Via coach Budenholzer e Schr?der, il g.m. Trevis Schlenk ha dato alla franchigia un’impronta simile a Golden State, dove ha lavorato per anni. Ricostruzione avviata sperando con l’obiettivo di far crescere i giovani
Finita definitivamente l’era di Mike Budenholzer, per gli Atlanta Hawks ¨¨ tempo di ripartire da zero. Di nuovo. La ricostruzione gi¨¤ cominciata lo scorso anno, non raggiungendo i playoff per la prima volta dopo 10 stagioni, continua con un cambio totale visti gli addii del coach e di Dennis Schr?der, che non ha convinto come uomo franchigia Il general manager Trevis Schlenk ha iniziato un rebuilding che ha coinvolto tutti: dallo staff tecnico al roster, fino ad arrivare anche all’arena, migliorata e modernizzata sotto l’onerosa sponsorizzazione di State Farm. Sono arrivati tanti giovani, soprattutto dal draft, e adesso toccher¨¤ al nuovo head coach, Llyod Pierce, plasmare il talento secondo i piani del nuovo progetto della franchigia. Che ha un modello chiaro: i Golden State Warriors.
Trae Young, 19 anni, 5? scelta assoluta al draft. Afp
probabile quintetto —
Young, Bazemore, Prince, Collins, Dedmon.
riserve chiave —
Lin, Huerter, Carter, Spellman, Len.
coach —
Lloyd Pierce.
cosa ¨¨ cambiato —
Prima di tutto, la mentalit¨¤. Il gm Schlenk ha portato con s¨¦ la dottrina Warriors (dove ha lavorato per anni nel front office) e ha modellato il roster aggiungendo giovani di grande valore con caratteristiche tecniche ben precise. “C’¨¨ un motivo se i Warriors sono cos¨¬ forti - ha spiegato -. Nella Nba di oggi hai bisogno di giocatori in grado di tirare, passare e mettere la palla per terra. Tutte e tre le nostre prime scelte sono in grado di farlo”. Dal draft sono cos¨¬ arrivati Trae Young, Kevin Huerter e Omari Spellman. Young, point-guard elettrica uscita da Oklahoma University, ¨¨ considerato da molti il primo emule di Steph Curry, col suo raggio di tiro praticamente illimitato e la capacit¨¤ di calamitare le attenzioni della difesa. Gli altri due sono giocatori con caratteristiche simili rispettivamente a quelle di Klay Thompson e Draymond Green. Talenti acerbi, ovviamente, ma che chiariscono la linea che i nuovi Hawks vogliono assumere. Inoltre l’addio a Schr?der, ormai separato in casa, ha permesso di liberare un bel po’ di spazio salariale per le free agency future, con l’arrivo di Jeremy Lin che potrebbe risultare un partner migliore per esaltare le qualit¨¤ di Young.
obiettivo —
Sviluppare i giovani, cercando di ottenere una scelta il pi¨´ alto possibile al prossimo draft.
Il g.m. Travis Schlenk (a sinistra) e coach Lloyd Pierce. Ap
perch¨¦ crederci —
Il progetto degli Hawks ¨¨ a lungo termine. Questa stagione sar¨¤ incentrata molto sul “player developing” ma non per questo non ci sono motivi per essere ottimisti. Ai nuovi talenti arrivati al draft vanno sommati due giovani di grande prospettiva come John Collins e Taurean Prince e sar¨¤ interessante vedere se Pierce li far¨¤ giocare anche tutti assieme. Su Young ¨¨ stato investito tanto, con lo scambio con Luka Doncic (direzione Dallas) che potrebbe gridare vendetta tra qualche anno. Ma il suo stile di gioco ¨¨ unico e potrebbe rendere Atlanta una delle squadre pi¨´ eccitanti da veder giocare in pochi anni.
perch¨¦ dubitare —
Voler essere come i Warriors non significa riuscirci. Curry, Thompson e Green sono giocatori unici e difficilmente replicabili. Young a livello Nba ¨¨ tutto da scoprire e il poco appeal della franchigia potrebbe impedire agli Hawks di compiere il passo avanti necessario per tornare a competere. Inoltre le deficienze strutturali, sia tattiche che organiche, sembrano essere molte. Da una difesa tutta da costruire, per non dire inesistente, a una rotazione dei lunghi (escluso Dewayne Dedmon) decisamente insufficiente. Gli Hawks hanno messo la prima pietra della loro ricostruzione: adesso dovranno dimostrare di aver intrapreso la strada giusta.
Niccol¨° Scarpelli
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