Rick Pitino, 60 anni, ha vinto il titolo Ncaa 2013 con Louisville. Ap

Rick Pitino ricorda le cene in pizzeria dopo gli allenamenti insieme ai suoi ragazzi della Boston University più di 30 anni fa. Anche gli Hall of Famers devono trovare un modo per iniziare un discorso. Questa oscura premessa è stata la basa di una carriera da coach che lo ha portato sulla panchina di due squadra Nba e di altre 3 formazioni collegiali che hanno tutte raggiunto le Final Four e, in due casi, vinto il titolo Ncaa. “I coach non entrano nella Hall of Fame - ha detto Pitino domenica durante la cerimonia -, sono i giocatori che li mettono nella Hall of Fame. Il mio è stato un gran bel viaggio”. Un viaggio che cominciò nel 1978, ad appena 90 miglia a est della Springfield Symphony Hall, luogo dove si è tenuta la cerimonia in onore suo e di altri 11 eletti. Pitino ha dichiarato di aver “dovuto imparare il mestiere dal basso” alla Boston University. Ci sono state tante “cene dopo gli allenamenti”, dice, e volte in cui veniva servito dello champagne durante la Midnight Madness. “Si presentarono nove ubriachi e basta”, dice. Il coach trascorse 5 anni coni Terriers, poi due da vice con i New York Knicks e altri due come head coach di Providence, portando i Friars a una sorprendente Final Four. Pitino ha continuato a muoversi: due stagioni come head coach dei Knicks, otto con Kentucky, quattro con i Boston Celtics e le scorse 12 con Louisville. Cinque mesi fa, ha vinto il titolo con i Cardinals. “Alla Boston University ho imparato come si costruisce una squadra, a Providence ho imparato a sognare. Dopo aver allenato quella squadra mi sono convinto che tutto è possibile - dice Pitino nel suo discorso da 20 minuti che ha chiuso la cerimonia -. A Kentucky ho capito cosa significa essere sotto pressione ogni singolo giorno. Era una cosa incredibile, era difficile da sopportare, ma è stata proprio quella pressione a tirar fuori il meglio da tutti noi”.

due coach — Sono stati insigniti anche altri due ex coach di college nella seconda edizione consecutiva da 12 membri, le più grandi nella storia della Hall of Fame: Jerry Tarkanian, 83 anni, che portò Unlv al titolo Ncaa del 1990, e Guy Lewis, 91 anni, che portò Hoston a cinque Final Four. Tarkanian, operato al cuore meno di due mesi fa, si è presentato sul palco con un deambulatore, mentre Lewis era in sedia a rotelle. Entrambi hanno sorriso quando il pubblico ha riservato loro una standing ovation.

Gary Payton durante il discorso di ingresso nella Hall of Fame. Ap

eletti — Gli altri eletti ad entrare nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame sono Gary Payton, l'unico giocatore Nba con 20.000 punti, 8.000 assist, 5.000 rimbalzi e 2.000 palle rubate; Bernard King, 22.5 punti di media in 15 stagioni Nba con cinque squadre; Sylvia Hatchell, coach della squadra femminile di North Carolina; la cinque volte All Star della Wnba Dawn Staley; l'ex guardia dei Knicks Richie Guerin; l'ex vice commissioner dell'Nba Russ Granik; e Oscar Schmidt, che ha disputato cinque Giochi Olimpici con la nazionale brasiliana. E.B Henderson, che imparò il basket nel 1904 a Harvard e lo insegnò ai suoi studenti afroamericani a Washington e il quattro volte All Star della Aba Roger Brown hanno ricevuto un riconoscimento postumo. Nikki Graves Henderson, moglie del nipote di Henderson, ha inviato un messaggio registrato in cui dice che Henderson “ha gettato le basi” per l'evoluzione degli afroamericani “da esclusi a dominatori della pallacanestro”.

gary payton — Payton era conosciuto per le sue grandi abilità difensive, ma anche per l'aggressività e le sue provocazioni. “Giocavo duro perché volevo sempre vincere - dice dei suoi 17 anni di carriera, 13 dei quali nei Seattle SuperSonics -. L'ho fatto per il mio folle amore per questo sport”. Per King giocare a basket da ragazzino a volte voleva dire spalare la neve da un campetto di Brooklyn. “Mi sono innamorato di questo sport la prima volta che ho fatto un canestro”, dice. Dieci giorni prima del suo sessantunesimo compleanno, Pitino si è presentato sul palco con Hubie Brown, coach dei Knicks quando lui era assistente, e Dick Vitale. Con i professionisti, Pitino non ha mai minimamente sfiorato i successi che ha avuto con le formazioni collegiali, chiudendo 5 delle sue 6 stagioni in Nba con un record negativo. In seguito a una sconfitta a Toronto il 1 marzo del 2000, un Pitino agitato chiedeva alla gente di pensare al futuro, dicendo: “Gente, da quella porta non entreranno Larry Bird, Kevin McHale e Robert Parish. Se vi aspettate che lo facciano, saranno vecchi e coi capelli grigi”. E domenica, quando Pitino ha posato per le foto prima della cerimonia, si è fatto avanti un Bird dalla chioma bionda. “Alla fine è entrato dalla porta, e io gli dico: Quanto ti ci è voluto a entrare da quella porta? E lui mi ha risposto: Ah, ma adesso non mi vuoi”, dice Pitino sorridendo.

bird e schmidt — Larry Bird è salito sul palco in qualità di presentatore di Schmidt, un ottimo realizzatore che, dichiara, decise di non giocare in Nba perché gli avrebbe chiuso le porte della sua nazionale. “E' fin troppo facile avere idoli come Michael Jordan e Kobe Bryant, gente che può volare e far tutto quello che gli pare. Troppo facile - dice Schmidt -. Il mio e un ragazzo che non correva né saltava più degli altri, ma giocava meglio di tutti”. Bird entrò nella Hall of Fame nel 1998 e domenica è stato accompagnato da altre 12 figure di rilievo. “Non c'è niente di meglio” dice Schmidt.