Rose, Granger, Love, Bynum, Stoudemire: il quintetto dei grandi assenti

E' il quintetto dei grandi assenti. All Star e giocatori della nazionale, ma sono stati i protagonisti mancati della stagione. Un paio, Derrick Rose e Amare Stoudemire, hanno ancora possibilità più o meno concrete di timbrare il cartellino ai playoff. Danny Granger e Kevin Love non si vedranno più. Andrew Bynum quest'anno non si è visto mai. Come Rose, i cui Bulls hanno tenuto botta anche senza la loro stella. Minnesota e Philadelphia invece sono crollate senza Love e Bynum, mentre New York e Indiana hanno preso il volo senza Stoudemire e Granger, quasi temendo che il loro rientro rompesse il giocattolo. Cinque storie diverse, con l'unico comune denominatore dei gravi problemi patiti alle ginocchia: si è iscritto al club anche Love con l'ultimo intervento che ne ha chiuso anzitempo la stagione, dopo che era stata la doppia frattura alla mano a rovinargli l'annata. E dopo tanto tempo in infermeria, per molti di loro oggi si parla più di mercato che di basket.

Derrick Rose, 24 anni. Reuters

ROSE — Ogni giorno pare quello buono e ogni giorno arriva un rinvio per il rientro di Derrick Rose. “Domani potrei sentirmi in grado di giocare, lo sa solo Dio”. Parola di D-Rose, ma di due settimane fa. Il suo recupero dalla rottura del legamento crociato anteriore sinistro di fine aprile 2012 è diventato anche una campagna pubblicitaria del suo sponsor tecnico. Da un mese ha il via libera dei medici, è tornato in gruppo e chi l'ha visto nelle partitelle parla di significativi miglioramenti al tiro da fuori, e alcun segno di debolezza al ginocchio. Non si sentiva pronto a rientrare finché non avrebbe schiacciato staccando con la gamba sinistra. La sua etica lavorativa impone di prendere sul serio le smentite all'ipotesi di rinviare il ritorno a ottobre, vuole solo rientrare senza sentirsi in rodaggio. “Annunciare che non ritorno? Oh, no, tengo la porta aperta – dice l'mvp Nba 2011 –. Tornerò quando sono pronto. Ho 24 anni, la salute è la cosa più importante: sto solo prendendo il tempo che serve”. Senza lui, Chicago ha giocato una stagione a ridosso delle migliore quattro a Est: col suo rientro ai playoff diventerebbe la mina vagante.

GRANGER — E' di due settimane fa l'annuncio che è finita qui la stagione di Danny Granger per il secondo intervento in sette mesi al ginocchio sinistro già operato a fine ottobre per alleviare i problemi di tendinite. Prima della stagione, senza di lui Indiana pareva persa: era stato il miglior realizzatore del club negli ultimi quattro anni, il suo tiro da fuori dava spaziature a un attacco statico. Alla fine i Pacers hanno fatto invece una super stagione, tanto da pensare di metterlo sul mercato, con Stephenson in quintetto e l'esplosione di Paul George che ha dato credito al compagno infortunato: “Da quando sono qua, Danny è stato il primo ragazzo che ho incontrato, un esempio, un fratello maggiore, un mentore: mi ha sempre incoraggiato, insegnandomi tanti aspetti del gioco, un coach aggiunto”. Dopo aver perso le prime 55 gare di stagione, Granger è tornato il 24 febbraio con una partita da 1/10, la successiva ha fatto 1/7. E' durato cinque gare, giocando tra 8 e 19 minuti, con un massimo di 12 punti e una media di 5.4 con 28.6% al tiro. Troppo brutto per essere vero. Infatti il dolore continuava e si è deciso il nuovo intervento.

LOVE — E' invece di questi giorni l'annuncio che Kevin Love non rientrerà per quest'anno. Rientrato il 21 novembre, il 3 gennaio si era fermato di nuovo per una frattura alla stessa mano destra rotta in preseason. Nel frattempo ha giocato 18 partite (9-9 il bilancio, rispetto al 20-39 attuale senza di lui) con 18.3 punti – ben sotto i 26 della scorsa stagione, quando fu secondo quintetto Nba – e 14 rimbalzi, con un misero 35.2% al tiro e 21.7% da tre, viziato dall'infortunio alla mano con cui tira. Invece di rientrare, ha anticipato adesso un intervento al ginocchio sinistro comunque previsto nella offseason, con tempi di recupero di 4-6 settimane, in mezzo a speculazioni di mercato di circostanza. Al primo anno di un quadriennale da 62 milioni da cui può uscire nell'estate 2015, vista la decisione del club di tenersi il contratto più lungo per Rubio, durante la stagione Love in un'intervista si è lasciato scappare: “Ogni anno entri in spogliatoio, trovi gente nuova e ti chiedi: qui c'è davvero un piano di qualche tipo? Ancora non ho mai fatto i playoff, è duro dire: ok, resto e continuo la ricostruzione”. C'è un'estate per pensarci.

BYNUM — Durante l'anno Andrew Bynum si è fatto notare solo per le capigliature bizzarre, perché in campo non è mai sceso dopo gli interventi estivi alle ginocchia. Dopo mille consulti e molti mesi di riabilitazione, è di tre settimane fa la decisione di rinunciare all'idea di rientrare quest'anno e procedere a ripulire chirurgicamente le ginocchia ancora doloranti. Philadelphia si mangia le mani perché per farlo arrivare ha rinunciato alla stella Iguodala e ai giovani Vucevic e Harkless esplosi a Orlando. E pareva congruo per un All Star di 25 anni. Ma che la prossima estate sarà free agent. Reduce da un contratto da 16.9 milioni, non sarà semplice che alla luce dei problemi degenerativi e della lunga serie di infortuni alle ginocchia gli venga offerto il massimo salariale che chiede, e nel caso magari non totalmente garantito o con clausole legate alle partite che giocherà. Intanto però i Sixers hanno buttato via una stagione, crollati al nono posto a Est e fuori dai playoff proprio nell'anno in cui speravano di tornare protagonisti della conference.

STOUDEMIRE — A parte i propositi di Rose, Amare Stoudemire è l'unico con la possibilità concreta di rientrare prima della fine della stagione. “Spero di farcela in tempo per i playoff, ma voglio essere sicuro di essere al cento per cento”, ha detto nei giorni scorsi, un mese dopo il nuovo intervento di pulizia alle ginocchia, dopo quello che a ottobre 2012 gli aveva fatto saltare i primi due mesi abbondanti. Tornato il 1° gennaio, si è fermato il 7 marzo dopo 29 partite da 23.5 minuti col 57.7% su azione, 9.2 tiri, 5.0 rimbalzi e 14.2 punti. Sempre dalla panchina, che non è normale per un giocatore da quasi 20 milioni di stipendio, ma il suo rientro era diventato quasi un problema: era stato messo anche sul mercato visto l'ottimo rendimento senza di lui. Il record Knicks è 16-13 con Stoudemire e 35-13 senza, al momento. La difesa era il tallone d'achille di New York e il suo rientro non ha portato nulla per migliorarla, complicando anche la fase offensiva e una chimica difficile nei quintetti con lui in campo insieme a Anthony e Chandler, i tre giocatori più importanti. Nessuno oggi gli fa fretta a rientrare...