Doc Rivers avverte Milano
"Mi aspetto una gara vera"

Doc Rivers, 50 anni, allena Boston dal 2004. Reuters

I tifosi di Milano e i tantissimi appassionati che affolleranno il Mediolanum Forum per vedere all'opera i Celtics stiano tranquilli: quella tra l'EA7 e Boston sarà una partita vera. Parola di Doc Rivers, il coach della franchigia Nba che domenica alle 18 celebrerà nell'impianto milanese il suo secondo atto dell'Nba Europe Live Tour 2012, dopo aver perso venerdì sera a Istanbul l'esordio stagionale al cospetto del Fenerbahce di Simone Pianigiani. I Celtics hanno fatto le ore piccole per volare dalla Turchia a Milano, e per questo coach Rivers ha annullato l'allenamento previsto al Forum. ma si è presentato comunque in conferenza stampa al Westin Palace Hotel, quartier generale della trasferta milanese dell'Nba. Occhiaie profonde ("Sono andato a dormire alle 8.30 del mattino" svela il 50enne coach), ma la solita disponibilità nel rispondere alle domande.

rivers e milano — "Non conosco il roster attuale di Milano, non studio mai le squadre che affrontiamo in preseason - ammette Rivers -. Ma sono rimasto colpito nello scoprire la storia dell'Olimpia e gli incredibili giocatori che ne hanno fatto parte, a cominciare dal mio preferito, Bob McAdoo. Per questo domani mi aspetto una grande partita. E sono contento che la nostra squadra venga messa duramente alla prova anche in preseason. Venire in Europa mi piace, soprattutto perché la squadra viaggia insieme. Avrei preferito fare anche il training camp qui, come accaduto nel 2007, non venire qui solo per qualche giorno come abbiamo fatto. Le similitudini col 2007 ci sono, anche se quella squadra (la prima dei Big Three Pierce, Garnett e Allen, n.d.r.) aveva uno scopo ben chiaro in mente e questa non ce l'ha ancora. Ma glielo troveremo".

rivers e i celtics — "Per vincere dobbiamo migliorare, e molto, in due fondamentali: i rimbalzi e la distribuzione della palla. Da Rajon Rondo mi aspetto che metta più tiri, liberi compresi, e che diventi il nostro generale in campo: lo sto addestrando a pensare come me. Ma ci serve assolutamente un playmaker di riserva: spero che riusciremo a riempire quel buco con gli uomini che già abbiamo. Jason Terry e Courtney Lee ci permetteranno di fare un passo avanti rispetto allo scorso anno con Ray Allen: quando tornerà anche Avery Bradley (non prima di dicembre, n.d.r.) avrò a disposizione il miglior pacchetto di guardie da quando sono a Boston. Jeff Green? E' guarito e questa è la notizia migliore. Sta bene, partirà dalla panchina ma avrà l'occasione di mettersi in mostra. Milicic? Mi piace, aveva bisogno di una chance".

la sfida — Per Boston sarà la seconda sfida in Italia, dopo quella nel 2007 vinta 89-85 contro i Toronto Raptors di Andrea Bargnani, e la quarta contro una squadra europea, dopo le vittorie del 1988 contro Jugoslavia (113-85) e Real Madrid (111-96) e la sconfitta di venerdì sera contro il Fenerbahce (91-97). Milano invece è al quinto incrocio con una franchigia Nba: nel 1984 perse in casa contro i Nets (127-80) e a Bologna contro i Suns (118-93); tre anni dopo andò k.o. 123-111 a Milwaukee contro i Bucks e nel 2010 andò k.o. in casa 125-113 contro i Knicks nell'ultimo precedente dell'Nba in Italia. La squadra di Scariolo è pronta a cercare di sfatare il tabù. Ma Rivers avverte: "Sono un tipo molto competitivo, alleno solo perché mi piace vincere". E di perdere due partite di fila, anche se in preseason, proprio non ha voglia.

la festa in città — Intanto Piazza Duomo si è riempita di gente per le attività che l'Nba ha dedicato ai fans. E alle 16, completamente inatteso tanto da sorprendere anche gli organizzatori, si è presentato il capitano dei Celtics, Paul Pierce. Maglia a maniche lunghe con la scritta Italia sul petto, il 34enne simbolo di Boston ha girato la piazza con il suo iPad riprendendo tutto, anche i tanti tifosi che, dopo averlo riconosciuto, gli hanno chiesto autografi e fotografie. Pierce si è prestato volentieri ma ad una condizione: poter filmare tutto col suo iPad.