D'Antoni-Del Negro, vite parallele
Da Treviso al derby di Los Angeles

Mike D'Antoni, prima stagione ai Lakers. Afp

Da eroi nella piccola Treviso a re di Los Angeles. Sembra il titolo di un romanzo invece è la storia parallela di Vinny del Negro e Mike D’Antoni, la cui carriera è curiosamente legata da un filo sottile quasi inscindibile. L’Nba, l’Italia, la Benetton, i successi, la vita da allenatore, una sceneggiatura perfetta che proprio sotto la collina di Hollywood sta vivendo un altro capitolo. Forse il più importante.

VINNY — Vinny Del Negro oggi è l’uomo del momento, i suoi Clippers sono una delle migliori squadre in Nba e hanno recentemente riscritto il record di franchigia con una striscia di 17 vittorie consecutive. La sua umiltà e il suo sorriso sono gli stessi di quando sbarcò a Treviso nel 1990. L’anno successivo formerà con Toni Kukoc una delle coppie più spettacolari nella storia del basket italiano. “Sarò per sempre legato alla famiglia Benetton - premette subito a ho ancora tanti amici e torno almeno una volta all’anno in Italia, dipende dai miei impegni”. Il suo impatto in campo fu devastante (25,4 punti a partita nel suo biennio bianco verde) e quella squadra allenata da Pero Skansi batté in finale la Scavolini Pesaro con 29 punti di Del Negro nella decisiva gara 4, regalando nel 1992 il primo storico scudetto alla cittadina veneta. La vita a Treviso, tranquilla ed elegante, ha lasciato il segno nel cuore dell’allenatore dei Clips: “L’immagine più forte che porto sempre con me è lo stile e la qualità della vita, camminare nel centro, i meravigliosi ristoranti, una cittadina a perfetta misura d’uomo”. Solo due anni nella Marca e poi il ritorno in Nba a San Antonio per una solida carriera nei professionisti.

Vinny Del Negro col suo leader, Chris Paul. Reuters

MIKE — Proprio a San Antonio era passato nel lontano 1976 Mike D’Antoni, 2 partite in Texas e poi la chiamata da Milano l’anno successivo dove diventa uno dei più grandi playmaker della storia del nostro campionato, dominando per 13 anni. Il passaggio dal campo di gioco alla panchina fu immediato. Un triennio nell’ Olimpia condito da una Korac e nel 1994 la famiglia Benetton lo chiama a guidare la squadra. La formula è vincente e nel 1996 Mike firma il secondo scudetto nella storia del club trevigiano. "Ho tanti amici a Treviso e ho vissuto anni splendidi - ricorda - sono legato a Gilberto Benetton”. Aggiunge all’opera una coppa Italia, una Saporta e, quando nel ‘97 lascia i colori biancoverdi per allenare a Denver e a Portland, i rimpianti sono tanti. Dopo 3 anni in Nba, D’Antoni torna in Veneto. Per vincere ancora, altro scudetto e supercoppa. Disse al tempo “sono italiano e americano, sto bene di qua e di là”. In campo a guidare le danze c’era Tyus Edney , folletto imprendibile che il gioco d’antoniano esalta e che oggi, per un incredibile coincidenza sull’asse Los Angeles-Treviso, dirige la pallacanestro nella prestigiosa università di UCLA, l’altra super potenza della città degli Angeli.

AMARCORD — I pensieri corrono indietro nel tempo alle sfide Milano Treviso: “Ricordo bene la prima volta che ho affrontato Del Negro - dice il coach dei Lakers - io ero allenatore di Milano e vincemmo quella partita.” In Italia, nei quattro confronti D’Antoni allenatore contro Del Negro giocatore, il bilancio è di 3 a 1. I due non si sono mai affrontati in campo e alla domanda chi sia stato il migliore nel nostro paese la bandiera dell’ Olimpia taglia corto e, ridendo, dice: “Non vorrei ricordarlo…..ma sono stato votato come uno dei migliori giocatori di sempre in Italia”.

NBA — D’Antoni torna nel 2002 in America ed esplode a Phoenix, mutuando il 7 second or less come filosofia di gioco e credo cestistico. I Suns stupiscono e sfiorano il titolo. Fuori dal campo, conclusa la carriera professionistica, Del Negro prima è il radiocronista della squadra dell’Arizona, poi sale nella stanza dei bottoni divenendo assistente del general manager. Ancora insieme. Le parole di Vinny sono sempre state piene di gratitudine e sincere. “E’ stato fantastico essere a Phoenix con D’Antoni - afferma il coach dei Clippers - abbiamo lavorato molto fianco a fianco ottenendo grandi successi”. C’è il tempo per una rimpatriata. I due passano a Treviso, scegliendo la Ghirada come base, quando i Suns vengono a giocare a Roma nel precampionato del 2006 ed è un pieno di emozioni. Ma gli intrecci non sono destinati a finire. Nel 2010 D’Antoni chiude la sua avventura a Phoenix ed è l’allenatore più ambito dell’estate. Firma a New York per riportare in alto i Knicks disastrati. I Chicago Bulls, superati in corsa dopo averlo corteggiato a lungo, assegnano la panchina a…Vinny Del Negro alla prima esperienza come capo allenatore. Il bilancio fino ad oggi in Nba negli scontri diretti fra i due vede Del Negro prevalere per 6 vittorie a 3.

LOS ANGELES — Siamo ai giorni nostri. Los Angeles, il glamour di Hollywood. D’Antoni e Del Negro conducono le due squadre cittadine. I Lakers ancora alla ricerca di una precisa identità, I Clippers pronti a stupire con legittime ambizioni da titolo. Entrambe le squadre sono reduci da sconfitte ma l’umore sulle due sponde è chiaramente diverso. Kobe ha ricordato ieri che sì, questi Clippers assomigliano molto come stile di gioco ai Lakers dello showtime. Fino a pochi anni fa sarebbe stato un paragone blasfemo, oggi è il preludio di una rivalità che sta crescendo. Stasera Mike D’Antoni e Vinny Del Negro si affrontano per la prima volta nel derby di Los Angeles , pronti a scrivere un altro capitolo della loro storia, con Treviso sempre nel cuore.