George o Leonard gli altri possibili big destinati a rinforzare i 76ers. Ma Belinelli e Redick resteranno?
L’avventura dei 76ers nella postseason arriva al capolinea contro i Celtics, capaci, grazie alla genialit¨¤ di coach Stevens, alla leadership di Horford e alla talento di Tatum, di interrompere sul pi¨´ bello la marcia spedita di Embiid e compagni. Philadelphia va in vacanza con la consapevolezza di avere un futuro decisamente roseo ma anche con i rimpianti per le occasioni sprecate e gli errori commessi in una serie che avrebbe potuto prendere una piega diversa. Alla fine comunque la stagione deve andare in bacheca come pi¨´ che soddisfacente: terza piazza a Est, 52 vittorie in regular season, condite dalla striscia di 16 successi consecutivi a chiudere la stagione regolare, e l’approdo al secondo turno. Le cose sarebbero potute andare in modo diverso contro Boston ma a livello generale la dirigenza di Philadelphia pu¨° ritenersi soddisfatta.
Joel Embiid, 24 anni. Epa
cosa ha funzionato —
Embiid ci ha messo pochissimo a ritrovare il ritmo partita al suo rientro dopo la frattura dell’orbita dell’occhio sinistro, facendo la differenza nella zona pitturata soprattutto nella serie contro Miami. Un Simmons dai due volti, a tratti assolutamente spaziale contro gli Heat, molto meno incisivo con Boston, ha comunque dato parecchio alla squadra nella postseason, lo stesso vale per Redick. Le buone notizie per coach Brown sono arrivate anche dalla produzione da parte della panchina, con Belinelli e Ilyasova naturalmente su tutti. Poi ha fatto il suo, quando ¨¨ stato chiamato in causa, anche McConnell, l’eroe di gara-4 della sfida con i Celtics.
COSA NON HA FUNZIONATO —
Dopo l’eccellente serie disputata contro gli Heat Simmons ha fatto tanta fatica al secondo turno. Turnover sanguinosi in momenti delicati, la giocata cervellotica al termine di gara-3 (rimbalzo in attacco conquistato sul +1 a 20’’ dalla sirena e assurda conclusione) e un bruttissimo -63 di +/- nella serie. In grande difficolt¨¤ anche Covington che ha chiuso la sfida con i Celtics tirando con un pessimo 27% dal campo. Non ha convinto nemmeno la gestione di coach Brown, incredibilmente passivo in gara-2 durante il break di Boston nel secondo quarto, il quale si ¨¨ riscattato solo in parte giocandosi la carta McConnell il gara-4. Anche il super Belinelli visto nella serie con Miami ha dovuto pagare dazio, un po’ come tutta la squadra, contro i Celtics. La postseason poi non ha riservato soddisfazioni per Fultz. La prima scelta assoluta aveva lanciato segnali incoraggianti al suo rientro nel finale della regular season ma ¨¨ uscita ben presto dalla rotazione nei playoff.
IL FUTURO —
Gli alti e bassi durante la postseason non fanno cambiare le prospettive di una squadra destinata a dire la sua nella Eastern Conference per i prossimi anni. L’ingente spazio salariale permette alla dirigenza dei 76ers di guardare alla offseason con la consapevolezza di poter attirare anche un "max contract". Il sogno proibito resta LeBron ma sembra prendere corpo anche l’idea Paul George, un giocatore potenzialmente perfetto per il sistema di gioco di coach Brown. I tanti asset (tra i quali due prime scelte al prossimo draft) permettono anche valutazioni su possibili trade intriganti (magari perfino provare a proporre un "package" per strappare Leonard agli Spurs), la offseason per¨° dovr¨¤ innanzitutto aiutare Simmons a gettare le basi per lo sviluppo un tiro dal perimetro minimamente affidabile. Redick sar¨¤ free agent e un suo rinnovo non ¨¨ per nulla scontato. Stesso discorso per Marco Belinelli. L’azzurro, arrivato a Philadelphia dopo il buyout con Atlanta, si ¨¨ subito ambientato, diventando in poco tempo un vero e proprio beniamino dei tifosi dei 76ers. Beli ha chiuso la stagione alla grande, producendo poi la sua miglior serie di playoff in carriera contro gli Heat (16.6 punti di media). Contro Boston l’azzurro ha fatto pi¨´ fatica e resta il rammarico dei centimetri che hanno trasformato la potenziale tripla vincente allo scadere di gara-3 nel canestro del pareggio. Bryan Colangelo vorrebbe trattenere a Philadelphia Belinelli ma molto dipender¨¤ dall’offerta economica che la franchigia sar¨¤ in grado di mettere sul piatto. Comunque sia una cosa sembra sicura, il futuro di "Trust the Process" e’ decisamente roseo.
Simone Sandri
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