L’oggi 41enne, a Milano come ospite d’onore della Fan Zone di Piazza Duomo, racconta la sua Detroit campione nel 2004: “Larry Brown mi ha cambiato la vita, in quella squadra ci importava solo di vincere. E se avessimo draftato Carmelo Anthony avremmo tre titoli anzich¨¦ uno solo”
Detroit gli ¨¨ rimasta dentro. Ha giocato 18 stagioni per 7 squadre diverse, ma Chauncey Billups si sente per sempre un Pistons, quel Mr. Big Shot che a Motown ha vinto il titolo 2004, l’unico della sua carriera, con una squadra che ha poi dominato l’Est per anni senza riuscire a ripetersi. Da quella squadra l’oggi 41enne che ha smesso nel 2014 sceglie i suoi compagni migliori, quelli con cui si sente ancora ogni giorno. E quel Larry Brown, che a 78 anni riparte da Torino, che a Billups ha cambiato la vita: “E’ il miglior coach che abbia mai avuto, ha cambiato la mia vita” dice a Milano, dove ¨¨ ambasciatore Nba alla Fan Zone che scatta domani in Piazza Duomo.
Chauncey Billups, 41 anni, a Milano come ospite d’onore della Fan Zone in Piazza Duomo
Sa che ¨¨ in Italia?
“S¨¬, l’ho anche cercato per vederci ma ¨¨ impegnato con Torino. Mi ha fatto perdere tante ore di sonno, perch¨¦ era cos¨¬ severo con le point guard e chiedeva tantissimo, ma mi ha permesso di realizzare il mio sogno di vincere il titolo e per questo sar¨° sempre in debito con lui. E’ uno che mangia e respira basket: sono felice di sapere che sta ancora allenando”.
“S¨¬, l’ho anche cercato per vederci ma ¨¨ impegnato con Torino. Mi ha fatto perdere tante ore di sonno, perch¨¦ era cos¨¬ severo con le point guard e chiedeva tantissimo, ma mi ha permesso di realizzare il mio sogno di vincere il titolo e per questo sar¨° sempre in debito con lui. E’ uno che mangia e respira basket: sono felice di sapere che sta ancora allenando”.
Quei Pistons sono probabilmente irripetibili.
“Nessuno vincer¨¤ mai pi¨´ nel modo in cui abbiamo vinto noi. Ci importava solo gli uni degli altri e di fermare le altre squadre. Ci preoccupavamo della difesa, l’attacco poi veniva da se. Siamo vicini ancora oggi, ci teniamo contatto. Nessuno di noi prendeva il massimo, a nessuno importava chi era all’All Star Game. Ci importava solo di vincere”.
“Nessuno vincer¨¤ mai pi¨´ nel modo in cui abbiamo vinto noi. Ci importava solo gli uni degli altri e di fermare le altre squadre. Ci preoccupavamo della difesa, l’attacco poi veniva da se. Siamo vicini ancora oggi, ci teniamo contatto. Nessuno di noi prendeva il massimo, a nessuno importava chi era all’All Star Game. Ci importava solo di vincere”.
Cosa si prova a riuscirci?
“E’ stata l’emozione pi¨´ bella che abbia mai provato, oltre a quando sono nati i miei tre figli e a quando ho sposato l’amore della mia vita. All’inizio della mia carriera faticavo, venivo scambiato di continuo ma pensavo di comunque poter essere uno dei migliori. Quando sono riuscito a raggiungere la vetta ¨¨ stato incredibile, la conferma che potevo farcela e che chiunque aveva dubitato di me si era sbagliato”.
“E’ stata l’emozione pi¨´ bella che abbia mai provato, oltre a quando sono nati i miei tre figli e a quando ho sposato l’amore della mia vita. All’inizio della mia carriera faticavo, venivo scambiato di continuo ma pensavo di comunque poter essere uno dei migliori. Quando sono riuscito a raggiungere la vetta ¨¨ stato incredibile, la conferma che potevo farcela e che chiunque aveva dubitato di me si era sbagliato”.
Perch¨¦ avete vinto un titolo solo?
“Mi da ancora fastidio, eravamo molto pi¨´ forti di cos¨¬. Penso che se avessimo scelto Carmelo Anthony al draft 2003 (anzich¨¦ Darko Milicic, che i Pistons chiamarono con la 2? scelta assoluta subito dietro LeBron, ndr) avremmo vinto di sicuro almeno 3 anelli. Carmelo era un fenomeno fin dall’inizio della sua carriera: con lui avremmo avuto un giovane in ascesa, pronto a prendere le redini quando il gruppo storico cominciava a calare”.
“Mi da ancora fastidio, eravamo molto pi¨´ forti di cos¨¬. Penso che se avessimo scelto Carmelo Anthony al draft 2003 (anzich¨¦ Darko Milicic, che i Pistons chiamarono con la 2? scelta assoluta subito dietro LeBron, ndr) avremmo vinto di sicuro almeno 3 anelli. Carmelo era un fenomeno fin dall’inizio della sua carriera: con lui avremmo avuto un giovane in ascesa, pronto a prendere le redini quando il gruppo storico cominciava a calare”.
Billups col premio di mvp delle Finals 2004. Ap
Quando si immagina al suo massimo, si vede con la canotta dei Pistons?
“S¨¬, voglio essere ricordato come un Piston anche se ho dato il meglio di me a Detroit e nei primi due anni a Denver. A Detroit sono diventato il giocatore che pensavo di poter essere, dopo aver faticato nei miei primi anni di carriera. Sono un grande fan dei Pistons e ho amato tutto di quella esperienza: tifosi, citt¨¤, franchigia”.
“S¨¬, voglio essere ricordato come un Piston anche se ho dato il meglio di me a Detroit e nei primi due anni a Denver. A Detroit sono diventato il giocatore che pensavo di poter essere, dopo aver faticato nei miei primi anni di carriera. Sono un grande fan dei Pistons e ho amato tutto di quella esperienza: tifosi, citt¨¤, franchigia”.
Anche i suoi Nuggets erano fortissimi.
“Quella squadra era fantastica, e il mio primo anno l¨¬ (2008-09, ndr) ¨¨ stato uno dei pi¨´ divertenti di sempre. Ho giocato con Melo, ma anche Kenyon Martin, che ¨¨ uno dei miei compagni preferiti di sempre. E poi Nene, Birdman, JR Smith... Io ero il leader in campo, quello che mancava loro. Perdemmo contro i Lakers in gara-6 della finale a Ovest: continuo a pensare che eravamo cos¨¬ forti che se li avessimo battuti avremmo vinto il titolo”.
“Quella squadra era fantastica, e il mio primo anno l¨¬ (2008-09, ndr) ¨¨ stato uno dei pi¨´ divertenti di sempre. Ho giocato con Melo, ma anche Kenyon Martin, che ¨¨ uno dei miei compagni preferiti di sempre. E poi Nene, Birdman, JR Smith... Io ero il leader in campo, quello che mancava loro. Perdemmo contro i Lakers in gara-6 della finale a Ovest: continuo a pensare che eravamo cos¨¬ forti che se li avessimo battuti avremmo vinto il titolo”.
Dovesse scegliere il quintetto ideale tra quelli con cui ha giocato, su chi punterebbe?
“Il quintetto titolare non pu¨° essere quello dei miei Pistons, con me, Hamilton, Prince, Rasheed e Ben Wallace. Ma dalla panchina voglio Kevin Garnett, Carmelo Anthony, Chris Paul (ho amato giocare con lui) e Antonio McDyess e Terrell Brandon”.
“Il quintetto titolare non pu¨° essere quello dei miei Pistons, con me, Hamilton, Prince, Rasheed e Ben Wallace. Ma dalla panchina voglio Kevin Garnett, Carmelo Anthony, Chris Paul (ho amato giocare con lui) e Antonio McDyess e Terrell Brandon”.
Rimpianti?
“Nessuno. Sono stato fortunato a rimanere sano fino a quando mi sono rotto il tendine d’Achille con i Clippers, ma ero praticamente gi¨¤ finito. Il gioco ¨¨ stato buono con me perch¨¦ ho ottenuto tutto quello che volevo: al liceo che al college, All Star in Nba, titolo”.
“Nessuno. Sono stato fortunato a rimanere sano fino a quando mi sono rotto il tendine d’Achille con i Clippers, ma ero praticamente gi¨¤ finito. Il gioco ¨¨ stato buono con me perch¨¦ ho ottenuto tutto quello che volevo: al liceo che al college, All Star in Nba, titolo”.
Come ¨¨ riuscito a rimanere in alto cos¨¬ tanto?
“Mi sono sempre allenato duramente, mi sono fermato solo quando ero infortunato e mi serviva tempo per guarire. Mi sono sempre preso cura del mio corpo e del mio stato di forma: niente fumo, niente alcol, niente vizi. Sempre concentrato sul basket”.
“Mi sono sempre allenato duramente, mi sono fermato solo quando ero infortunato e mi serviva tempo per guarire. Mi sono sempre preso cura del mio corpo e del mio stato di forma: niente fumo, niente alcol, niente vizi. Sempre concentrato sul basket”.
La chiamavano Mr. Big Shot: quale considera il suo tiro migliore?
“Tutti pensano immediatamente ai tiri decisivi per vincer una partita, ma io penso che alcuni dei miei tiri pi¨´ importanti siano arrivati 1-2’ prima della fina della partita, per metterla in ghiaccio, oppure in situazioni in cui eravamo sotto e i miei tiri hanno avviato una rimonta. Difficile scegliere il pi¨´ importante, di certo mi ¨¨ piaciuto avere la palla in mano in situazioni come quelle”.
“Tutti pensano immediatamente ai tiri decisivi per vincer una partita, ma io penso che alcuni dei miei tiri pi¨´ importanti siano arrivati 1-2’ prima della fina della partita, per metterla in ghiaccio, oppure in situazioni in cui eravamo sotto e i miei tiri hanno avviato una rimonta. Difficile scegliere il pi¨´ importante, di certo mi ¨¨ piaciuto avere la palla in mano in situazioni come quelle”.
Davide Chinellato
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