coach Mike Brown riuscisse a ridare mordente alla difesa dei Cavaliers, non sarebbe poi del tutto sbagliato pensare a un ritorno di LeBron. Sarebbe il più grande ritorno a casa nello sport. Il giocatore sarebbe ancora negli anni migliori e potrebbe far rimarginare alcune vecchie ferite. L.A. Lakers: se King James volesse davvero mettere la ciliegina sulla torta, quale obiettivo migliore se non prendersi la franchigia Nba più glamour sulle spalle e riportarla sulla retta via? Dopo aver vinto titoli da Mvp a Cleveland e anelli a Miami, potrebbe anche passare alla storia come quello che ha "aiutato" il compagno Kobe a eguagliare Jordan con sei anelli.

SE NE PARLA TRA UN PO' — Ma tutte queste sono solo fantasie in vista della prossima estate e, come ha detto a Broussard, per ora preferisce evitare di gettare benzina sul fuoco: "Lo devo a me stesso, ai miei compagni e ai Miami Heat. Devo rimanere concentrato - dice -. Sono un leader, e non devo lasciare che queste cose mi tolgano concentrazione su ciò che voglio fare: vincere un altro titolo. Cercherò di bloccare qualsiasi discorso sul mercato dei free agent, anche se ci sarà sempre qualche giornalista che tirerà in ballo l'argomento. Ma prima o poi arriveremo a un punto in cui, dopo aver sentito questo discorso, dirò: "Gente, ho già risposto alla domanda e, con tutto il rispetto, vorrei parlarne a stagione finita". Stavolta però non lo farà in diretta Tv in prima serata. Non ha bisogno di fare annunci in maniera folle e fuori controllo. Per due motivi, entrambi alle dita di LeBron.