Russ ¨¨ il simbolo di Oklahoma City, con cui ha vinto l’mvp 2017 viaggiando in tripla doppia di media dopo aver giurato fedelt¨¤ all’unica franchigia mai conosciuta
Thunder, come tuono. Il fenomeno atmosferico che pi¨´ ricorda le giocate di Russell Westbrook: quel suo modo di attaccare l’area, simile alla scarica elettrica del fulmine, che anticipa il boato del ferro, maltrattato dal selvaggio atletismo del fenomeno col numero 0. Zero, come le speranze che erano state date a un ragazzino troppo piccolo e magro, entrato nei radar del basket che conta dai 17 anni (quando “quelli forti si riconoscono gi¨¤ a 8 anni”, come afferma lo stesso Westbrook) prima di prendere quota e approdare a Ucla e in Nba. L’odore da underdog, per¨°, non si lava via facilmente. Russ ha trasformato ogni dubbio in carburante che innesca un motore da fuoriserie: point guard capace di andare a rimbalzo come un lungo di 2 metri e 10 e di dettare legge nella terra dei giganti con le sue violente irruzioni in area. Il tutto mischiato a un agonismo tipico dei tempi andati, che lo spinge a correre costantemente sul filo del rasoio, pur cosciente di potersi tagliare. Ma sempre senza paura. Questi i segreti della prima, vera, leggenda della franchigia di Oklahoma City.
Russell Westbrook, 29 anni, a Oklahoma City dal 2008. Epa
l’inizio —
La storia Nba di Westbrook nasce assieme a quella dei Thunder. Selezionato alla numero 4 nel draft 2008 dai Seattle Supersonics, per i quali non giocher¨¤ mai, perch¨¦ prossimi al trasferimento a Oklahoma City. Una citt¨¤ che, fin qui, ¨¨ tatuata sulla pelle di Russ. Draft con tanto talento: da Derrick Rose (prima scelta assoluta) a Kevin Love e Danilo Gallinari. Ma Russ non teme nulla e nessuno, neanche durante la sua prima stagione tra i pro’: 15.3 punti, 5.3 assist, 5 rimbalzi e 1.3 palle rubate in 32.5 minuti. Numeri che lasciano intravedere un futuro da macchina da triple doppie.
momento top —
Un momento lungo un’intera stagione, il 2016-17. L’anno della definitiva consacrazione, col premio di MVP a fare da sigillo ufficiale. Westbrook lo conquista con una regular season storica, tra le pi¨´ grandi di sempre: 31.6 punti, 10.7 rimbalzi e 10.4 assist a partita, primo dopo Oscar Robertson (versione 1961-’62) a chiudere con una tripla doppia di media e superando Big O per triple doppie collezionate (42). Il tutto con una rabbia agonistica messa in campo in ogni gara che ha impressionato ancora pi¨´ dei numeri: era l’anno del doloroso divorzio con l’amico e compagno Kevin Durant, partito per il “porto sicuro” dei Warriors. I Thunder, colpiti al cuore, arrivarono a 47 vittorie, prima di essere eliminati 4-1 da Houston nel 1ˇă turno dei playoff. Con Westbrook a fare da trascinatore. E troppo spesso da gigante nel deserto…
l’addio —
A 29 anni l’addio ¨¨ ancora lontanissimo, sia al basket giocato che ai Thunder. Due parole che nella mente di Russ fanno rima. Perch¨¦ la scadenza del contratto fissata per il 2023, con una player option nel 2022, difficilmente roviner¨¤ il patto di eterno amore giurato alla sua Okc. Per questo passer¨¤ alla storia come il miglior Thunder di sempre, con quel numero zero che pender¨¤ dal soffitto della Chesapeake Arena a fare da ciliegina sulla torta.
i numeri —
Quelli in carriera recitano 23 punti (col 43.5% dal campo), 8.2 assist e 6.6 assist di media. Impressiona anche il minutaggio: 34.4 a partita, mentre sta per aprirsi il sipario sulla sua stagione numero 11 in Nba. L’ennesima da giocare col piede sempre schiacciato sull’acceleratore.
trionfi —
In gran parte individuali, almeno fin ora. A esclusione delle 2 medaglie d’oro conquistate al Mondiale 2010 e alle Olimpiadi di Londra 2012, consolazione dopo le Finals perse dalla sua OKC contro la Miami di LeBron James. MVP nel 2017, 7 volte All Star (2 da miglior giocatore), 7 volte All-Nba, 2 titoli di miglior realizzatore. Riconoscimenti che, per¨°, non cancellano la fame atavica di titoli…
Andrea Grazioli
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