Dopo la netta vittoria sui Lakers, i Wolves hanno deciso per quel cambio di panchina che covavano da inizio stagione. Il 32enne Ryan Saunders nuovo tecnico
Tom Thibodeau non ¨¨ pi¨´ il presidente-head coach di Minnesota. Era inevitabile, ora ¨¨ realt¨¤, come avrebbe dovuto essere da inizio stagione, quando la scelta di patron Glen Taylor di accontentare la richiesta di cessione di Jimmy Butler e fare di Karl-Anthony Towns l’uomo franchigia aveva reso Thibs un dead man walking. Stupisce solo la tempistica, dopo una vittoria di 22 punti contro i Lakers. Ma il divorzio tra Minnesota e il coach che l’ha riportata ai playoff dopo 13 anni di attesa era una conclusione scontata. “Decisioni come questa non sono mai facili da prendere, ma era necessario per continuare a far crescere la nostra franchigia” sono le parole di patron Glen Taylor nel comunicato che ufficializza il cambio di panchina.
IL DIVORZIO —
Thibodeau ha saputo della decisione di Minnesota poco dopo la vittoria sui Lakers. Al suo posto in panchina sieder¨¤ Ryan Saunders, 32enne figlio del compianto Flip e considerato da tempo un astro nascente nell’ambiente Wolves: sar¨¤ almeno fino a fine stagione il pi¨´ giovane tecnico Nba, e avr¨¤ la chance di guadagnarsi sul campo di diventare head coach a tempo pieno. Minnesota per il futuro starebbe anche sondando l’ipotesi Fred Hoiberg, ex assistant GM a Minneapolis per cui da tempo Taylor stravede. Hoiberg ¨¨ stato licenziato a novembre da Chicago, dove aveva preso il posto proprio di Thibodeau in panchina.
Ryan Saunders, 32 anni
I PERCHE’ —
Il divorzio era inevitabile perch¨¦ Minnesota e Thibodeau rappresentano due filosofie diverse. Il matrimonio ¨¨ servito per far ritrovare nella scorsa stagione ai Wolves i playoff che mancavano dal 2005. Ma l’impostazione da sergente di ferro di Thibs, specialista della difesa, poco c’entrava con la personalit¨¤ di Towns e Andrew Wiggins, l’altra potenziale stella su cui Minnesota vuole costruire il suo futuro. L’arrivo di Butler ha fatto il resto: se la competitivit¨¤ di Jimmy era quello che mancava ai Wolves per vincere, la sua necessit¨¤ di spingere tutti oltre il limite ¨¨ stata anche frutto di incomprensioni che Thibodeau, che coi giovani non ha mai legato, non ha mai saputo gestire. Lo spogliatoio nella scorsa stagione era spaccato: da una parte i pretoriani del coach, dall’altra i giovani rassicurati dalla propriet¨¤. Quando il conflitto tra Butler e Towns ¨¨ diventato impossibile, con la propriet¨¤ che ha deciso definitivamente di schierarsi con un 23enne a cui doveva rinnovare il contratto, Jimmy ha chiesto di andarsene e Thibodeau ¨¨ stato costretto da Taylor a trovare una sistemazione al giocatore con cui contava di far tornare vincenti i Wolves.
IN RITARDO —
E’ allora che Thibodeau e Minnesota si sarebbero dovuti separare: quando Taylor ha consegnato la squadra a Towns e a quei giovani che Thibs voleva gestire con bastone e duro lavoro. Gli ultimi mesi sono stati complicati: un gruppo sulla carta da playoff ha arrancato fino a quando Butler non ¨¨ stato ceduto a Philadelphia. Poi ha continuato tra troppi alti e bassi che hanno portato patron Taylor alla conclusione che un cambiamento fosse necessario. Thibodeau chiude la sua avventura a Minneapolis con 97 vittorie e 107 sconfitte, col ritorno ai playoff come apice. Minnesota ¨¨ convinta di avere tutto quello che serve per fare i playoff, di dover solo mettere insieme i pezzi nel modo giusto: dall’era Thibodeau si aspettava molto di pi¨´, di riuscire a trasformarsi definitivamente da brutto anatroccolo in cigno. Resta la sensazione che i Wolves abbiano buttato met¨¤ stagione, intrappolati in un matrimonio infelice la cui conclusione aspettava solamente di essere formalizzata. La dirigenza dei Wolves ha colpe enormi nella gestione degli ultimi mesi, nelle incomprensioni e nelle certezze che hanno circondato questo lungo periodo di transizione. L’era Thibodeau ¨¨ ufficialmente finita: ora Minnesota dovr¨¤ dimostrare che era lui ad impedirle di vincere.
Davide Chinellato
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