Steph ¨¨ il simbolo del nuovo stile con cui Golden State ha vinto 3 anelli negli ultimi 4 anni a colpi di triple e magie. E dire che le caviglie rischiavano di fermarlo...
Steph Curry sta ai Warriors come la rivoluzione da tre punti sta al basket del terzo millennio. E’ poesia, non matematica, come il tiro di questo figlio d’arte diventato fenomeno col duro lavoro, la costanza e la voglia di non arrendersi mai. Steph ¨¨ diventato uno dei volti della Nba, la lega globale che incanta tifosi ad ogni latitudine. Perch¨¦ ¨¨ il ragazzo della porta accanto, col suo fisico normale e la faccia da bravo ragazzo che ha sposato la fidanzatina conosciuta in chiesa a 15 anni. In campo per¨° si trasforma in un killer (uno dei suoi primi soprannomi era “Baby Face Assassin”, l’assassino con la faccia da bambino), un fenomeno che pensa solo a vincere e migliorare. Curry per¨° ¨¨ talmente poesia che con le sue triple sta ispirando una generazione intera, che sogna non pi¨´ una schiacciata devastante ma un tiro impossibile. Come quelli con cui Steph sta guidando i Warriors nell’era pi¨´ vincente della loro storia.
Steph Curry col Larry O’Brien Trophy. Epa
l’inizio —
Eppure c’¨¨ stato un periodo in cui Steph era solo il figlio che nessuno si filava di Dell Curry, buon professionista con la mano fatata (buon sangue non mente…) a cavallo del millennio. Snobbato dai grandi college, Curry si fa strada da Davidson fino alla 7? chiamata al draft del 2009, e tra i pro’ conquista un posto nel quintetto dei Warriors (e nel primo quintetto All-Rookie 2010, anche se finisce secondo dietro Tyreke Evans nel premio di miglior matricola dell’anno) e si guadagna sempre pi¨´ spazio, ma la sua bravura al tiro ¨¨ oscurata dai continui problemi alle caviglie. E cos¨¬, quando a fine ottobre 2012 ¨¨ ora di rinnovare il contratto, Curry si “accontenta” di un quadriennale da 44 milioni di dollari, ben al di sotto di altri (Eric Gordon rinnova con New Orleans per 58 milioni, Ty Lawson con Denver per 48). “S¨¬, altri hanno ottenuto di pi¨´ - raccontava Curry -. A me non importa essere sottopagato”. Dopo quel rinnovo, Steph esplode: il 23 febbraio 2013 scrive il primo capitolo della sua leggenda infilando 54 punti al Madison Square Garden e chiudendo quella stagione con 272 triple a bersaglio, record sfilato a Ray Allen.
momento top —
Curry ha vinto tre titoli negli ultimi 4 anni, giocando con uno stile che ha cambiato per sempre il basket. Ha toccato il picco a livello personale nell’irripetibile 2015-16 da primo mvp della storia votato all’unanimit¨¤. Il motivo? Un’annata da extraterrestre, in cui decide partite con una scarica improvvisa di triple contro cui nessuno pu¨° nulla. Steph imperversa a 30,1 punti di media (il pi¨´ prolifico della stagione), diventando gi¨¤ a febbraio il primo di sempre oltre le 300 triple a bersaglio (chiude a 402). Il tutto mentre trascina i Warriors a 73 vinte e 9 perse, la miglior regular season della storia. In quella stagione per¨° c’¨¨ una lacuna enorme: Golden State non vince l’anello, lasciato a Cleveland in gara-7 dopo aver subito la rimonta pi¨´ clamorosa nella storia delle Finals. Complice anche un infortunio patito a inizio playoff che ha rallentato Steph.
Steph Curry (a destra) con Kevin Durant, Draymond Green e Klay Thompson, i 4 all Star dei Warriors
l’addio —
La fine dell’era Curry e di quella dei Warriors sembra ancora lontanissima. Steph a 30 anni ¨¨ nel pieno della maturit¨¤, cresciuto come leader . Ora non sono pi¨´ solo le sue triple ad essere letali: l’arrivo di Kevin Durant l’ha spronato a diventare ancora pi¨´ completo. E i Warriors hanno una coppia di fenomeni, inserita nel miglior roster della Nba, con pochi eguali nella storia. Curry la scorsa estate si ¨¨ tolto di dosso anche l’etichetta di sottopagato, dopo aver vinto due mvp e due anelli guadagnando meno di 12 milioni l’anno: ha firmato un rinnovo quinquennale da 201 milioni che lo terr¨¤ ai Warriors almeno fino al 2022.
i numeri —
Con i Warriors ha giocato 625 partite in 9 anni, viaggiando a 23,1 punti di media col 43,6% da tre. Ha gi¨¤ messo 2129 triple ed ¨¨ destinato a scalzare Ray Allen dal trono di miglior tiratore di sempre. Nei playoff ha giocato 90 partite a 26,1 punti di media.
i trionfi —
Tre anelli negli ultimi 4 anni e la chance di vincerne ancora. A livello individuale, gli mvp 2015 e 2016, 5 convocazioni all’All Star Game (¨¨ presenza fissa dal 2014), per 5 anni di fila tiratore da tre pi¨´ prolifico della stagione (la serie si ¨¨ interrotta nel 2017-18, colpa anche di qualche infortunio di troppo). Gli manca solo un riconoscimento, l’mvp delle Finals: scommettiamo che quel posto nella sua bacheca dei trofei non rester¨¤ vuoto per molto?
Davide Chinellato
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