"Credo di essere entrato nel giro troppo tardi, forse ormai sono vecchio per fare il capo allenatore nell'Nba". Ettore Messina si è espresso in questo modo dopo l'esperienza fatta nel 2011/2012 nello staff dei Lakers come uno degli assistenti di Mike Brown. Messina forse esagera, visto che gli anni saranno 54 anni a settembre. Anche perché negli Usa vanta moltissimi estimatori: giocatori, general manager e addetti ai lavori.

COACH STRANIERO? — Da Barcellona 1992 l'Nba si è molto globalizzata. In particolare europeizzata. Sono cominciati ad arrivare giocatori di grande impatto anche nella Lega più competitiva al mondo come Kirilenko, i due Gasol, Nowitzki e Parker, uomo decisivo in gara 1 della finale di quest'anno. Forse è il momento del primo allenatore straniero, si chiedono negli Usa. E il candidato più autorevole è proprio Ettore Messina.

PIACE AI NETS — Il g.m. di Atlanta Danny Ferry aveva mostrato interesse per il coach di italiano prima di volare a S. Antonio per assumere l'assistente e braccio destro di Popovich Mike Budenholzer. E pare che i Nets dell'oligarca Prokhorov stiano pensando a lui in alternativa a Brian Shaw, altro nome caldissimo. Uno sponsor speciale per Messina è senz'altro Manu Ginobili, che dai tempi dell'esperienza di Bologna ne parla benissimo. Tanto da sbilanciarsi con il New York Daily News. "Non c'è dubbio che Messina possa essere un ottimo head coach nell'Nba - commenta Manu -. Ha grande esperienza e capacità. E' uno intelligente e veloce di testa, l'ho visto prendere decisioni cruciali in un secondo".

TROPPO DURO? — La stampa specializzata Usa osserva che Ettore Messina è l'opposto caratteriale di Brian Shaw: molto esigente e rigoroso nel rapporto coi giocatori, al contrario del'attuale assistente dei Pacers, più amichevole coi giocatori, forse anche perché fresco ex. Sussite il dubbio se Messina sia la figura adatta per allenare giocatori fatti, finiti con un ego più smisurato del Gran Canyon come Deron Williams (che da quando non lavora più con Sloan ha smesso di progredire) e Joe Johnson. Ginobili offre la sua interpretazione. "Nessuno sa chi può gestire un giocatore prima di lavorarci. Certo, la parte più dura per Messina sarebbe quella conquistarsi il rispetto delle stelle. Che potrebbero chiedersi 'ma questo che arriva dall'Italia vuole insegnare a noi come si gioca?'. Ma sono dubbi per me senza senso, perché Messina e bravo e tutti lo capirebbero".

SPONSOR AUTOREVOLI — Quella di Ginobili non è una voce isolata. Kiki Vandeweghe, ex g.m. proprio dei Nets, a Denver assunse Messina per la Summer League del 2003 per guidare i Nuggets in quattro partite. "Non ebbe alcun tipo di problema - ricorda Kiki - i giocatori impararono subito a rispettare la sua profonda conoscenza del gioco e videro che poteva aiutarli a migliorare. E' uno bravissimo nel trasmettere la sua idea di pallacanestro". Anche R.C Buford, g.m. a San Antonio e ottimo conoscitore del basket europeo, sponsorizza Messina. "Io non credo che avrebbe problemi neppure con le stelle dei Nets, Ettore ha quel qualcosa in più. E non dimentichiamo che ha lavorato ai Lakers, seppure da assistente, con campioni del calibro di Kobe, Bynum e Gasol". Inoltre Messina ha legato molte delle sue fortune al Cska Mosca, club in cui è tornato dopo l'esperienza ai Lakers e che aveva già allenato dal 2005 al 2009. E all'epoca il proprietario era proprio Prokhorov, l'uomo che vuole regalare l'anello ai Nets. Primo coach non americano e subito in una squadra che punta al titolo?