Durant verso il premio da Mvp, LeBron verso l'addio a Cleveland dalla porta principale, il talento straripante di Golden State
La gigantesca partita di Durant regala a Golden State la vittoria in rimonta in gara 3 delle Finals, in trasferta a Cleveland. Ora i Warriors sono a un passo dal trionfo, in back to back. Le 5 sentenze della notte.
DURANT L’IMPLACABILE —
43 punti, suo record di carriera nei playoff. Ottenuti in maniera efficiente, con un 15/23 sontuoso al tiro. Stavolta nessuno si ¨¨ lamentato se qualche isolamento ha bloccato il movimento di palla dei californiani…gli altri non segnavano: ha tenuto in piedi la baracca nel primo tempo. Di contorno 13 rimbalzi, i 7 del primo quarto sono stati gli unici tirati gi¨´ dai campioni in carica nei primi 12’. E 7 assist: perch¨¦ comunque nel sistema Warriors l’extra pass ¨¨ regola inderogabile e piacevole abitudine. La tripla da casa sua con cui ha chiuso gara 3, d¨¦j¨¤ vu di quella di 12 mesi fa in gara 3 alla Q Arena, come ciliegina sulla torta. Aveva scelto i Warriors per vincere. Il secondo titolo in due anni ¨¨ in dietro l’angolo: “rischia” d’arrivare corredato da un secondo riconoscimento da MVP delle Finals…
LEBRON IL FORZATO —
Merita comunque applausi. Perch¨¦ ha chiuso con la sua decima tripla doppia di sempre nelle Finals: 33 punti, 10 rimbalzi, 11 assist. Perch¨¦ non ha il contorno di lusso di Durant. Perch¨¦ ha dato l’impressione di finire stremato, dopo altri 47’ di campo. Perch¨¦ sembrava Don Chisciotte impegnato a combattere i mulini a vento, un avversario imbattibile persino per un eroe romantico. Se con la sconfitta (pare inevitabile: la storia dice che nessuna franchigia ha mai recuperato nei playoff uno svantaggio di 0-3 in una serie al meglio delle 7 partite: 131-0 di record, 13-0 alle Finals) si avvicina l’addio alla “sua” Cleveland, LBJ sta uscendo dalla porta principale. Con un occhio arrossato e la caviglia destra malconcia. Ha dato tutto. E anche di pi¨´. Nel finale non pu¨° passarsi la palla e poi segnare allo stesso tempo…Quella schiacciata post appoggio al tabellone, poi, ¨¨ difficile da dimenticare…
THE IMPORTANCE OF BEING IGGY —
Andre Iguodala aveva saltato le ultime sei partite di playoff per un infortunio definito in maniera volutamente vaga dai Warriors “contusione alla gamba sinistra”. Al rientro ha subito piazzato la schiacciata, su assist di Curry. Ma poi l’Mvp del 2015, 34 anni, ¨¨ parso mostrare la carta d’identit¨¤ imboccando gli spogliatoi prima dei compagni. Ma i cattivi pensieri sono stati spazzati via dalla diagnosi: problema all’altra gamba, recuperabile. E ha recuperato bene. Nel finale punto a punto non solo ¨¨ stato in campo, ma ha fatto la differenza. Palla rubata a Love, schiacciata approfittando dei raddoppi sugli All Star compagni di squadra. Intelligenza ed esperienza: senza di lui Golden State non avrebbe vinto a Cleveland.
NO SPLASH NO PROBLEM —
I Warriors hanno vinto in trasferta nella serata in cui gli Splash Brothers hanno tirato un 7/27 combinato dal campo. Steph addirittura ha spadellato 1/10 da 3 punti. La tripla a bersaglio? In volata, dopo un appoggio a canestro fuori equilibrio. Ma in assoluto il successo esterno dopo questo tipo di prestazione balistica dimostra il canyon di talento che c’¨¨ tra le due squadre. Livingston (13/14 al tiro in 3 partite), Bell e McGee hanno portato il mattoncino (pesante) alla causa. E tra Kerr e Lue non c’¨¨ proprio paragone.
HOOD SALVAGENTE IMPROVVISATO —
Il jolly i Cavs avevano provato a tirarlo fuori: Hood sinora alle Finals aveva giocato 4’. In gara 3 ha giocato 26’: 15 punti (7/11), 6 rimbalzi, 2 stoppate, nessuna palla persa. Con Love ¨¨ stato il principale sostegno di LeBron, ma non ¨¨ bastato per gestire un vantaggio di 13 punti o per compensare l’ennesima cattiva serata della coppia di guardia Hill/Smith.
Riccardo Pratesi
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