Brad Stevens, 36 anni, ex coach del college di Butler. Usa Today

Il coach Brad Stevens era l'oggetto del desiderio di tutti, e, mercoledì, ha scelto i Boston Celtics. Entrambe le parti credono che questo connubio durerà a lungo. Molte grandi squadre a livello di college hanno corteggiato il 36enne, molto più esperto di quanto dica la sua età anagrafica, grazie alle esperienze fatte negli ultimi tre anni. Ogni volta che si liberava una panchina importante non c'era ombra di dubbio che Stevens avrebbe ricevuto una chiamata che sondava il suo interesse.

"boston, grandissimo onore" — Prima di mercoledì scorso nessuno era riuscito a convincere Stevens ad abbandonare la panchina della Butler University. Il coach aveva già risposto di no a Ucla, la squadra di basket collegiale con più tradizione. Si dice anche che proprio in questa estate abbia anche rifiutato un'offerta da parte di un'altra squadra Nba. Poi, un giorno, è stato chiamato da Danny Ainge e dai Celtics, e tutto è cambiato. "Per prima cosa ho pensato: i Boston Celtics… Wow! - ha detto Stevens venerdì in conferenza stampa, ricordando i suoi primi pensieri mentre parlava al telefono con Ainge - E' una sensazione incredibile, un grandissimo onore, mi sentivo molto lusingato". La tradizione, l'orgoglio e la storia di questa franchigia erano un qualcosa a cui Stevens non poteva rinunciare, non si trattava di un posto come tanti altri. "E' una grandissima opportunità - dice Stevens -. Era la cosa migliore per noi e la nostra famiglia".

"mi sento a casa" — Stevens ha anche confidato alla stampa di sapere che i Celtics erano l'opportunità ideale per lui e la sua famiglia già prima di incontrare di persona la dirigenza di Boston. "Essendo già stato fortunato ad aver ricevuto varie opportunità in passato, avevo già deciso, o meglio, sapevamo già quale fosse la decisione da prendere proprio perché stavamo per incontrarci di persona. Mi sentivo a casa, Sentivamo che questo era un gruppo che vedeva le cose esattamente come le vedo io". Stevens si è accorto di tutto questo nel corso della scorsa settimana, mentre Ainge, d'altro canto, ne era convinto già da un po' di tempo.

obiettivo numero 1 — Il g.m. ha tenuto d'occhio Stevens per molto tempo. Ainge aveva infatti visto qualcosa in Stevens ben prima che il coach arrivasse alla ribalta nazionale nel 2010, e per avvalorare questa affermazione, il g.m. ha anche raccontato un aneddoto al riguardo: "Nel 2010 io e Steve Pagliuca, comproprietario dei Celtics, andammo a vedere la partita decisiva contro Duke - spiega Ainge -. Mentre ero lì, dissi a Steve: lo vedi? Quello è il miglior coach nel basket collegiale. Lui pensava che stessi parlando di Coach K, Mike Krzyzewski". Stevens in cima alla lista di Ainge nel caso in cui si fosse liberato il posto da head coach. Ecco perché era l'obiettivo numero 1 dopo l'addio di Doc Rivers. "Mi piace come giocano le sue squadre, mi piace il suo modo di gestire le partite dalla panchina. Inoltre, parlando con Brad nel corso degli anni sulle promesse dei vari draft, ho sempre tenuto conto dei suoi suggerimenti. Io parlo con molti coach e per qualche ragione lui era uno di quelli di cui mi fidavo di più".

6 anni di contratto — Adesso Ainge e Stevens potranno scambiarsi idee tutti i giorni e per molto tempo a venire. Entrambe le parti sono entusiaste di poter lavorare insieme e credono fermamente che questo sarà un lungo rapporto che porterà molti successi a Boston. "Un contratto di sei anni la dice lunga - spiega Ainge -. Non credo che ci siano altri coach in Nba ad essersi impegnati per sei anni con la loro squadra. Vogliamo far capire che investiamo su di lui come persona". Allo stesso modo, Stevens è pronto a investire i suoi sforzi in questa squadra per il prossimo futuro. Il coach vuole fare di tutto per portare questa franchigia nella prossima era di grandezza. Ed è questo il fattore chiave. Questi sono i Boston Celtics, un grande nome. Un'opportunità unica che Stevens non poteva davvero rifiutare.