Melo super, festa Knicks
Magic finale show: Lakers k.o.

New York-Phoenix 106-99 (tabellino)
I Knicks (12-4) fanno quanto basta per superare i Suns (7-11). Pur giocando senza grandissima energia, alla squadra di casa bastano i punti di Carmelo Anthony e la produzione di Raymond Felton per avere ragione di Phoenix.

Carmelo Anthony, 28 anni, 26,1 punti a partita. Afp

follia wallace — Sempre privi di Jason Kidd, i Knicks partono comunque con il piede giusto e, grazie alla produzione del solito Carmelo Anthony, arrivano al vantaggio in doppia cifra già a metà del primo quarto. Phoenix fatica a tenere il ritmo della squadra di casa, che però rallenta nella seconda parte della frazione, facendo rientrare i Suns. Ci pensa poi Rasheed Wallace a regalare un po’ di pepe a un match fino a quel momento non proprio coinvolgente. Sheed appena entrato in campo protesta platealmente dopo un fallo su Luis Scola e si becca un tecnico. Goran Dragic va in lunetta, fallisce il libero e Wallace lo schernisce gridando il suo ormai leggendario “ball don’t lie”. Quando basta per la terna, forse un po’ fiscale in questo caso, per mandare anticipatamente sotto la doccia con un secondo tecnico il lungo di New York. Con Marcus Camby out Woodson è così costretto a regalare minuti a Chris Copeland che sfrutta l’occasione giocando con grande intensità e trovando tre canestri nell’arco di tre minuti. Con il rientro sul parquet di Anthony a 7’22’’ da riposo il match si incanala sui binari preferiti dalla squadra newyorchese. Phoenix dà una mano con troppi turnover, così New York scappa via piazzando il parziale di 24-10 che rompe il match e porta la compagine di casa avanti di 20 lunghezze. La tripla di Dragic nel finale manda le due squadre negli spogliatoi con i Knicks in vantaggio 59-42.

rimonta sfiorata — I padroni di casa per buona parte del terzo quarto giocano come se il risultato fosse ormai scritto e Phoenix abbia deciso di alzare bandiera bianca. La troppa superficialità newyorchese invece risveglia i Suns che, pur con i loro limiti offensivi, trovano il modo di far arrabbiare Mike Woodson arrivando al -12. Ci pensa però Carmelo Anthony a rimettere i Knicks avanti di 17 lunghezze nel finale della frazione. Melo così tocca quota 30 punti già alla fine del terzo quarto. New York comunque continua a giocare in modo altalenante, incappando in pericolosi passaggi a vuoto, Phoenix così produce il suo massimo sforzo nella prima parte dell’ultimo quarto e torna a -6. Fiutato il pericolo la squadra di casa si mette a fare sul serio, torna a segnare con Felton ma non riesce a chiudere il discorso fino agli ultimi secondi del match quando i liberi di Smith e Chandler fanno partire i titoli di coda.

New York: Anthony 34 (7/17, 4/10), Felton 23, Chandler 15. Rimbalzi: Chandler 13. Assist: Felton 7.
Phoenix: Gortat 18 (8/11), Brown 17. Rimbalzi: Gortat 10. Assist: Dragic 5.

Afflalo gran protagonista della notte. Epa

Los Angeles Lakers-Orlando 103-113 (tabellino)
I Magic (6-10) si prendono la loro rivincita su Dwight Howard. Orlando, infatti, con un quarto periodo da 40 punti condito anche da un redditizio Hack-a-Howard, che frustra i Lakers (8-9) e i suoi tifosi, passa allo Staples Center. Rientra Jameer Nelson, out contro i Nets, ed è una gran bella notizia per i Magic. Orlando vuole far bella figura contro il giocatore che nella scorsa stagione ha trasformato la città di Disney World nel set di una soap opera, in stile Nba ovviamente, a tratti davvero surreale. Gli ospiti provano subito a mettere in difficoltà la truppa di Mike D'Antoni con la produzione di Glen Davis. Howard fatica a entrare in partita e non detta legge, come ci si aspetta, nella zona pitturata. Con l’ingresso di Antawn Jamison le cose migliorano in attacco per LA. Si mettono a segnare anche Kobe Bryant e Pau Gasol.

riecco gasolLo spagnolo in particolare, soprattutto quando Howard va a prendere fiato in panchina, in attacco si fa apprezzare. Forse la fine del tunnel per Pau, decisamente sottotono nelle ultime settima, potrebbe essere vicina. I Lakers, davanti a un David Beckham fresco vincitore della Mls Cup, arrivano al +9 a metà secondo quarto, ma quando la partita sembra mettersi in discesa, Kobe e compagni iniziano a fare confusione in attacco. Orlando ringrazia e torna sotto nel finale della frazione, arrivando al pareggio (52-52) con la tripla allo scadere del secondo quarto di un ottimo Arron Afflalo. Bryant e World Peace provano a scuotere la squadra di LA nel terzo quarto. Howard è impalpabile anche se produce un paio di schiacciate delle sue. Orlando comunque lotta con grande coraggio e resta aggrappata al match. Nel finale della frazione i Magic optano per l'Hack-a-Howard. Strategia che funziona perché i Lakers perdono completamente ritmo in attacco. Dwight poi non riesce a trovare la retina con continuità, e questa non è una notizia, dalla lunetta. La difesa di LA nell’ultimo quarto poi lascia alquanto a desiderare, Orlando così prende fiducia e sulla compagine di Mike D'Antoni cala la notte. Il fallo sistematico su Howard frustra i Lakers che pagano dazio anche difensivamente. I Magic trovano ottimi tiri, Afflalo, Vucevic (molto buona la sua prova) e Davis cambiano marcia, gli ospiti così producono l’inaspettato parziale di 21-5 che cambia il match e li porta al +9 a 3’12’’ dalla sirena. Coach D’Antoni si ostina a lasciare sul parquet Howard (alla fine chiuderà con 9-21 ai liberi) e i Lakers perdono contatto con Orlando. I Magic così sbancano lo Staples Center segnando qualcosa come 40 punti nell’ultimo quarto.

Los Angeles Lakers: Bryant 34 (12/25, 0/2), Howard 21, World Peace 15. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Bryant, World Peace 5.
Orlando: Afflalo 30 (7/10, 4/8), Davis 23, Nelson 19, Vucevic 17. Rimbalzi: Vucevic Davis 12. Assist: Nelson 13.