In coro i campioni di Golden State: "Non ¨¨ mai facile confermarsi e vincere tre anelli in quattro anni"
Curry in spogliatoio con in testa il cappellino con la scritta “campioni”, all’orecchio un sigaro, sugli occhi la maschera da mare anti champagne. E che tracanna una bottiglia di birra. ? la fotografia pi¨´ riuscita della festa Warriors novelli e confermati campioni Nba. Conquistare il titolo in trasferta significa pochissimi tifosi al seguito, ma i Guerrieri non si sono fatti comunque mancare nulla quando c’¨¨ stato da celebrare, persino alla terza festa degli ultimi quattro anni.
Stephen Curry con un sigaro dopo il successo del terzo anello in quattro anni. Al suo fianco il padre Dell Curry e Shawn Livingston. Afp
SCENE DI TRIONFO —
Il pi¨´ scatenato ¨¨ Young, che innaffia di spumante i giornalisti in fila indiana bloccati in attesa di avere accesso alla stanza al momento ombelico del mondo del basket, dove sta succedendo un finimondo. McGee ¨¨ il suo degno compare: fa molto gigante buono. E soprattutto felice. I flash della notte della Q Arena, downtown Cleveland, hanno location diverse e un comune denominatore: entusiasmo contagioso. C’¨¨ Thompson che salta addosso a Pachulia quando suona la sirena di fine gara, c’¨¨ Durant che bacia il Larry O’Brien Trophy sul palco allestito sul parquet, nell’immediato dopo partita. L’unico che prova a tenere un profilo basso ¨¨ Coach Kerr quando in sala stampa dice, in versione saggio: "? una sensazione diversa rispetto al passato. C’¨¨ ancora euforia, ma tre anni fa non potevamo crederci, adesso invece s¨¬. Ma non significa che non sia stato difficile, anzi lo diventa sempre di pi¨´, anno dopo anno. Ai playoff abbiamo cambiato marcia in difesa. Ma non era scontato: abbiamo chiuso la stagione regolare perdendo 10 delle ultime 17 partite".
ANTIPASTI DI PARATA —
I Warriors festeggeranno di fronte ai loro tifosi a Oakland, marted¨¬ prossimo, alle 11 ora californiana, le 20 italiane. Ma in territorio nemico, in una serata speciale, anticipano la festa tra riflessioni, confidenze sfuggite nella concitazione del momento, siparietti improvvisati. Sono questi i momenti che rivelano l’anima dei campioni, fuori dal protocollo flessibile quanto il cemento armato con cui gli americani incanalano normalmente gli appuntamenti media dei protagonisti. C’¨¨ Green che urla a squarciagola nel tunnel di uscita dal campo: "? stato il trionfo pi¨´ difficile, quello pi¨´ difficile". Lo ripete meno scomposto, ma pi¨´ ubriaco, un’ora dopo, in sala stampa: "Non abbiamo mai pensato di non farcela, neanche quando eravamo sotto nella serie con Houston. Ma ¨¨ stata davvero dura. Non solo nei playoff, per tutta la stagione. Abbiamo patito tanti infortuni. E soprattutto: da campione in carica tutti si aspettano che tu sia capace di giocare su quei livelli per 82 partite..". Thompson, non esattamente un burlone nella quotidianit¨¤, regala un siparietto unico: cerca su google il suo profilo, e verificato che ¨¨ gi¨¤ stato aggiornato come tre volte campione Nba, lascia la postazione media, esultando. Prima aveva detto: "LeBron non puoi mai sottovalutarlo, non ¨¨ mai battuto finche non ¨¨ finita". I veterani di sempre si lasciano scappare qualcosa di pi¨´ "compromettente". Sar¨¤ che West potrebbe essere a un passo dal ritiro, con pi¨´ nulla da perdere, ma intanto dice: "Sareste scioccati dal sapere le cose che sono successe dietro le quinte. Non ne avete idea. Racconta tanto di questa squadra che non siano mai diventate pubbliche". Del resto in prospettiva i Warriors hanno come primi rivali loro stessi. L’insidia maggiore ¨¨ l’implosione, pi¨´ ancora della crescita degli avversari. Far coesistere stelle ed ego cosi grandi mica ¨¨ facile….Lo racconta senza girarci attorno Livingston: "Complimenti a Coach Kerr per aver gestito la nostra me..a quest’anno". Insomma, non sono state tutte rose e fiori. Ma in una serata cos¨¬ conta solo il lieto fine. E si ritorna da dove abbiamo cominciato, da chi ha permesso che tutto questo cominciasse, per i Guerrieri. Da Steph Curry. Posa birra, sigaro e maschera e si dice pronto per affrontare "il circo mediatico". A cui racconta: "Se la nostra ¨¨ una dinastia tra le pi¨´ forti di sempre? Non so, non ho idea. Non spetta a me rispondere a questa domanda. Quel che so ¨¨ che sono un tre volte campione Nba, adesso. Come tanti miei compagni. Avremo tempo nelle nostre vite per discutere di quest’argomento. Ma non adesso". E va via dando l’impressione di uno che per la nottata ha appena cominciato a fare festa….
Riccardo Pratesi
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